19 dicembre, 2007

Ridateci Il Vinile

Ho preso questo appello che ho trovato sul giornale Repubblica. Devo dire che da amante delle mostre audiophile ( Top Audio, Milano HI End, Roma Hi End, Sicilia Hi End, Sintonie, Le Salon Du Hi Fi etc etc ) non ho mai perso d'occhio il vinile e allo stesso tempo mi sento di confermare che è vero quanto affermato da Ernesto Assante : Il cd non ha mai sostituito nel cuore dell'appassionato il Vinile. Sarà la forma, ma secondo noi, piu' probabilmente, la qualita' dell'audio ma per gli amanti della musica il Vinile è cento volte meglio del cd e mille dell'Mp3. Certo che se l'ascolto è in macchina o in autobus sono il primo a dire che l'Ipod è un'invenzione geniale. Ma se si passa dal sentire musica all'ascoltarla, leggendo i testi delle canzoni, facendo entrare dentro di noi il "messaggio" musicale... be' il "calore" dell'Lp non ha confronti. A questo punto mi è sembrato interessante proporvi l'articolo tratto da Repubblica da Ernesto Assante facendo una precisazione : Non esiste un mercato "gratuito". Se la tendenza a contraffarre musica continuera' si passerà sempre di piu' ad ascoltare la storia della musica anzichè farla. Infatti la mancanza di vendite a cascata si ripercuoterà sugli investimenti e ancora a cascata sulle nuove produzioni e sulle promozioni. Con il paradosso che a farne le spese sarà ancora una volta la musica di qualita' mentre sopravviverà la musica "generalista" .

Cari discografici
chi vi scrive è stato ed è un grande appassionato di musica, un forte consumatore di musica, una persona che per merito del mercato discografico ha potuto conoscere ed amare migliaia, decine di migliaia, di dischi e di artisti. Ed è con grande malinconia, tristezza, che osservo il declino, costante e apparentemente ineluttabile, del mercato discografico odierno, il declino del cd. Ormai non fa più nemmeno notizia. 10 per cento in meno, 20 per cento in meno, il calo costante delle vendite, i licenziamenti, le ristrutturazioni, si susseguono con tale rapidità da lasciare ormai indifferenti gli spettatori, che già immaginano come andrà a finire.

La colpa? è del cd, del compact disc. O meglio, la colpa è nostra, degli appassionati, dei consumatori, che si sono disaffezionati al supporto, che non vogliono bene al cd. No, non vi meravigli il termine "voler bene". Chi ama la musica ama anche gli oggetti che hanno saputo contenerla. Il pubblico, i consumatori, hanno amato profondamente i dischi nelle loro successive incarnazioni, dal 78 giri al 45, dall'Lp alla cassetta, fino al cd e all'iPod. Ma la battaglia tra questi ultimi due, il compact disc e l'iPod sembra la stia vincendo il secondo.
Il motivo, mi sembra, è semplice: voi discografici avete perso il dominio della copia, che è passato completamente nelle nostre mani, quelle dei consumatori. Da quando la musica è diventata digitale non siete più voi gli unici a poter fabbricare dischi. Con i nostri computer e i masterizzatori siamo in grado di copiare la musica su cd fatti in casa, di produrre compilation, di rimescolare i dischi più celebri, di riprodurre gli album originali, e queste operazioni sono talmente poco costose da farci dubitare del valore di un cd originale. Non solo: mentre fino a qualche anno fa le copie che compravamo dai pirati erano su cassetta, qualitativamente inferiori agli originali su vinile, oggi le copie del mercato pirata sono perfettamente eguali ai cd che si trovano nei negozi.

Certo, non ci sono le indicazioni sui dischi, le copertine sono a dir poco raffazzonate, magari anche le masterizzazioni non sono tra le migliori, ma il risultato è soddisfacente per chi spende i 5 euro (spesso anche meno) richiesti dai venditori di strada. Vi siete mai chiesti il perché? Perché delle copertine dei cd la gente non sa che farsene, perché di quello che c'è scritto sui dischi, stampato in corpo 5, con caratteri illegibili per un occhio normale, nessuno ha notizia. Perché il cd pirata lo si mette in macchina, senza copertina, buttato tra un fazzoletto per il naso e una cartina stradale. Perché il cd non vale più di cinque euro, anche quand'è originale. E non è un oggetto al quale gli appassionati di musica si sono affezionati, non sono oggetti che un appassionato di musica vuole conservare, proprio perché non hanno copertine, non hanno immagini da vedere, cose da leggere, non rappresentano gli artisti e le loro idee, sono solo supporti, non sono la musica. Poi è arrivato l'iPod e i lettori mp3.
Per un appassionato di musica è come portarsi in tasca l'Eden, tutta la musica che voglio, che amo, che posso ascoltare come e quando voglio. Mi viene in mente un brano, uno qualsiasi, lo scarico e lo ascolto. E pago. Perché quell'euro a canzone è un prezzo che mi sembra equo, vista la comodità del poterlo portare in tasca e, se voglio, metterlo su un cd. Ho un iPod pieno di musica e lo continuerò a riempire, ma non è questo il modo in cui voglio conservare la musica che amo.

Abbiamo, dunque, una modesta proposta da fare.
Ridateci il vinile.

Ma come, improvvisamente si vuole tornare indietro? Nel bel mezzo della rivoluzione digitale si pensa a tornare al prodotto analogico? No, non preoccupatevi, non è così. O meglio, non è solo così. Nel senso che i modi in cui la gente acquisterà musica nel prossimo futuro potrebbero, dovrebbero, essere tre: tramite file, per chi vuole ascoltare musica con i lettori mp3 o con i cellulari, per chi vuole masterizzare i propri dischi; tramite cd, per chi non vuole fare la fatica di scaricare la musica attraverso i computer o i telefonini, e non vuole perdere tempo con i cd "fai da te", o semplicemente non ama gli mp3 e preferisce tenere centinaia di cd in macchina; con il vinile, per chi vuole conservare i dischi, per chi ama le opere degli artisti e vuole essere legato a queste da un filo emotivo che è tenuto dall'oggetto stesso.

Il disco in vinile non è un "supporto" ma è l'opera. Dark side of the moon, o Stg. Pepper, o Highway 61, non sono collezioni di canzoni, sono "dischi". Così come i Promessi Sposi non sono uno scritto ma un libro. Il libro non è un supporto cartaceo, è l'opera stessa. Che non può essere copiata se non in qualcosa che libro non è. E il vinile non può essere copiato se non su cassetta o cd, il dominio della copia in vinile non è mai passato nelle mani di noi consumatori e appassionati. E il disco in vinile si rovina, si graffia, s'impolvera, se io voglio bene al disco voglio e debbo conservarlo. Il disco in vinile ha una copertina che è parte integrante del disco stesso, identifica l'opera, la illustra, in qualche caso la spiega. Ed è un oggetto come questo che gli appassionati di musica vogliono avere, vogliono conservare. Non il cd, che invece è piccolo, portatile, comodo, adatto ad essere messo in auto o portato in giro. Cd che posso perdere o che si può anche rovinare, perché al massimo ne posso masterizzare un altro, perfettamente identico al primo.

Ridateci il vinile, ridateci la possibilità di avere dischi che durano trenta, quaranta minuti, fatti di canzoni e brani che gli artisti hanno voluto metterci, senza inutili e insulsi riempitivi. Ridateci il vinile, ridateci un oggetto che magari si sente peggio, che non è portatile, che è grande e scomodo, ma che rappresenta la musica quanto la musica che contiene. Ridateci il vinile, che ha un valore intrinseco che nessun cd riuscirà mai ad avere. Ridateci il vinile, assieme ai file mp3 e ai compact disc, utili ognuno per un motivo diverso. Certo, magari guadagnerete meno, magari i clamorosi fatturati che l'industria discografica ha fatto da quando è arrivato il compact disc non li vedrete più, ma di sicuro non perderete l'anima e il lavoro. Il lavoro lo state già perdendo, l'anima la state per perdere, trasformandovi in venditori di magliette, poster, gadget, venditori di diritti televisivi e radiofonici, produttori di concerti e di dvd, di certo non più "discografici". Ridateci il vinile e provate a salvare il vostro, nostro, mercato della musica, abbandonando l'idea di vendere pezzi di plastica e tornando a vendere dischi.

26 novembre, 2007

Prostitute, Chi sono i loro clienti ?

Giovedi 29 novembre la Fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità) e il Programma Agis-Eu presentano "How much" - Traffico di esseri umani e prostituzione (giovedì 29 novembre, ore 9.30 Sala Vismara, Via Copernico 1 - Milano), un convegno sulla prima ricerca italiana e tra le poche al mondo che esamina il fenomeno della prostituzione. Anche Radio Moonlight tentera' di esserci in modo da potervi proporne risultati e considerazioni.

Come avrete gia' capito una delle finalita' del nostro blog, accanto a quella di proporre tanta buona musica, è quella di "lottare" per sensibilizzare giovani e meno giovani sul problema della tratta di esseri umani e in particolare quelle che hanno per oggetto bambini ( pedofilia, lavoro minorile etc etc ) e donne ( ancora lavoro nero, prostituzione e via dicendo ).

Quest'opera non avviene solo via rete ma anche nella vita reale attraverso il coinvolgimento delle persone che operano nel blog ( compreso chi sta scrivendo adesso ) in varie iniziative atte a perseguirne lo scopo.

A tal proposito mi sembra utile proporvi un articolo apparso oggi sul corriere della sera dal titolo
Prostitue: Identikit Dei loro Clienti.

"Hanno un'età compresa tra 35 e 40 anni, lavorano, sono single e con un livello di istruzione medio-alto. Preferiscono le ragazze dell'Est che incontrano in hotel, saune o appartamenti, con una frequenza media di una volta ogni due mesi. Ma, soprattutto, scelgono le donne dell'Europa orientale o le cinesi, non solo perché costano meno delle italiane, ma perché con loro soddisfano il «bisogno di affetto e di comprensione».
Eccolo per la prima volta il profilo del cliente delle prostitute straniere «trafficate » (cioè vittime della tratta), così come emerge dallo studio How much? condotto per la Commissione europea dalla Fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità) con i ricercatori di Transcrime (Università di Trento e Cattolica di Milano) che verrà presentato giovedì a Milano.
I dati sono stati elaborati con lunghe analisi dei forum Internet e da un questionario pubblicato online. Ma un'altra parte della ricerca si è mossa direttamente sul campo e se il profilo del cliente risultato qui è diverso (età tra 23 e 50 anni, sposato, con un partner regolare e uno o più figli, livello di istruzione basso o molto basso, incontri ogni 15 giorni) le motivazioni sono le stesse e il fattore «bisogno di affetto/comprensione» resta ai primi posti. Dice un cliente: «Le ragazze dell'Est sono tutte bellissime, la maggior parte bionde, alte, fatte bene, disponibili. Non fanno le cose come una catena di montaggio un colpo e via, anzi ti portano a casa loro, ti fanno rilassare, ti danno un po' di accoglienza. Mentre le prostitute italiane tendono solo a fare i soldi e concludere alla svelta». Un'altra voce, su Internet: «Gli italiani vogliono sesso, il buon, caro, sano, vecchio sesso. E magari anche un briciolo di affetto, vero o immaginario, che non guasta mai». Stesso concetto ribadito da un intervistato: «Con il sesso molti cercano anche affetto e un rapporto con la donna in generale, spesso l'atto vero e proprio passa in secondo piano».
Numeri e affari Secondo il Dipartimento per le pari opportunità della presidenza del Consiglio, in Italia sono 9 milioni i clienti delle prostitute (che sono stimate in 70 mila, di cui più della metà straniere) con un giro d'affari di 90 milioni di euro al mese.
Lo studio di Transcrime, il primo del genere in Italia, ha cercato di dare un volto al cliente delle prostitute «trafficate» (la maggior parte delle straniere) per capire cosa spinge gli uomini a cercare questo mercato del sesso che si è diffuso nell'Unione Europea a partire dalla caduta del muro di Berlino e ha ormai raggiunto dimensioni preoccupanti.
A questi clienti — così emerge dalla ricerca — non interessa la storia che è alle spalle della prostituta (per loro infatti «la tratta non esiste» o al massimo coinvolge poche persone e le «vittime» della prostituzione sono proprio i clienti «sfruttati a causa del naturale bisogno di sesso tipico del maschio»). Anzi, dicono di preferire le donne dell'Europa orientale o le cinesi proprio perché provengono da Paesi in cui vi è il «dovuto rispetto» per il maschio e quindi manifestano remissività anche nei confronti dei clienti italiani. Dietro questa motivazione, poi, ce ne sono altre due: il bisogno di dominio e il rifiuto dell'emancipazione femminile. E se le prostitute italiane sono sbrigative e pensano solo ai soldi, le mogli/compagne sono viste così: «Ti costringono ad andare in cerca di sesso a pagamento perché quando ti sposano ti promettono che farai sesso tutte le volte che ne avrai voglia (e sennò chi si sposerebbe?), poi usano il sesso come una risorsa, un'arma, uno strumento per ottenere quello che vogliono».
Case chiuseTutti gli uomini contattati si sono infine dichiarati, all'unanimità, per la riapertura delle case chiuse. La regolarizzazione, secondo gli intervistati, costituisce un vantaggio per tutti: per i clienti (garanzia di privacy, igiene e controllo medico), per lo Stato (che può tassare i guadagni) e per le prostitute perché si ridurrebbe lo sfruttamento da parte dei protettori.

L'ultima parte della ricerca riguarda la comparazione dei dati italiani con quelli di tre Paesi europei — Olanda, Svezia e Romania — che hanno una legislazione diversa dalla nostra. Questo aspetto, insieme agli altri, verrà illustrato nel seminario di giovedì a Milano (sala Vismara, via Copernico 1) dagli autori dello studio: per l'Ismu, Marco Lombardi, docente della Cattolica, e Paolo Ruspini; per Transcrime (il maggior centro universitario italiano sullo studio della criminalità transnazionale) Andrea Di Nicola e Andrea Cauduro. Le conclusioni di How much?, secondo Lombardi, «serviranno ora a sviluppare politiche innovative per combattere il traffico di esseri umani anche in un quadro normativo diverso da quello attuale». Perché, dice a questo proposito Di Nicola, «una cosa abbiamo capito: la politica dello struzzo in Italia non paga. Meglio intervenire piuttosto che non fare niente»."

Si vuole ringraziare per questo post il Corriere Della Sera e Metropoli ( Repubblica ) da cui la quasi totalita' delle notizie sono tratte.

24 novembre, 2007

Sergio Veschi Presenta Vito Di Modugno e L'Organ Trio


Ciao Sergio, parlaci un po’ del nuovo lavore di Di Modugno :


Dopo alcuni anni e dopo l’innegabile successo di Organ Grooves, il suo primo disco come leader per la Red Records, torna in pista Vito Di Modugno con un nuovo gruppo, un nuovo lavoro e un nuovissimo repertorio. Nel suo gruppo l’inserimento di Pietro Condorelli si rivela particolarmente felice perché il suo modo di suonare, quieto e rilassato, è in qualche modo speculare a quello di Vito Di Modugno. Il repertorio è simile a quello Blue Note Oriented del primo ma lo scavo in profondita’ nel linguaggio e negli arrangiamenti è molto piu’ marcato con consistenti aggiornamenti ad esperienze piu’ recenti e a pubblici piu’ eterogenei che includono sia jazz fans hardcore che quelli piu’ apparentemente sofisticati del free ma anche la fascia piu’ popular e funky.


Chi sono i musicisti che hanno piu’ di altri influenzato Vito e gli altri componenti del gruppo in questo cd ?


In realta’ la session ha dato vita a due Cd, questo è il primo, e accanto a grandi temi di Mingus, Silver, McLean, Henderson, Blue Mitchell, ci sono anche Corea, Jimi Hendrix, Jaco Pastorius, Eddie Gomez, Ornette Coleman, Cedar Walton e Bobby Watson oltre ad alcuni originals di Di Modugno che mostrano come il leader e e i suoi compagni padroneggino con serieta’, rigore, entusiasmo e sopratttutto feeling i diversi aspetti della storia del jazz moderno, in tutte le sue sfaccettate sfumature, senza complessi.


Se non ci inganniamo c’è un brano speciale in questo cd, ce ne vuoi parlare ?


Si, si tratta di Triss, il brano di Vincenzo Deluci, lo sfortunato trombettista pugliese che è rimasto paralizzato in un incidente d’auto ed al quale il cd è dedicato. Il brano ci sembra particolarmente riuscito per la vena melodica e il colore che ricorda molto alcuni melos balcanici e medio orientali.
Ti va di spendere qualche parola anche per il brano originale inciso durante la registrazione dall’Organ Trio ?


Si tratta della Zita Di Ceglie che è un brano scherzosamente improvvisato in studio e coniuga un non improbabile connubio fra pizzica, blues e jazz, cosa questa che sembra aver interessato non poco anche altri musicisti di jazz in tempi recenti.


Nel cd, oltre alla formazione originale, appaiono come ospiti Michele Carrabbia e Pino Di Modugno, padre di Vito. Ce li vuoi introdurre ?


Michele Carrabba al sax trenore suona in quattro brani e da’ agli stessi il colore e il calore di un sassofonista dalla grande e bella sonorita’, sostenuta da una tecnica eccellente e un feeling possente quanto incendiario che però sa essere anche molto smooth come nel blues di Vito “The Big”. E’ veramente sorprendente come un sassofonista di questo livello sia cosi’ poco conosciuto in Italia dove mi sembra abbia ben pochi rivali.


Pino Di Modugno, padre di Vito e di un altro figlio chitarrista che insegna al conservatorio di Bari, conferma, nei suoi brevi interventi, tutta la sua classse di grande fisarmonicista dalla tecnica e musicalita’ impressionante e dalla inesauribile vena musicale. Un uomo e un musicista che potrebbe ancora riservare delle sorprese, nonostante i suoi anni che hanno da poco superato i 70, e che chi vuole meglio conoscere può ascoltare nel cd Bedouin.


Parlaci ora di Massimo, Pietro e Vito , gli architetti musicali di questo lavoro


Massimo Manzi è oggi uno dei batteristi piu’ richiesti a livello nazionale e il suo contributo alla riuscita della session è fondamentale.


Pietro Condorelli si conferma solista e accompagnatore di classe e cis embra aver trovato un perfetto equilibrio nelle sue linee melodiche, che ricordano spesso i sassofonisti, fra sonorira’ e fraseggio.


Infine, Vito Di Modugno all’organo si conferma piu’ che eccellente come strumentista, solista e leader. Credo possa essere annoverato senza difficolta’ fra i migliori specialisti dello strumento in attivita’ a tutti i livelli. Questa non è un’affermazione fatta per il gusto di farla o di stupire. Abbiamo avuto l’opportunita’ di ascoltare, sia dal vivo che su disco, altri organisti ritenuti giustamente al top e rispetto ad essi Di Modugno non ha alcun problema. Anzi potrebbe crearne a diversi di loro. Basta solo ascoltare e confrontare senza pregiudizi né favoritismi. Tra l’altro non dimentichiamo che oltre all’Hammond Vito suona anche il piano, in cui è dipolomato, e il basso acustico ed elettrico, e si contraddistingue per un tasso tecnico elevato, un blues feeling feroce, una fantasia melodica e e armonica sofisticata e viscerale che gli permettono di volare con la mano destra e fare sull’organo fraseggi che spesso solo i pianisti fanno e che sul suo strumento sono decisamente inusuali, un drive ritmico, sentire e analizzare le sue linee di basso con la mano destra, consistentemente ad alto livello.


Chi sono i padri musicali di Vito ?


Ovviamente i suoi riferimenti, come per tutti gli organisti, sono palesi e portano il nome di Jimmy Smithe e soprattutto Larry Young: uno padre dell’Hammond B3 e l’altro quello dell’organo moderno o meglio dell’organo nella post Coltrane Age.


Ci vuoi ora dire cosa pensi di questa formazione e se ti ritieni soddisfatto di questo lavoro ?


L’Organ Trio, con o senza ospiti, suona in modo espolosivo, divertente e sa catturare l’attenzione di chi lo ascolta. La scelta del repertorio e gli arrangiamenti è molto azzeccata poiché non solo i temi sono molto belli, anche se spesso noti purtroppo solo ad una fascia ristretta di pubblico, ma sono arrangiati e suonati con slancio, vivacita’ , calore, fervore e risplendono di nuova luce. A cominciare dalla sonorita’ per esempio, anche sul piano elettrico. L’Organ Trio ha un suo suono e non ricorda altri che se stesso sia pure con i dovuti collegamenti con una tradizione che si vuole non solo rispettare ma addirittura rinverdire e modernizzare. Basta ascoltare l’inizio di Haitian Fight Song per accorgersi da che parte tira il vendo di Organ Trio che è decisamente soul, blues, jazz e non solo. Credo che Charlie Mingus sarebbe contento di sentire come l’Organ Trio suona il suo brano: con rispetto, riverenza, amore facendolo risplendere di nuova luce e di nuovi suoni.

A questo punto non ci resta che augurare a tutti Buon Ascolto e Buon Divertimento oltre che ringraziare Sergio per la sua disponibilita' e per la sua grande passione.





OFFICIAL BIOGRAPHY





Nato a Bari, intraprende giovanissimo gli studi musicali sotto la guida del padre (Pino Di Modugno noto fisarmonicista) studiando pianoforte, organo, basso elettrico e contrabbasso. La sua prima esibizione in pubblico avviene all’età di cinque anni e nel 1973 debutta ufficialmente nell’orchestra del padre.
Dal 1976 studia pianoforte col M.° Binetti conseguendo il diploma nel 1984. Nello stesso anno è premiato al concorso "Coppa Pianisti d'Italia". Frequenta inoltre alcuni corsi di perfezionamento pianistico con i M.stri Medori e Caporali, e dei seminari jazzistici con Michael Brecker e Pat Metheny e infine i corsi di Siena Jazz.
Dal 1996 al “99 è in tournee con Patty Pravo, partecipando alla realizzazione di due cd e un dvd.
Dal 2002 incide per la “Red Records” realizzando vari cd: “Organ Grooves”, che lo vede in veste di leader in compagnia dei musicisti Sandro Gibellini (chitarra), Fabrizio Bosso (tromba), Stefano D’Anna (sax tenore), Massimo Manzi (batteria) e Pino Di Modugno (fisarmonica), “Bedouin” di Pino Di Modugno, “Paradoxa” del pianista siciliano Salvatore Bonafede, e il suo secondo album da leader intitolato "Organ Trio" con Pietro Condorelli (chitarra) e Massimo Manzi (batteria).
Nel 2003 viene eletto tra i migliori nuovi talenti nel referendum “Top Jazz” indetto dalla rivista “Musica Jazz”.
Ha tenuto dei concerti come solista con l’Orchestra Sinfonica “Arturo Toscanini” di Parma diretta dal M° Beppe D’Onghia, interpretando il concerto per gruppo e orchestra sinfonica dei Deep Purple composto dall’organista Jon Lord.
Insegna a Bari presso la scuola "il Pentagramma" ed il Conservatorio “N. Piccinni”.

COLLABORAZIONI DISCOGRAFICHE
Pino Di Modugno, Fabrizio Bosso, Massimo Manzi, Sandro Gibellini, Stefano D’Anna, Pietro Condorelli, Patty Pravo, Guido Di Leone, Michele Carrabba, Mario Rosini, Michele Di Monte, Mimmo Campanale, Giovanni Tommaso, Tiziana Ghiglioni, Salvatore Bonafede, Lorenzo Tucci, Pietro Ciancaglini, Jazz Studio Orchestra, Gianluca Petrella, Mariella Carbonara, Michele Fazio, Mino Petruzzelli, Claudio Colasazza, Rocco Zifarelli, Articolo 31.
FeedBack :
Alla domanda vi è piaciuto il cd proposto avete votato in totale 10 persone di cui 9 (90 % ) hanno
risposto SI e 1( 10% ) NO

23 novembre, 2007

Può La Musica Chiuderci In Noi Stessi ?

Gia' in questo blog abbiamo trattato piu' di una volta il tema del Rock ( e piu' in generale della musica ) come esigenza dell'anima. Con Antonio Spadaro abbiamo gia' visto come non si possa, utilizzando termini propri della tradizione cristiana, ne demonizzare ne santificare il Rock come qualsiasi atra forma di musica o d'arte. Eppure la musica ( compresa quella piu' raffinata e "sensibile" ) come ogni altra forma d'arte può trasformarsi da momento di gioia in momento profondamente egoistico, da occasione di "mettersi in contatto con l'altro " ( come nel cd Give Us Your Poor ) ad isolamento dall'altro in noi stessi. Ecco perchè ho ritenuto interessante proporvi questo scritto di G. Ravasi. Certo si denota una certa "diffidenza" verso il mondo del Rock ma se si tralascia questo penso che questa riflessione possa essere molto utile.

"Dicono che la musica abbia per effetto di elevare l'anima Sciocchezze! Non è vero. Agisce, agisce tremendamente, ma non nel senso di elevare l'anima; non la eleva né l'abbassa, la esaspera. Amo tanto la musica e, perciò, non volevo lasciar passare la festa di s. Cecilia senza parlare di quest'arte. Sono, allora, andato a cercare un passo significativo e ho pensato a qualche testo che avesse la musica nel titolo e m'è venuto subito in mente La sonata a Kreutzer (1889-90) di Tolstoj, racconto terribile ma possente. E ho trovato questa frase anch'essa terribile che, però, non può essere facilmente accantonata. Certo, sappiamo che il grande Cervantes era convinto che donde hay música, no puede haber cosa mala e lo stesso Lutero in un suo scritto intitolato Frau Musica ribadiva che «non può esserci animo cattivo dove cantano gli amici». Tuttavia non bisogna dimenticare che già i Greci sapevano che, accanto alla musica «apollinea», fonte di armonia, bellezza e gioia, c'è anche la musica dionisiaca che acceca, travolge e sconvolge. E qui il pensiero corre, senza voler essere troppo raffinati o prevenuti, a certe espressioni della musica giovanile di oggi: prima ancor di parlare di «rock satanico», ciò che sconcerta è appunto l'esasperazione che quel suono induce, spaccando i timpani, torturando il cervello, isolando la persona in uno stato irrazionale, generando reazioni fisiche sguaiate, eccitate da alcol e droga. Difficile è, a quel punto, stabilire la frontiera tra musica e suono devastante, tra ebbrezza e accecamento. Ma, lasciando a parte questo estremo, è un po' vero per tutti che la musica può essere sia uno strumento di esaltazione interiore, di luce e di liberazione, ma anche di esasperazione, di inasprimento, di sofferenza, di svelamento del vuoto che è in noi. "

Tratto Dal Mattutino Di G. Ravasi

05 novembre, 2007

Give Us Your Poor

In America ogni anno vi sono 3.5 milioni di Homeless e ciò non dovrebbe accadere!
Necessita’ ( e diritti aggiungiamo noi ) basilari come un tetto sopra la propria testa e del cibo in tavola – attenzione, non si tratta di qualcosa di superfluo ma di vere e proprie esigenze primarie per la sopravvivenza – non sono garantite.
E la sola lidea che oltre un milione di senzatetto siano ragazzini fa sanguinare il mio cuore.
Qui non si tratta di aspettare una cura che qualche scienziato possa trovare in futuro per risolvere il problema. Gli Homeless sono qui, ora….
Potremmo risolvere questo problema velocemente se solo ve ne fosse la volonta’.
Ci sono molte persone buone la fuori che vogliono fare qualcosa e alcune volte tu devi solo trasmettere il loro messaggio.

Jon Bon Jovi

Uno studio condoto nel 2001 dalla Conferenza dei Sindaci di 27 grandi citta’ americane mostra che i rifugi per homeless rifiutano il 37 per cento delle persone a causa del sofraffollamento.

Le statistiche per le famiglie di homeless sono ancor piu’ tragiche : il 52 per cento non hanno accesso alle case di accoglienza per Homeless.


Il 41 per cento del totale degli homeless è costituito da famiglie.


Un homeless su quattro è un bambino al di sotto dei dieci anni.


Il 43 per cento degli homeless lavora !


Secondo il Department of Veterans Affairs ogni notte uomini e donne veterani vanno a dormire in un posto che non può essere chiamato “casa”.


Il 40 per cento degli homeless hanno fatto parte dell’Us Armed Forces ( esercito americano ).


Tutti noi abbiamo conosciuto la grande solitudine che accompagna queste persone e abbiamo imparato che l’unica soluzione è l’amore e che solo l’amore conduce alla comunita’ “



La missione di “Give us your poor “ è di creare una rivoluzione nell’opinione pubblica nel dissipare preconcetti e inspirare azioni per porre fine al problema dei senza tetto negli Usa.
Essa lavora per portare cambiamenti a livello politico, per cercare volontari e contributi a livello individuale e di organizzazioni attraverso i media e l’educazione, e per dare supporto alle organizzazioni patner a favore degli homeless. Essa si basa sul convincimento che il problema dei senza tetto è risolvibile e che lo si debba risolvere tutti insieme. Give Us Your Poor è stata fondata nel 1999 e fa parte della Massachusetts Boston’s McCormack Graduate School Of Policy Studies. Parte dei proventi della vendita di questi cd andranno all’organizzazione. Alla stessa verranno dati molti cd al costo di produzione al fine di ottenere direttamente fondi con la vendita.


Ci sono voluti due anni per creare questo cd il cui scopo è quello di raccogliere fondi a favore dei senza tetto. Questo cd ha visto la luce grazie alla collaborazione tra la Appleseed Recording e l’organizzazione no profit Give Us Your Poor e ha il pregio di riunire musicisti affermati , attori impegnati socialmente e musicisti che in passato o tuttora sono degli homeless in un lavoro che raccoglie nuovei ncisioni che testimoniano la crescente crisi dei senza tetto in America . Nel dar vita al cd ci sono state frequenti forme di collaborazione tra i musicisti che hanno donato il loro tempo e la loro musica e i loro fratelli homeles scrivendo canzoni che hanno il pregio di riflettere su un’esistenza condotta senza la garanzia di aver un alloggio, del cibo o qualsiasi altra semplice necessita dell’esistenza umana. ( i cosidetti bisogni primari ). La quasi totalita’ dei profitti realizzati dalla vendita di questo cd saranno donati ad organizzazione che prestano opere benefiche a favore dei senza tetto.


Musicalmente parlando in Give Us Your Poor vi si possono trovare una vasta gamma di artisti, generi e stili musicali diversi che fanno del un’esperienza avvincente e godibile oltre che educativa.


Tra gli artisti di alto profilo ricordiamo :


Bruce Springsteen, Jon Bon Jovi, Keb Mo’, Natalie Merchant, Bonnie Raitt, Madeleine Peyroux, Mark Erelli e molti altri. Ma la parte del leone la fanno gli aritsti homeless. All’interno del cd sara’ possibile trovare un bellissimo booklet dove i singoli cantanti spiegano i propri motivi personali che li hanno indotti ad aderire a questa iniziative.


A tal proposito ascoltiamo le parole di John McGah, Direttore di Give Us Your Poor :


L’essere homeless ti disconette dagli altri. La musica invece ti connette. E’ molto semplice. Come dice il mio amico Montreville Blakely, un cantante chitarrista di Washington, “L’arte è un ottima medicina”. In particolare la musica per sua natura dona speranza mettendo in contatto le persone in un modo che le parole non potrebbero. Ti permette di sentire quello che il musicista prova in quel momento e questa “comunione” avviene indipendentemente dall’eta’, dallo stato sociale o dal tipo di vita del musicista o dell’ascoltatore. Ma al di la’ dell’aspetto spirituale la musica può cambiarci nel modo di vivere e come prendere le decisioni. “ Il ruole dell’artista è mostrare che è possibile” è ciò che ha detto Bruce Spingsteen . Essa da forma alle azioni.
La cosa piu’ sorprendente in questo progetto è stata la risposta delle persone cui abbiamo chiesto un coinvolgimento. Pensavamo che pochi artisti rispondessero al nostro appello e solo una piccola percentuale degli homeless contattati si sarebbe fatta viva. Invece è accaduto proprio l’opposto. Centinaia di musicisti hanno dato immediatamente il loro consenso. Berkee College Of Music e Give Us Yor Poor si sono rivolti a centinai di artisti homeless o ex homeless per chiedere se potessere prestarci la loro voce o la loro musica. Gli artisti celebri ne sono stati immediatamente coinvolti. Se volevamo la loro autorizzazione ad usare la loro musica allora chiedevano di poter aiutare il progetto e poterne far parte. Quando poi abbiamo diffuso la voce tra gli artisti indipendenti abbiamo ricevuto 775 demo ed è stato difficilissimo ascoltarli e fare una scelta.
All’inizio eravamo intenzionati a produrre la colonna sonora per un documentario sul fenomeno degli homeless coinvolgendo solo celebrita’. Incontrai Mark Governor, un curatore di colonne sonore di Hollywood, in un tavolino della stazione dei treni di Boston, tra gli homeless che spesso la abitano o vi dormono. Mark mi disse “ Ho lavorato alla colonna sonora sul documentario. Penso sia una buona idea che può aiutare ad accrescere la consapevolezza del fenomeno. Ma che ne dici se mettessimo inisieme artisti homeless con delle star e farle lavorare insieme ? Immediatamente sono rimasto fulminato dall’idea.
Il modello era quello di raccogliere dei demo da musicisti homeless provenienti dall’intero territorio statunitense. Ma come fare ? Non ne avevamo idea. Ci associammo con due studenti della Umass di boston, quattro eccellenti studenti del Berklee College e quattro membri della facolta piu’ un ottimo numero di volontari. Poi mandammo la notizia del progetto a molte associazioni che aiutano gli homeless e ai vari patner della Give Us Your Poor. La Ronald Corporation ci ha donato quattro piastre di registrazione portatili Alcuni Homeless inviarono dei demo, altri li incontrammo direttamente per registrarli, ad altri ancora inviammo l’equipaggiamento per la registrazione. Ricevemmo un mucchio di materiale e la maggior parte dello stesso era di ottima fattura. Questa era veramente musica, espressione dello spirito umano, alcune volte scritta da persone che hanno passato momenti realmenti duri durante i quali i loro sogni si incontravano con i loro demoni. Ci sentimmo come dei custodi di registrazioni sacre e le trattammo come tali.
Il maggior aiuto lo abbiamo ottenuto naturalmente grazie alla Appleseed e al suo boss Jim Musselman. La Applessed è una delle piu’ grandi etichette indipendenti la cui missione è quella di promuovere un modello di business “socialmente sostebibile” come diremmo noi oggi. La Applessed ha contribuito alle neccessita’ donando tempo, contatti, soldi, cuore e anima per far si che questo progetto vedesse la luce. E’ stata una partnership reale ma soprattutto una grande lezione di vita. Grazie Jim e a tutti quanti alla Appleseed.
Molte ricerche e esperienze sul campo dimostrano come ci siano delle soluzioni praticabili per combattere il fenomeno o per lo meno per aiuare gli homeless nei loro bisogni primari e questo per il solo scopo di essere il paese che ameremmo effettivamente essere. Per maggiori informazioni visitate il sito www.giveusyourpoor.org
Spero che passerete un ottimo tempo quando ascolterete questo cd. Forse proverete un senso di speranza, magari danzerete un poco, magari abbraccerete i vostri figli un po’ piu’ forte. La sola cosa che spero veramente è che questo cd sia l’esempio per ricordare che gli homeless, benche’ senza una casa e privati dalle neccessita’ piu’ elementari, possono essere persone creative, amabili, talentuose, con una profonda capacita’ di “connettere” persone.
Questo cd vorrebbe aver lo scopo di far incontrare persone e rendere reale la percezione che cambiare sia possibile. Ma soprattutto questo cd vuole dimostrare che l’amore esiste.

02 novembre, 2007

Ciao Caro Don...

Come tutti coloro che hanno a cuore il problema dello sfruttamento di donne e minorenni sulle nostre strade, anche noi piu' di una volta non abbiamo potuto fare a meno di incontrarci e confrontarci con Don Benzi e la sua opera. E' per questo che insieme all'ultimo saluto vogliamo ricordare anche le sue ultime parole che hanno preso spunto dagli ultimi fatti successi a Roma( per molti penso che saranno scomode, ma vale la pena leggerle se non altro perchè pronunciate da una persona che ha vissuto sulla propria pelle ciò che afferma )

Don Oreste Benzi, morto la scorsa notte a Rimini, aveva riservato appena ieri il suo ultimo intervento alla vicenda di Giovanna Reggiani. "Chi non rimane sconvolto, addolorato, sdegnato venendo a conoscere ciò che il giovane romeno ha fatto alla povera Giovanna Reggiani a Roma? Al di là dell'emozione bisogna però usare la ragione", aveva commentato il sacerdote, la cui associazione, la Comunità Papa Giovanni XXIII, opera in Romania da una decina d'anni. "I funzionari della polizia romena con i quali collaboriamo nel rimpatrio delle giovani romene da noi liberate (nel 2006 ne abbiamo riportate in patria 60) - affermava il religioso - ci dicono: 'i lupi feroci siete voi italianì. Voi oggi in Italia sbranate più di 30.000 ragazze romene, delle quali in partenza il 50% sono bambine. Siete voi che foraggiate, mantenete i criminali romeni che le sfruttano e le tengono schiave con almeno duecento milioni di euro all'anno di guadagno. Sono i vostri maschi italiani che pagano i delinquenti romeni. Noi dobbiamo chiedere perdono alla signora barbaramente massacrata. Ma voi dovreste stare in ginocchio tutto l'anno perchè tutto l'anno massacrate le nostre bambine. Siete voi italiani delinquenti che chiamate i nostri delinquenti romeni, e i vostri delinquenti sono molto, ma molto di più dei nostrì". "E hanno ragione", sosteneva don Benzi : "I componenti dell'osservatorio nazionale sulla prostituzione, compresi i cattolici, non hanno voluto seguire le direttive del Dicastero della Chiesa sui Migranti, che chiede di proibire la prostituzione e di punire i clienti come chiediamo noi. Non hanno voluto colpire questo fenomeno includendolo nel pacchetto sicurezza, non si sono preoccupati di liberare le ragazze sfruttate. Questa è la grande ipocrisia dilagante oggi. Abbiamo mandato tante ragazze a raccontare le loro incredibili storie di sfruttamento nelle televisioni italiane, a cosa è servito?". Don Benzi aveva chiesto al ministro dell'Interno Giuliano Amato "di emanare un decreto urgente a norma dell'art.3, n.9 della legge 75/58, con la precisazione di tutti gli atti di favoreggiamento e di adescamento, compreso li sequestro della macchina del cliente, che sono oggi impuniti, in modo da rendere impossibile al cliente l'avvicinarsi alle donne". "Un altro errore gravissimo - aveva ancora ammonito - si sta compiendo oggi: lo sgombero dei campi nomadi senza avere prima preparato loro il posto dove collocarli. Così aumenta il disagio e si accresce la criminalità".

Sono sicuramente parole forti di una persona che ha amato le vittime di questo traffico ignobile. Anche noi ogni sera vediamo in pochi chilometri ( max 10 ) ragazze giovani e meno giovani rumene che, come in una catena di montaggio, vengono continuamente addescate e usate da uomini. Qui usiamo il termine uomini e non italiani perchè il fenomeno è trasversale alla nazionalita'. Infatti vediamo italiani, ma anche nigeriani, albanesi, francesi, inglesi.... cosi' come è trasversale il ceto sociale e l'eta'. Tutti costoro, dal libero proffessionista all'operaio, dall'immigrato irregolare allo studente Erasmus sanno benissimo dove vanno a finire questi soldi. Spesso nella piramide della creazione della ricchezza lo sfruttamento della prostituzione è il primo passo per ottenere il "capitale" iniziale che permette di entrare in traffici piu' redditizi quali armi e droga. Quindi chi controlla le ragazze non sono grandi organizzazioni "mafiose" ma schegge impazzite che tentano di ottenere visibilita' nel mondo della malavita e per questo ancor piu' pericolosi in quanto pronti a tutto. Bloccando questo traffico, insieme ai patti di legalita' con i Rom che veramente amano il nostro paese e vogliono restarci per integrarsi non risolveremo il problema , ma sicuramente faremmo grandissimi passi avanti.
C'è la volonta' politica e la forza etica per fare ciò ?
Oppure è piu' facile mandarli via come se poi non tornassero con il primo bus ?

18 ottobre, 2007

The Future

Destroy another Fetus now.
We don't like children anyhow.
I've seen the future, baby:
It is murder

Leonard Cohen

Aborti Legali in un anno in Italia : 130.033(senza contare quelli farmaceutici e illegali)

Totali Bambini Nati : 560 mila

Fonte Repubblica

09 ottobre, 2007

Pubblicita' e Progresso By Nicola C

Molte volte quando si sente parlare di carestie si pensa che questi eventi siano il male presente sul pianeta. Purtroppo per la nostra coscienza il male non è chi muore di fame ma coloro che affamano attraverso l'accumulo fine a se stesso. E questo dovrebbe far riflettere sui fondamenti del nostro sistema economico basato sull'accumulo fine a se stesso ricordandoci che fine ultimo non è diventare tutti poveri ma condividere tra tutti la nostra ricchezza nel benessere.

02 ottobre, 2007

Ci saremo anche noi !!!


Angelucci HI FI promuove anche quest’anno SINTONIE, rassegna nazionale dell’alta fedeltà e della musica live. Sintonie quest’anno festeggia il decimo anniversario e la manifestazione si terrà sempre presso l’Hotel Villa Medici il 13 e 14 ottobre 2007 in prossimità del casello A/14 di Lanciano.La manifestazione in questi anni è divenuta dopo il Top Audio & Video Show di Milano, la più importante in Italia tra le manifestazioni del settore. Anche lo scorso anno ha avuto un ottimo riscontro e ha visto la presenza di molti visitatori giunti da tutta Italia con un incremento del 20% sulle presenze rispetto alla passata edizione.
Buona anche la presenza di espositori e di riviste nazionali specializzate.
Sintonie, è un punto d’incontro per confrontare la musica riprodotta con sistemi Hi Fi, su vinile, cd e sacd, in ventidue sale dimostrative allestite dai migliori distributori e costruttori nazionali del settore, con la musica dal vivo attraverso concerti musicali e l’esibizione di musicisti nazionali ed internazionali. Tra i vari eventi musicali nella giornata di sabato, la rassegna prevede la presenza di GIORGIO CONTE (quartet) in concerto. Oltre alle sale d’ascolto saranno a disposizione più di 15 spazi espositivi per la vendita di vinile, cd, libri, riviste e accessori hi fi.
Tra le varie iniziative per festeggiare il 10° anno in collaborazione con la casa discografica Fonè, verrà presentato in esclusiva per Sintonie un LP in vinile 33 rpm 200 gr stampato in Giappone completamente analogico e in tiratura limitata (solo 496 pezzi).
Come nelle passate edizioni , alle audizioni e ai concerti live, saranno abbinati seminari giornalieri presentati da Pierrè Bolduc responsabile della famosa rivista musicale Audiophile Sound, da Giulio Cesare Ricci della Fonè e da altri giornalisti di famose riviste del settore. Anche quest’anno la rassegna sarà accompagnata da degustazioni di prodotti tipici locali.

25 settembre, 2007

CAROL WELSMAN

Per nostra fortuna ci risiamo. La Justim' Time, ottima etichetta jazz Canadese, dopo aver scoperto e lanciato Diana Krall e Susie Arioli torna con una nuova vocalist che, ne siamo certi, non potra' che ripeterne le gesta e, speriamo, il successo.
Stiamo parlando di Carol Welsman, vocalist Canadese ma dal sangue e dal ritmo soprattutto latino grazie ad una voce calda accompagnata da una timbrica del suono propriamente latina. Ma non poteva essere altrimenti visto i componenti dell'ensemble jazz che la accompagnano e che andremo a conoscere tra breve.
Un sogno di Carol ( piu' di 60.000 cds venduti nel solo Canada ) era di fare un disco di musica latina cantato in diverse lingue. Ecco allora che in questo cd incontriamo canzoni cantate in Inglese, Portoghese per finire con lo Spagnolo e, chicca per il pubblico italiano, una canzone nella nostra madre lingua. Tutto questo crea nell'ascoltatore delle sensazioni diverse in quanto si tenta di accostare ad ogni ritmo la propria lingua per rendere le sonorita' piu' coinvolgente. Il repertorio non è solo jazz, ma vi sono incluse, come potrete ascoltare, anche delle canzoni pop tradizionali ( soprattutto brasiliane ). Il motivo di questa scelta era ovvio per la Welsman che ricorda come in ogni caso ognuno di noi abbia dovuto crescere con queste canzoni. Ma per lei la sfida era quelle di trasformarle in melodie jazz con un feeling latino e con un approcio il piu' acustico possibile. Ecco allora la scelta dei musicisti che l' hanno accompagnata in questo viaggio musicale. Jimmy Haslip che oltre ad essere il produttore della Welsman può essere considerato uno dei migliori bassisti al mondo cui si affiancano il batterista cubano Jimmy Branly e il chitarrista franco canadese Pierre Cotè. Carol accompagna invece ogni brano al piano. Infnine Carol stessa fa notare che nessuno dei componenti dell'ensemble è di origine sud americana ed è per questo che nel proporre i classici brasiliani non si è cercato di riprodurne i suoni in maniera fedele ma al contrario si è tentato un approcio molto personale per cercare degli arrangiamenti che potessero essere momenti di sintesi dei vari stili presenti nell'album e riflettere la propria esperienza di rielaborazione personale.
Il risultato di tutto questo lo potrete giudicare voi ascoltando questo cd e, perchè no', scrivendoci cosa ne pensate.
Come al solito buon ascolto.




OFFICIAL BIOGRAPHY

Carol Welsman is an internationally acclaimed singer and pianist whose expressive vocal styling and dynamic stage presence have captivated audiences around the world. She has sold over 60,000 CDs in Canada alone, something few jazz artists in Canada have experienced.

Award Winner for “Pianist/Keyboardist of the Year” at the 2006 Canadian Smooth Jazz Awards, and nominee for “Best Female Vocalist”, “Album of the Year”, and “Best Pianist/Keyboardist” in 2007, Carol’s jazz/pop career is soaring to new heights. She has released six CDs to date, and four have received Juno Award nominations, the Canadian equivalent to the Grammy Award.

Carol has just signed an international recording contract with renowned label Justin Time Records. Jimmy Haslip, producer, and bass player/composer for the famous group “Yellowjackets”, is producing Carol’s new CD scheduled for release in June 2007.

Pierre Cossette, renowned producer of the Grammy Awards, produced Carol’s latest project, a CD/DVD “What’cha Got Cookin’, released in Japan, and Canada in 2006. It garnered a nomination for “Album of the Year”.

2004 and 2005 brought Carol tours in Japan, Italy, Brazil, the US and French Canada. She was honored to perform on "Larry King Live" for the 9/11/04 Commemoration, and closed the show with a moving rendition of her original song "This Lullaby''. Pop icon Celine Dion recorded it and has released it worldwide on her 2004 "Miracle" CD as "Baby Close Your Eyes". Throughout that year, a camera team followed Carol around the globe to capture her musical magic, and "The Language of Love" documentary showcasing her career aired across Canada on CBC in 2005. With special guests Herbie Hancock, Brazil’s Djavan, and Oscar Castro Neves (producer of Carol's Juno nominated CD, “The Language of Love"), it continues to receive rave reviews.

Fluent in French and Italian in addition to her native English, Carol blends languages and rhythms with a versatile repertoire including Latin, R & B, pop and swing. She delivers a mix of classic standards and original compositions in a style that ranges from sensuous and warm to infectiously energetic. An elegant and sophisticated performer, this six foot strawberry blonde beauty exudes charm and delights fellow musicians and audiences alike.

Music is in her soul and she is greatly influenced by the diverse musical tastes exposed by her own family. Her passion for jazz led her to Boston's Berklee College of Music in the 80s, where she majored in piano performance. She later traveled to Europe, and studied voice with Christiane Legrand (sister of Michel) and, in Paris, met Romano Musumarra (producer/songwriter for Celine Dion, Pavarotti and Garou). She became the English lyricist for Musumarra's compositions, including a two l No. 1 hit songs in France and Sweden. She also co-wrote the Ray Charles 1995 recording, “Out of my Life” and the 2006 duet, You are my Miracle” for tenor Vittorio Grigolo and “Pussy Cat Dolls” lead singer, Nicole Scherzinger.

In 1990, armed with a wealth of knowledge and experience, Carol returned to Toronto where she started her own music production company and record label (Welcar Music) and launched a serious career as a performer. Since then, she has performed around the world to adoring audiences. Carol enjoys the unique ability to tour in Quebec with a show almost entirely in French.

Carol’s first CD, “Lucky To Be Me”, received a 1996 Juno Award nomination for Best Contemporary Jazz Album and earned Carol the award for Best Female Jazz Vocalist of the Year (1996) by Jazz Report Magazine. Her second CD, Inclined, was so successful, it attracted Justin Time Records to sign her for Canadian license and garnered another Juno Award nomination.

In 1999 Carol released a CD “Swing Ladies Swing, A Tribute to Singers of the Swing Era”, with Pops Symphony Orchestra. The recording was a heartfelt dedication to her grandfather, Frank S. Welsman, founder and first conductor of The Toronto Symphony Orchestra. Carol showcases songs made popular by inspiring singers like Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan, Peggy Lee. Swing Ladies Swing also earned Carol a Juno nomination for Best Female Jazz Vocalist, 2000.

Welsman made her first foray into the Smooth Jazz idiom with the release of her CD “Hold Me” on BMG Canada in June, 2001. Produced by Ronnie Foster and George Butler, this album continues to receive regular airplay on Canadian Smooth Jazz radio.

Carol has performed the music from “Swing Ladies, Swing” with many Canadian and American Pops Symphony orchestras. Co-hosting and performing at the 2000 Billboard Jazz Awards with legendary jazz pianist Herbie Hancock on BET introduced Carol to the U.S. jazz audiences. She has also performed at events attended by the likes of President Bill Clinton, Governor Gray Davis and legendary singer/songwriters Stevie Wonder and Gordon Lightfoot.

Awarded Canadian Jazz Vocalist of the Year (2002), and 2003 Distinguished Alumni of Berklee College of Music, Carol is an extraordinarily talented musician and one of Canada's finest vocalists and pianists.

Si vuole ringrazia Carol Welsman per tutte le informazioni che ci hanno consentito di scrivere questo blog.

10 settembre, 2007

ADDIO ZAWINUL



(ANSA) - VIENNA, 11 SET - Il musicista jazz austriaco Joe Zawinul e' morto in nottata nell'ospedale Wilhelminenspital di Vienna dove era ricoverato dal 5 agosto. Lo rende noto il figlio Erich. Zawinul aveva 75 anni ed era malato di cancro. Autore di hit internazionali il jazzista, che suonava il piano e cantava, era molto famoso anche negli Stati Uniti, dove viveva da quasi 50 anni. Nel 1979 Zawinul fondo' la band Weather Report trasformandola in una delle piu' importanti formazioni di jazz-rock del mondo.

Corriere Della Sera : ADDIO ZAWINUL Il musicista jazz austriaco Joe Zawinul è morto in nottata in un ospedale di Vienna. Il tastierista, 75 anni, era malato da tempo di cancro ed era in ospedale dal 5 agosto. Nel 1979 Zawinul fondò i «Weather Report», una delle più importanti formazioni di jazz-rock, insieme al sassofonista Wayne Shorter, al percussionista Peter Erskine e al bassista Jaco Pastorius. Il doppio lp dal vivo «8:30» vince il Grammy come miglior disco del 1979. Nel corso della sua carriera, Zawinul ha suonato con alcuni grandi della musica tra cui Miles Davis, contribuendo a definire lo stile del jazz-fusion. Dal 2004 Joe Zawinul era proprietario di un club jazz a Vienna, il Birdland, mecca degli appassionati del jazz-fusion. Zawinul, che viveva da 48 anni negli Usa, tornava però regolarmente in Austria. Per il 29 settembre era in programma al Konzerthaus a Vienna la serata «Absolute Zawinul»

VIENNA - Di lui resteranno classici immortali come "Mercy, mercy, mercy" e Birdland". Per lui parlerà la storia di un gruppo che ha segnato pagine indimenticabili di musica: i Weather Report. Il tastierista Joe Zawinul, 75 anni, si è spento in nottata in un ospedale di Vienna. Era malato di cancro da tempo ed era ricoverato dal 5 agosto.

Repubblica : Nato in un quartiere della capitale austriaca il 7 luglio 1932 Zawinul aveva origini magiare, ceche e rom. Si trasferisce negli Usa negli anni '50 vincendo una borsa di studio alla Berklee School di Boston. L'inizio della sua carriera è legato alla sostituzione del pianista del trio di Ella Fitzgerald. Comincia così una carriera che lo vede suonare nella orchestra di Maynard Ferguson, Slide Hampton, poi Dinah Washington, Coleman Hawkins. Firma con il sestetto dei fratelli Adderley 'Mercy, mercy, mercy', il pezzo che ha fondato il soul jazz. Conosce Miles Davis e il soldalizio produce titoli come "Bitches Brew", "Live Devil" e "Big Fun", registrati da una formazione di cui facevano parte Shorter, Herbie Hancock, Jack De Johnette. Ma il nome di Zawinul resta legato all'avventura dei Weather Report, il gruppo fondato insieme al sassofonista Wayne Shorter. La band rimane assieme per 14 anni alternando diverse formazioni, in cui hanno militato anche Peter Erskine e Jaco Pastorius (che entrò nel 1976). Fu una delle ultime vere rivoluzioni creative della musica improvvisata di radice afro-americana, una intuizione felice che ha aperto al jazz e al grande pubblico le porte di culture e ritmi diverse da quella occidentale.

Dopo il suo scioglimento, Zawinul fondò nel 1987 la band 'Zawinul Syndicate', composta da musicisti di rango mondiale che si alternavano in sala d'incisione. Zawinul suonava le tastiere e fu nominato "miglior pianista" dalla famosa rivista jazz Down Beat 28. Nel 1988, esce il primo album della nuova band 'The Immigrants'. Il suo ultimo disco è 'Faces&Places', frutto di un lungo viaggio intorno al mondo in compagnia di un folto gruppo di musicisti.

Nel 2004 Zawinul fondò a Vienna il club "Joe Zawinul's Birdland", indirizzo cult per la musica jazz nella capitale. Per il 29 settembre prossimo era in programma al Konzerthaus a Vienna una serata 'Absolute Zawinul'. Mentre era atteso per un concerto nelle prossime settimane anche a Milano al 24 di questo mese al Teatro Manzoni per il classico appuntamento aperitivo in Concerto. Sarebbe stata per noi di Radio Moonlight l'occasione per conoscerlo... Addio Grande Joe

La Stampa : Joe Zawinul si è spento all'ospedale di Vienna stamattina alle 4,55. Era un grande del jazz. Amava rileggere le partiture portandole verso una contaminazione con il rock e certe forme di musica classica. Nel 1968 Wayne Shorter lo convinse a unirsi al quintetto nel quale militava con Miles Davis; e con Shorter fondò poi i Weather Report nel 1971: una formazione che lasciò il segno, perché rielaborava il jazz alla luce delle nuove possibilità offerte dall'innesto elettrico degli strumenti.

07 settembre, 2007

Guy Davis

"Davis’ folksy and humble stage presence, combined
with his humorous monologues, made one feel that
this was not a concert, but rather, an impromptu
performance on a front porch down in some southern
swamp. Indeed, at times Davis had the audience
singing, clapping and stomping their feet."
--Daily Herald Tribune, Grand Prairie, Alberta


Whether Guy Davis is appearing on “Late Night With Conan O’Brien” or nationally syndicated radio programs such as Garrison Keillor’s, “A Prairie Home Campanion”, “Mountain Stage” or David Dye’s,“World Café”., in front of 15,000 people on the Main Stage of a major festival, or teaching an intimate gathering of students at a Music Camp, Guy feels the instinctive desire to give each listener his ‘all’.

His ‘all’ is the Blues.

The routes, and roots, of his blues are as diverse as the music form itself. It can be soulful, moaning out a people’s cry, or playful and bouncy as a hay-ride.

Guy can tell you stories of his great-grandparents and his grandparents, they’re days as track linemen, and of their interactions with the infamous KKK. He can also tell you that as a child raised in middle-class New York suburbs, the only cotton he’s picked is his underwear up off the floor.

He's a musician, composer, actor, director, and writer. But most importantly, Guy Davis is a bluesman. The blues permeates every corner of Davis' creativity.

Throughout his career, he has dedicated himself to reviving the traditions of acoustic blues and bringing them to as many ears as possible through the material of the great blues masters, African American stories, and his own original songs, stories and performance pieces.

His influences are as varied as the days. Musically, he enjoyed such great blues musicians as Blind Willie McTell (and his way of story telling), Skip James, Manse Lipscomb, Mississippi John Hurt, Elizabeth Cotton, and Buddy Guy, among others. It was through Taj Mahal that he found his way to the old time blues. He also loved such diverse musicians as Fats Waller and Harry Belafonte.

His writing and storytelling have been influenced by Zora Neale Hurston, Garrison Keillor, and by the late Laura Davis (his one hundred and five year-old grandmother).

Davis' creative roots run deep. Though raised in the New York City area, he grew up hearing accounts of life in the rural south from his parents and especially his grandparents, and they made their way into his own stories and songs. Davis taught himself the guitar (never having the patience to take formal lessons) and learned by listening to and watching other musicians. One night on a train from Boston to New York he picked up finger picking from a nine-fingered guitar player.

Throughout his life, Davis has had overlapping interests in music and acting. Early acting roles included a lead role in the film "Beat Street" opposite Rae Dawn Chong and on television as ‘Dr. Josh Hall’ on "One Life to Live". Eventually, Davis had the opportunity to combine music and acting on the stage. He made his Broadway musical debut in 1991 in the Zora Neale Hurston/Langston Hughes collaboration "Mulebone", which featured the music of Taj Mahal.

In 1993 he performed Off-Broadway as legendary blues player Robert Johnson in "Robert Johnson: Trick the Devil". He received rave reviews and became the 1993 winner of the Blues Foundation's "Keeping the Blues Alive Award” presented to him by Robert Cray at the W.C. Handy Awards ceremony.

Looking for more ways to combine his love of blues, music, and acting, Davis created material for himself. He wrote "In Bed with the Blues: The Adventures of Fishy Waters" -- an engaging and moving one-man show. The Off-Broadway debut in 1994 received critical praise from the New York Times and the Village Voice.

Davis' writing projects have also included a variety of theatre pieces and plays. "Mudsurfing", a collection of three short stories, received the 1991 Brio Award from the Bronx Council of the Arts. The Trial", (later renamed, "The Trial: Judgement of the People"), an anti-drug abuse, one-act play that toured throughout the New York City shelter system, was produced Off-Broadway in 1990, at the McGinn Cazale Theater. Davis also arranged, performed and co-wrote the music for an Emmy award winning film, "To Be a Man". In the fall of 1995, his music was used in the national PBS series, "The American Promise".

Davis also performed in a theater piece with his parents, actors/writers Ruby Dee and the late Ossie Davis, entitled "Two Hah Hahs and a Homeboy", staged at the Crossroads Theatre in New Brunswick, NJ in the spring of 1995. The show combined material written by Davis and his parents, with music, African American Folklore and history, as well as performance pieces by Hurston and Hughes. Of Davis' performance, one reviewer observed that his style and writing "sounds so deeply drenched in lost black traditions that you feel that they must predate him. But no, they don't. He created them."

For the past decade, Davis has concentrated much of his efforts on writing, recording, and performing music. In the fall of 1995, he released his Red House records debut "Stomp Down Rider", an album that captured Davis in a stunning live performance. The album landed on top lists all over the country, including in the Boston Globe and Pulse magazine.

Davis' next album, "Call Down the Thunder", paid tribute to the blues masters, but leaned more heavily towards his own powerful originals. The electrifying album solidified Davis' position as one of the most important blues artists of our time. It too was named a top ten album of the year in the Boston Globe and Pulse, and Acoustic Guitar magazine called it one of the “thirty essential CDs from a new generation of performers”.

Davis' third Red House disc, "You Don't Know My Mind", which includes backing vocals by Olu Dara, explodes with passion and rhythm, and displays Davis' breadth as a composer and powerhouse performer. It was chosen as ‘Blues Album of the Year’ by the Association For Independent Music (formerly NAIRD)The San Francisco Chronicle gave the CD four stars, adding, "Davis' tough, timeless vocals blow through your brain like a Mississippi dust devil."

Charles M. Young summed up Davis' own take on the blues best when he wrote his review in Playboy magazine, "Davis reminds you that the blues started as dance music. This is blues made for humming along, stomping your foot, feeling righteous in the face of oppression and expressing gratitude to your baby for greasing your skillet."

Guy’s fourth album was, “Butt Naked Free”, the first of all of the albums since that have been produced by John Platania, former guitarist for Van Morrison. In addition to John on electric guitar, it includes musician friends such as Levon Helm (The Band), multi-instrumentalist, Tommy “T-Bone” Wolk (Hall & Oates, Carly Simon, ‘Saturday Night Live’ Band), drummer Gary Burke (Joe Jackson), and acoustic bassist, Mark Murphy (Walt Michael & Co., Vanaver Caravan). The musicians all performed “Waitin’ On the Cards to Fall” from this album on the Conan O’Brien show.

Of the fifth album “give in kind”, Music critic Dave Marsh wrote, “Davis never loses sight of the blues as good time music, the original forum for dancing on top of one's sorrows. Joy made more exquisite, of course, by the sorrow from which it springs.”

It was this album that caught the ear of Ian Anderson, founder and lead singer of one of Rock & Roll’s greatest bands, “Jethro Tull”, who invited Guy to open for them during the summer of 2003. He wrote in his invitation, “Folk Blues (Sonny Terry, J.B. Lenoir) is where I started. Hearing Guy is like coming home again.”

In fact, there are many notables in the entertainment world who call themselves Guy Davis fans including Jackson Browne, Maya Angelou, and Jessica Lange, who had Guy perform his take on the Bob Dylan song, “What’s a Sweetheart Like You (Doing in a Dump Like This)” for a special fundraiser she and her husband Sam Shepard organized for Tibetan Monks in Minnesota.

“Chocolate to the Bone”, Guy’s sixth album followed with more accolades and acclaim including a W.C. Handy award nomination for “Best Acoustic Blues Album”. In fact, Guy has been nominated for nine ‘Handy Awards’ over the years including for “Best Traditional Blues Album”, “Best Blues Song” (“Waiting On the Cards to Fall”) and as “Best Acoustic Blues Artist” two times.
His latest album, “Legacy” was picked as one of the Best CDs of the Year by National Public Radio (NPR), and the lead track on it, “Uncle Tom’s Dead” was chosen as one of the Best Songs of the Year. This of course is ironic as FCC rules won’t allow it to be played on the air, but it’s a fitting tribute none the less. The only other artist on both lists was Brian Wilson of the Beach Boys fame.

The cover for this album was drawn by noted comic book artist and graphic illustrator, Guy Davis. The tongue-in-cheek cartoon strip that is included in the liner notes, is a collaboration between the two Davis’. A winery in California completes the triumvirate as it is headed by a man also named Guy Davis. He created a limited edition wine in their honor with the label artwork done by illustrator Guy.

Bluesman Guy has contributed songs on a host of ‘Tribute’ and ‘Compilation albums’, including collections on bluesmen Charley Patton and Robert Johnson, for Putumayo Records collections including, “From Mali to Memphis” and the children’s album called, “Sing Along With Putumayo”, for tradition-based rockers like the Grateful Dead, songwriters like Nick Lowe, and for Bob Dylan’s 60th birthday CD called, “A Nod to Bob”, even on a Windham Hill collection of Choral Music, and alongside performers like Bonnie Raitt, Jackson Browne, and Bruce Springsteen for a collection of songs written by his friend, legendary folksinger, ‘Uncle’ Pete Seeger, called, “Where Have All the Flowers Gone”.

However, easily the proudest recording project he’s been involved with is the one produced by his friend Larry Long, called “I Will Be Your Friend: Songs and Activities for Young Peacemakers”, in which Guy contributes the title track. It’s a CD collection of enriching songs combined together with a teacher’s aide kit to help teach diversity and understanding. It is all part of the national “Teaching Tolerance” (www.tolerance.org) campaign and continues to be distributed by the Southern Poverty Law Center, and sent to every public school in the country to help combat hatred.

And speaking of children’s projects, Guy wrote a couple songs and recorded with Dr. John for Whoopi Goldberg’s “Littleburg” series, and appeared and sang in “Jack’s Big Show”, both for the Nickelodeon network, “Nick, Jr”.

Guy has also done residency programs for the Lincoln Center Institute, the Kennedy Center, the State Theatre in New Jersey, and works with “Young Audiences of NJ”, doing classroom workshops and assembly programs all across the country and in Canada for Elementary, High School, and College students.

Most recently Guy had the honor of appearing in the PBS special on Jazz and Blues artist, the late Howard Armstrong. And he was an honored guest at the Kennedy Center Awards, in which his folks received their medals, alongside other recipients like Warren Beatty, Elton John and composer John Williams from the President of the United States.

06 settembre, 2007

Ciao Big Luciano

23 agosto, 2007

A. Piazzolla + E. Piaf + J.S. Bach + B.Evans + L. Bacalov = Richard Galliano

Molte volte quando ci chiedono che tipo di musica si ascolti la risposta piu' comune è : Di tutto, non abbiamo limiti : la musica è creativita'. Ed in effetti è vero : la buona musica non ha confini di genere. Tuttavia quando si passa dall'ascolto alla composizione le cose veramente cambiano : come è possibile far convivere nella creativita' di un artista generi e sensibilita' diverse strutturandole in modo da ottenerne dei suoni che sappiano toccare le corde giuste dello spirito ? Penso che questa domanda si è sicuramente posto il formidabile fisarmonicista francese Richard Galliano prima di incidere questo lavoro che accoglie tutti noi dal rientro delle nostre vacanze : E che accoglienza. Le atmosfere, come i generi toccati passano da una dolcezza estrema ad una sensualita' quasi provocante, il suono non passa senza soffermarsi quasi pretenda che gli si presti attenzione. I sentimenti anch'essi sono contrastanti, alcuni brani sono quasi autunnali, sobri, leggeri da ascoltare di sera, altri invitano all'azione, al movimento. Il vibravono di Burton ne detta i tempi, la fisarmonica di Galliano invece da profondita' al sentimento : in altre parole se questo non è il cd dell'anno non so cosa si cerchi nella musica...


L’album si intitola “L’hymne à l’amour” ed è stato registrato a New York il 26 e 27 agosto 2006, segnando l’avvio di un sodalizio davvero importante: quello con Gary Burton, autentico fuoriclasse del vibrafono e, come lo stesso Galliano, musicista di straordinaria sensibilità poetica. La ritmica è formata da un contrabbassista di lunga esperienza come George Mraz e da Clarence Penn, uno dei migliori batteristi delle ultime generazioni di jazzisti d’oltre Atlantico.

Racconta lo stesso Galliano a proposito della collaborazione con Gary Burton: “L’incontro con lui era, credo, inevitabile, addirittura forse anche scritto: mi è sempre piaciuto il vibrafono e naturalmente Gary Burton. La prima volta che ho sentito parlare dell’associazione fisarmonica-vibrafono è stato tanto tempo fa, quando avevo 12 anni. All’epoca, il mio insegnante mi fece scoprire un disco mitico: “Cocktail Capers” del quintetto di Art Van Damme. Fu uno choc indimenticabile che ha in qualche modo segnato il mio percorso musicale”. Punto di partenza dell’unione con Gary Burton è stato inevitabilmente il comune amore dei due musicisti per l’opera di Astor Piazzolla, con il quale il musicista statunitense ha proficuamente collaborato nel 1984. “È stato nel 2003, a Londra, durante un mio concerto col gruppo Piazzolla Forever, che al manager di Gary è venuta l’idea di metterci in contatto. Poco dopo, io e Gary ci siamo visti a Parigi e abbiamo deciso di realizzare l’album e di intraprendere una tournée insieme”.

In “L’hymne à l’amour” si ascoltano cinque brani del magnifico compositore e bandoneonista argentino: Milonga Is Coming, Triunfal, Soledad, Operation Tango e Romance del Diablo. Oltre alla splendida melodia che dà il titolo al CD, scritta da Edith Piaf assieme a Marguerite Monnot (ex allieva, come Piazzolla, di Nadia Boulanger), ci sono poi Waltz For Debby di Bill Evans, il bellissimo tema de Il Postino di Luis Bacalov e Para Jobim dello stesso Galliano. Completa un quadro così raffinato una pagina di Bach, tratta dalla Sinfonia n.11 in re minore.

Afferma ancora Richard Galliano: “Questo disco evoca, secondo me, un’emozione intensa con un sentimento profondo di Pace e di Amore in “chiaroscuro”, come avviene in un quadro di Rembrandt o in una poesia di Lamartine. Le lame del vibrafono di Gary Burton vibrano con quelle della mia fisarmonica e faranno, lo spero sinceramente, vibrare l’anima degli ascoltatori, grazie a questo hymne à l’amour che si erge, più che mai, contro la violenza, il terrorismo e la guerra”. Parole alle quali non è necessario aggiungerne altre.



BIOGRAFIA UFFICIALE

Richard Galliano changed the history of the accordion: today we can speak of speak of "before" and "after" Galliano."(Yasuhiro Kobayashi - Japanese accordionist, Björk's accompanist).

Richard Galliano has succeeded, through his musical emphasis on melody, rhythm, and harmony, in imposing his instrument in musical contexts that previously ignored it-jazz festivals (Marciac, Vienne, Montréal, etc.) and classical concert halls (Academia Santa-Cecilia in Rome, the Théâtre des Champs-Elysées in Paris, Milan' s la Scala, etc.).

He was born in Cannes on December 12, 1950. He studied piano and accordion with his father, Lucien Galliano, before pursuing his musical studies at the Nice Conservatory, presided at that time by organist Pierre Cochereau. He studied counterpoint, harmony, and trombone, graduating with a 1er Prix d' Excellence in 1969. In parallel with this musical apprenticeship he took part in international accordion competitions. Playing J.S. Bach, Tchaikovsky, Ravel and Gershwin, he won first prize in the accordion "World Cup" two years in a row (1966, Valence, Spain and 1967, Calais, France) as well as the President's Prize in 1968 (under President Charles de Gaulle).

In 1973 he left the south of France for Paris. For several years he collaborated with Claude Nougaro, Barbara, Serge Reggiani, Charles Aznavour, Juliette Gréco, Georges Moustaki and Zizi Jeanmaire. His duo performance with singer Allain Leprest for the album Voce A Mano won him the Grand Prix du Disque from the Académie Charles Cros. In the realm of French chanson we should also mention his musical encounters with the singer Catherine Ringer (of the group Rita Mitsouko) at the Cité de la Musique (Paris) and at the Antibes Jazz Festival in Juan-Les-Pins.In 1983 Astor Piazzolla invited Richard Galliano to be the bandoneon soloist at the Comédie Française in his original music to accompany William Shakespeare's "A Midsummer Night's Dream", directed by Jorge Lavelli. It was the beginning of a long friendship between the two men that lasted until Piazzolla's death in 1992.

Between 1980 and 2003 Richard Galliano shared the stage with great musicians in concerts all over the world (Paris, New York, Moscow, London, Buenos Aires, Montréal, San Francisco, Istanbul, etc.). He played with : Chet BAKER, Ron CARTER,Joe ZAWINUL, Al FOSTER, Pierre MICHELOT, Birèli LAGRENE, Jean François Jenny CLARK, Eddy LOUISS, Philip CATHERINE, Aldo ROMANO, Daniel HUMAIR, André CECCARELLI, Charlie HADEN, Michel PORTAL, Didier LOCKWOOD , Maurice VANDER , Jimmy GOURLEY , Steve POTTS , StefanoBOLLANI , Hervé SELLIN ,Hamilton DE HOLANDA , Lolo BELLONZI, Enrico RAVA, Toots THIELEMANS, Bobby MC FERRIN, Jean Charles CAPON, George MRAZ, Mark FELDMAN, Larry GRENADIER, Scott COLLEY, Clarence PENN, Gil GOLDSTEIN , Jan GARBAREK, Paquito DI RIVERA, Michel PETRUCCIANI, Gilberto GIL, SIVUCA, Martial SOLAL, Philippe AERTS, Antonello SALIS, Richard BONA, Manu KATCHÉ, Paolo FRESU, Jan LUNDGREN, Daniel GOYONE and many others.During this period he also composed numerous original works, many of which were acclaimed by both the press and the public.In 1991 Richard Galliano created the "New Musette" style and recorded it with Philip Catherine (guitar), Pierre Michelot (bass) and Aldo Romano (drums) for the record label Label Bleu.IIn 1993 the Académie du Jazz awarded him the Django Reinhardt prize, naming him best jazz musician of the year. The same year, he recorded the album Viaggio, his first as part of an exclusive contract with the Dreyfus Jazz label, with Biréli Lagrène (guitar), Pierre Michelot (bass) and Charles Belonzi (drums). Nominated for the annual Victoires de la Musique, the album received the Django d' Or prize for best album of the year..In 1995 Richard Galliano recorded Laurita, with Joey Baron (drums), Palle Danielsson (bass) and three other prestigious guests: Toots Thielemans (harmonica), Didier Lockwood (violin) and Michel Portal (clarinet).In 1996 his third album for Dreyfus Jazz, New York Tango, recorded in New York with Al Foster (drums) George Mraz (bass) and Biréli Lagrène (guitar), won an award at the Victoires de la Musique.The following album, Blow Up, recorded in 1997 in a duo with Michel Portal, met with phenomenal success, selling more than 100,000 copies and winning numerous awards: Victoire de la Musique, the Boris Vian Prize (Académie du Jazz) and Best International Album (Musica Jazz).In 1998 Richard Galliano recorded French Touch with Jean-François Jenny-Clark (bass), Daniel Humair (drums), Michel Portal (saxophone), André Ceccarelli (drums), Rémi Vignolo (bass) and Jean-Marie Ecay (guitar). The album, nominated for the Victoires de la Musique and awarded Best International Album by Musica Jazz, was released after five years of touring by the Galliano/Jenny-Clark/Humair trio. Unfortunately its release was saddened by the death of Richard Galliano' s close friend Jean-François Jenny-Clark..In 1999 Richard Galliano recorded his sixth album for Dreyfus Jazz, Passatori, in Florence, Italy, with string players from the Tuscan chamber orchestra L' Orchestra della Toscana and pianist Stefano Bollani, playing a program of original compositions and works by Astor Piazzolla. Passatori was nominated for the Victoires de la Musique.Dreyfus Jazz released a three-disc boxed set of unreleased concerts the same year, comprising a solo album recorded at the Umbria Jazz Festival in Orvieto on December 31, 1998, a duo with Michel Portal recorded in Hamburg on October 29, 1998, and a trio with Daniel Humair and Jean-François Jenny-Clark recorded at the Montreux Jazz Festival on July 10, 1996.The year 2001 saw the release of two albums - Gallianissimo and Face To Face. The first is a greatest hits compilation of his years with Dreyfus Jazz and the second a new studio recording in a duo with Eddy Louiss. The latter won the 2001 Django d' Or prize and was nominated for the Victoires de la Musique.Ten years after the death of Astor Piazzolla, Dreyfus Jazz released in 2003 a concert in his honor recorded live direct-to-two-track at the Willisau Festival on August 29, 2002 as a septet with Jean-Marc Phillips-Varjabédian (violin solo), Lyonel Schmit (second violin), Jean-Marc Apap (viola) Raphaël Pidoux (cello), Stéphane Logerot (bass), and Hervé Sellin (piano).The septet formation, which gave its name to the album (Piazzolla Forever), was unique in playing at both jazz festivals and classical venues (Nice Jazz Festival, Amsterdam Concerttown, Montreux Jazz Festival, Théâtre des Champs-Elysées, etc.).All that without forgetting the re-issues of Blue Rondo à la Turk (1980) and Blues sur Seine as a duo with the cellist Jean-Charles Capon, Salsamba (1983) with Chet Baker (trumpet) and Brazilian musicians, Spleen (1985) with a Latin quintet in which Richard Galliano played melody on the accordina (keyed wind instrument) and Panamanhattan (1990) as a duo with the American bassist Ron Carter.Richard Galliano has never worried about being the world' s best accordionist but rather has always been concerned with giving his audience the very best of himself, of "playing the music of his world", and of delving into his diverse musical roots - Italian, Mediterranean, jazz, French chanson, and classical music.He has inspired the entire new generation of international accordionists. Today many young musicians to play his music and "copy" his style (the are more than 50 versions of his "Valse à Margaux"). In addition some of his former students have embarked on interesting and rich musical careers, including Peer Glovingen (with Gidon Kremer) and Daniel Mille.In August 2002, for the yearly Down Beat Poll, Richard Galliano is arriving first of "new generation" in the category "miscellaneous instruments".In May 2003, Richard Galliano is appearing with Michel Portal at the Scala of Milano (recording of the Live album "Concerts").In the years 2004/05, after the recording of the New York Trio album, Richard is touring extensively with the American rhythm section : either Larry Grenadier on bass and Clarence Penn on drums, or Clarence with Scott Colley on bass. The second trio tour culminates at the Theatre des Champs Elysées in Paris in May 2005. In June of the same year, Richard is back to Paris to record a DVD of the Piazzolla Forever Septet at the Theatre des Bouffes du Nord, the exact place where the project had been launched three years before : after 250 concerts given worldwide, the septet is ending their collaboration in the venue of their start, though this high profile event will still remain available in the future for special concerts.In March 2006, R.Galliano invited with his New York rhythm section the very special guest Gary Burton, world famous top vibraphone master, at the initiative of the Cité de la Musique in Paris, and this project tours extensively and will be touring again in the autumn 2007. A recording took place in New York in August 2006, and will see the light in September 2007 for the Italian label Camjazz.But it is definitely the Tangaria project, a special quartet with violin (the incredible Alexis Cardenas from Venezuela), bass (Philip Catherine's mate Philippe Aerts), and another fine player from Venezuela, percussionist Rafael Mejias, with the Brazilian special guest on mandolin, Hamilton de Holanda, that will be the highlight of the year 2007, with an extensive tour in the summer 2007, adding the fine drumming of Clarence Penn. Recorded with some Brazilian special guests in Sao Paulo in September 2006, the album will be out in February 2007 for Milan Records, a label which is very familiar to the work of Astor Piazzolla.



Per questo post si vuole ringraziare Roberto Valentino per tutte le dritte e le info che ci ha fornito e lo stesso R. Galliano )

20 agosto, 2007

Musica rock e bisogno dell'anima.

Fare un commento a questa intervista/conferenza è veramente difficile. La preparazione di chi parla è troppo elevata rispetto a quella di chi scrive. Tuttavia, anche a costo di far brutte figure, non ho voluto far sfuggire a me e a voi la possibilita' di ascoltare e conoscere Tal Antonio Spadaro ( uno dei piu' promettenti critici letterari e a questo punto anche musicali italiani ) su un tema particolare e pieno di interesse su cosa sia il rock e in particolare cosa sia il rock per i cristiani( quindi anche per me ). Qualche settimana fa abbiamo scritto un post sulla crisi della musica. Molti pensano che sia una crisi dovuta alle vendite, io da anni ritengo che questa sia una crisi di interesse e di conoscenza. Le persone amano la musica, quando la scoprono la amano e la seguono... ma che musica proponiamo ai nostri giovani ? Come la presentiamo ? La musica è vista come Cultura, come Comunicazione o solo come festa, intrattenimento, attimo per godere ? La Musica parla al cuore e allo stomaco e se vogliamo riportare l'interesse delle persone alla musica occorre far conoscere questo messaggio... Ma i nostri critici sono pronti o meglio abbiamo una generazione di critici pronta per questo ?
Questa intervista si pone in questa direzione.... Per ascolarla tutta occorre pazienza, fatica e concentrazione ma alla fine sono sicuro che ne valga la pena. Quindi per chi vuole buon ascolto a tutti in compagnia di Nick Cave, Nick Drake e Bruce Spingsteen...

27 luglio, 2007

Pubblicita' e Progresso By Nicola C.

Oggi leggevo il giornale e volevo segnalarvi una nuova forma di mutuo.

Dopo il mutuo sul 100% dell'immobile

Dopo il mutuo a 30 anni

Dopo il mutuo a 50 anni

E' finalmente arrivato sul mercato il

Mutuo perpetuo

Se per caso vi venisse voglia di lasciare questo mondo prima del pagamento di tutte le rate, non vi preoccupate ci penseranno i vostri figli e poi ancora i figli dei vostri figli e così via.

Certo per chi non ha figli sarà un po' un problema, ma non vi preoccupate c'è un nuovo prodotto: il mercato delle polizze vita.

Voi sottoscrivete una polizza vita (e tutti i mutui oggi ne prevedono una), nel momento in cui non avete disponibilità per pagare il mutuo vendete la vostra polizza vita ad un broker e al prezzo che vi proporrà lui naturalmente. Dopodiche il broker, previa commissione, vende la Vs. polizza vita ad una banca. A questo punto la banca, previa commissione, vende ai risparmiatori la Vs polizza vita. Il risparmiatore non fa altro che proseguire nel pagamento dei premi della Vs polizza vita e aspettare con trepidazione il giorno della Vs dipartita per incassare il monte accumulato.

Ciao

Nicola

P.S. per tutti i lavoratori St Microelectronics : se prendete marchionne come AD vi risolve in cinque minuti tutti i problemi di utli che avete, porta tutto in Polonia e paga tutti 300 Euro al mese.

23 luglio, 2007

Damien Rice -- O--

Damien Rice nasce a Dublino 34 anni fa da George e Maureen Rice. Inizia a suonare in una band rock, i Juniper che arrivano ad incidere per la Polygram un paio di singoli. Tuttavia il nostro è uno spirito libero e ben presto abbandona lo Star Business per iniziare un lungo vagabondaggio nella parte piu’ rurale della nostra Italia dove, abbracciando una chitarra acustica, riesce ad unire lo spirito ribelle e duro Irlandese alla melodia romantica ed evocativa propria italiana. Tornato in patria torna a formare una propria band, ricomincia a suonare nel circuiti musicali di Dublino e sfruttando la bravura di David Arnold incide O, il cd che vi proponiamo questa settimana. O consacra Rice “uomo” come puledro di razza di una generazione priva di veri Cantastorie. Il fatto che radici di questa rinascita artistica sia il connubio italo – irlandese ci ha fatto innamorare di lui, della sua energia, della sua carica, dei suoi testi, dei suoi dubbi, dei suoi gridi, del suo romanticismo e della sua disperazione.
Compagni di questa avventura sono la violoncellista Vyvienne Long, il bassista Shane Fitzsions, Il percussionista Tom Osander gia’ membro della jam band God Street Wine ma soprattutto la Vocalist Lisa Hannigan . Purtroppo quest’ultima ha abbandonato la band in quanto , dopo l’illuminante e creativa esperienza accanto a Damien , ha deciso di intraprendere una propria strada artistica.
Come molti altri artisti anche Damien odia Flash, Telefonini e via dicendo. Ecco perché , al termine del concerto di Villa Arconati, ad un centinaio di Fans che attendevano un autografo o una foto con lui, Damien Rice si è meritato il titolo di nostro eroe. Infatti, non concedendo nulla alla sua persona, si è chiesto per quale motivo la gente lo amasse. Cosa amavano di lui : La sua apparenza o l’essenza della sua musica ? Vederlo o Ascoltare quello che aveva da dire. Ecco perché, fatto sedere tutti quanti, ha eseguito tre pezzi acustici in un silenzio improvvisato da teatro, sotto una luna quasi piena e nel chiostro di una bellissima villa. Un momento magico per un cantaurotre magico.
Promosso a tutti gli effetti eroe di raido moonlight e spero anche vostro.

BIOGRAPHY

Damien Rice was born on the outskirts of Dublin in the early 70's and grew up in Celbridge, Co. Kildare. He spent much of his childhood down by the River Liffey fishing...hours of catching little left plenty of time for thinking...
In March 1999 he moved to Tuscany, then travelled around Europe, busking the streets. He arrived back to Dublin a year later, with a clear head, loaded with idea's, he approached his music with a new found freshness and decided to put some songs down. Borrowing money from those that would lend it, he recorded his demo and sent it off to renowned producer and film composer, David Arnold (Bjork, James Bond). Arnold liked what he heard and provided enough money for Damien to buy his own mobile studio.
September 2001 Damien released 'The Blowers Daughter', in Ireland, the first single to be taken from the, as yet unfinished, album. The single went Top 20 and his ensuing tour was a resounding success.
"O" was released on February 1st 2002 and immediately lauded by the critics as mesmerising, absorbing, adventurous and emotional. A major six-week tour of Ireland followed along with dates in the UK, Germany, France and Spain.
Damien was nominated for Meteor Irish Music Awards and a BBC Hot Press Rock Award. "O" since gone platinum status in Ireland. In the UK, constant gigging, festival appearances at Glastonbury, V2002, Edinburgh Fringe, London Fleadh plus supports with McAlmont and Butler, Counting Crows and Kathryn Williams, have all helped established Damien as a must see live act. "O" appears this year in many critic's end of year polls.
First outing to America was a trip to play "Tonic" as part of CMJ festival and a live radio session for KCRW's Morning Becomes Eclectic. The trip was a resounding success and a longer trip is being planned for next year to coincide with the U.S release of "O".
Damien has recently appeared as guest on "Later With Jools Holland"! alongside Moby, Badly Drawn Boy and The Sugababes.
Damien wanted to release this album without the backing of a major record company, fearing that if he signed to them before he had proven himself they would begin dictating to him and forcing him in a direction he didn’t want to go. He hoped that with the release of 'o' he would be in a position where the only thing dictating direction would be the songs. And he already is...

12 luglio, 2007

A Qualcuno Interessa Della Crisi Della Musica ?

Adolfo De Angelis, cantautore anni Trenta, ebbe successo col tormentone Ma cos’è questa crisi?. Si riferiva ai tanti allarmismi tipici dell’Italia: industrie date per spacciate, mondo del calcio (già allora) moribondo. Bastavano due cifre per spingere media ed opinionisti d’antan all’elogio funebre dell’attività prescelta. Pronta a "rinascere" poco dopo. Ma anche nel caso dell’industria del disco di oggi, gli annunci di crisi sono infondati? Temiamo di no. Le cifre che ballano sono troppe e pesanti. Persino il Wall Street Journal, guardando al primo trimestre del mercato Usa, denuncia un meno 20% di vendite di dischi e ottocento negozi chiusi nel 2006.
In Italia non stiamo meglio. Bastano piccole ricerche nei megastore per scoprire cifre inquietanti. Nel centro di Milano, per esempio, dopo il Festival di Sanremo le vendite dei cd presentati in Riviera sono state pari allo 0,50 per artista al giorno. Mezzo disco al dì. E se guardate le classifiche esposte nei negozi, non vi vedrete svettare (come in quelle ufficiali) Bublé o Jennifer Lopez. Bensì dischi di cinque, se non trenta, anni fa: che però guarda caso sono sul mercato a 5, 9, 10 euro. Non a venti euro. Secondo gli analisti, la sopravvivenza dell’attuale industria discografica dipende ancora in gran parte dalle vendite degli album dei Beatles.
I dati ufficiali, sulle vendite discografiche in Italia nel primo semestre, sono a dir poco preoccupanti. Secondo la Fimi, Federazione industriali del disco, le vendite di album sono calate dell’11,40%. Molti tentano di ammortizzare il peso di tali numeri parlando di un mercato che cambia: però l’apparentemente positivo +119% della musica scaricata legalmente da Internet è all’interno di un misero 6% del mercato, ed in compenso c’è allarme anche per il calo del fenomeno del P2P, la musica scaricata gratis via internet. Un 30% in meno che i signori del disco giudicano negativo perché «indica sia il crollo dell’interesse per la musica sia il potere d’acquisto di chi freq uenta il mercato della pirateria».
Bizzarro? No. Giustificato, se un’indagine Nielsen di marzo conferma che il 31% degli italiani è sì orientato alle nuove tecnologie, ma ritenendo normale (per l’85% degli intervistati!) scaricarla gratuitamente. I vecchi, cari dischi piacciono insomma solo agli ultra40enni, che peraltro comprano i cd della loro epoca: ed infatti l’unico "più" del primo semestre italiano è appannaggio della musica classica.
Così il cerchio si chiude. Le risposte del sistema? Una piattaforma di P2P legale, QTrax, in rete ad ottobre con trenta milioni di brani e l’avallo delle major. Pure la casa discografica Ecm (Keith Jarrett, Andràs Schiff) andrà in rete. Artisti (David Bowie, Avril Lavigne) e major (Warner, EMI) si lanciano sulla musica nei videogiochi e sul cellulare. Ed il vicepresidente dello sviluppo digitale della SonyBmg, Andrea Rosi, che dichiara a Musica&Dischi, mensile di settore, «Dobbiamo chiedere un time-out per salvare le aziende, perché ora che il mercato digitale avrà alzato le vele quello tradizionale sarà affondato».
Già. Infatti le industrie stanno licenziando e molti artisti sono senza contratto. Ma siamo al livello del gatto che si morde la coda, se si pensa alla concorrenza che le major fanno a se stesse fra videogiochi e dintorni, e si legge che QTrax andrà in Borsa. Perché se il P2P diventerà un business al massimo livello con l’ok delle major, quanto interesserà loro far sopravvivere cd, artisti di nicchia, festival, uffici stampa, negozi? Giudicate voi…

Di Andrea Pedrinelli

02 luglio, 2007

20 -21 - 22 Luglio Baia Domizia Blues Festival

Tutto pronto per la II° edizione del Baia Domizia Blues Festival ,
manifestazione internazionale di musica e di cultura blues promossa dalla Pro Loco di Baia Domizia con il patrocinio dell' Assessorato allo Spettacolo della Provincia di Caserta, del Comune di Sessa Aurunca e del Parco di Roccamonfina -Foce del Garigliano.

Tre serate di grande musica, dal 20 al 22 luglio, tutte ad ingresso
gratuito, che trasformano il noto centro balneare in un "angolo del
Mississippi", con la presenza di alcuni dei più grandi nomi del blues
internazionale.

Si partirà venerdì 20 luglio con un evento speciale imperdibile per gliappassionati del genere. I riflettori, infatti, si accenderanno su SistaMonica Parker, una delle più richieste e apprezzate donne Blues, Soul eGospel della scena musicale internazionale. Sista Monica, soprannominata"Blues Lioness" per la sua potenza vocale e per la sua energia, è unastella nel firmamento del soul-blues ed è considerata l'indiscussa erede diAretha Franklin; la sua lunga carriera è costellata di tantissimi premi chene hanno riconosciuto il grande talento, nonchè la nomination per il premiopiù prestigioso in ambito Blues, il W.C. Handy Blues Award della BluesFondation di Memphis nella categoria "Migliore artista femminile di blues esoul". Nelle sue performance raramente usa scalette lasciando molto spazioall'improvvisazione e seguendo le energie che provengono dal pubblico e daisuoi stati d'animo. Al Baia Domizia Blues Festival sarà accompagnata da unaspumeggiante band formata da Danny Beconcini: hammond, Tammi Brown:saxophone/vocals , Donnie Caruth: electric guitar, Mike Echols: electricbass , Jeff Minnieweather: drums.
Sabato 21 luglio saranno gli abruzzesi Papaleg Acoustic Duo ad aprire laseconda serata del festival con il loro intenso live set di "Delta AcousticSound". A seguire ci sarà l'attesa esibizione di John "Broadway" Tucker,artista di fama mondiale che rappresenta la grande tradizione del blues edel soul degli anni '60 . Le influenze del Mississipi e di Memphis, insiemealle sue radici Gospel, rendono lo stile di Tucker un'affascinante fusionetra Soul e Blues. Il suo intenso modo di cantare è spesso accostato a BobbyBlue Bland, O.V. Wright e Otis Redding. John "Broadway" Tucker è consideratouna vera e propria leggenda dalla critica internazionale; ha suonato nei piùimportanti festival internazionali di Blues e Jazz tra cui Monterey Festivale San Francisco Blues Festival accanto ad artisti quali James Brown, BobbyBlue Bland, Albert King, Buddy Guy; le sue registrazioni vengono acclamatedalla critica e trasmesse nelle radio di tutto il mondo. Nel 2006 riceve unpremio come miglior artista dell'anno al Monterey Bay Blues Festival. Per laprima volta in Italia Tucker presenterà l'ultimo progetto musicale "ComeTogether - Live", album registrato con due grandi musicisti polacchi LeszekCichonski e Wjotek Karolak .
Gran finale domenica 22 luglio con la blues band di Nathaniel Peterson cheintrodurrà la performance di Key Frances, noto bluesman di New Orleans, nelsuo "Psychedelic Rootsy & Blues Shaman". Considerato lo "sciamano" delblues, Key Frances da oltre trent'anni viaggia e suona in tutti i piùimportanti eventi musicali internazionali in America e in giro per il mondoal fianco dei più grandi musicisti della scena internazionale tra cui BuddyGuy e Junior Wells, Albert Collins, John Hammond, Robert Cray, CharlieSexton, Karla Bonoff e tantissimi altri ancora.

Programma :

Venerdì 20 Luglio
Special Events
SISTA MONICA PARKER


Sabato 21 luglio
Ore 21:30 Papalegs Acoustic Duo
0re 22:30 JOHN “BROADWAY” TUCKER
“The Real Bluesman from Mississippi”


Domenica 22 luglio
Ore 21:30 Nathaniel Peterson Blues Band
Ore 22:30 THE KEY FRANCES BAND
“The Psychedelic Rootsy & Blues Shaman”

sito web : www.baiadomiziablues.it

26 giugno, 2007

Mario Biondi al Festival Di Villa Arconati

E, si, siamo emozionati. Questa sera, fortuna, tempo e polizia locale permettendo conosceremo Mario Biondi e potremo fargli un bel po' di domande sul "suo" fenomeno musicale. Per ora ci limitiamo a proporvi il suo fantastico sound e ad elogiare le manifestazioni come quella di Villa Arconati che in tutta italia aiutano a promuovere la musica che noi amiamo e supportiamo. C’è da rimanere colpiti dalla profondità e dal fervore della sua voce, che ricorda i grandi della musica soul e del rhythm and blues. Molti penseranno si tratti di un cantante nero. Invece Mario è bianco e siciliano di Catania. Dopo la prima collaborazione tra la Schema, Mario Biondi e il produttore Alessandro Magnanini, che nel 2004 danno vita alla pubblicazione a nome di Was-A-Bee del singolo “This Is What You Are / On A Clear Day”, “Handful of Soul” è un album che spazia tra sonorità pop jazz e soul. Il risultato è un disco molto accattivante, che passa da suadenti melodie vocali a brani ritmicamente più inclini al ballo.



MARIO E I BRANI

Non è stato semplice scegliere un repertorio consono alla sua voce, che non lo snaturasse, che ne potesse mettere in evidenza la profonda timbrica, ma che allo stesso tempo potesse comunque rappresentare le scelte artistiche e la linea di condotta musicale della Schema. L’amore per il Rhythm & Blues ed il Soul, stili musicali che Mario apprezza particolarmente, gli fanno amare alcuni artisti rappresentativi dell’universo della black music, passato ed attuale, come gli Earth Wind & Fire, Luther Vandross, Lou Rawls, Aretha Franklin, Erykah Badu, Will Downing. Quando il produttore Luciano Cantone e Mario valutarono insieme il repertorio da eseguire, Mario dubitava di riuscire ad eseguire stilisticamente alcuni standard del repertorio classico americano come “Slow Hot Wind” e “On A Clear Day”, oppure “A Handful Of Soul”, ma ne rimase successivamente sorpreso. Questo ispirò lui e gli altri autori alla stesura dell’inedito “Gig”, di chiara matrice americana alla Cole Porter. In questi anni Mario collabora con Alessandro Magnanini (Was-A-Bee), musicista poliedrico ed eccellente arrangiatore. Con Alessandro, Mario scrive due autentiche perle “No Mercy For Me” e “This Is What You Are”. Quest’ultimo, pubblicato su singolo e licenziato per varie compilation, riscuote parecchio successo. In U.K. il singolo è nella top heavy rotation del programma di Norman Jay in onda sulla Bbc Radio. In Italia viene massicciamente programmato da RMC e successivamente diventa la colonna sonora dell’omonimo spot Tv. Altro brano inedito è “Never Die”, scritto da Marco Bianchi, prodotto sulla scia di “This is What You Are”. Un evidente omaggio al rock-blues, al soul-blues ed al rhythm’n’blues è quello espresso da “I Can’t Keep From Crying Sometime” di Al Kooper, un ¾ sulla scia di Deindre Wilson Tabac, “I’m Her Daddy” di Bill Withers e “No Trouble on The Mountain” di L.C Cook. Interessante la versione di “O Child Runs Free” una bossa moderna in perfetto stile Schema, come anche la samba “Rio De Janeiro Blue”.

HIGH FIVE QUINTET

Quando Luciano Cantone propone a Fabrizio Bosso di arrangiare ed eseguire i brani di questo album il trombettista ne rimane entusiasta, a tal punto da coinvolgere il suo gruppo e di far arrangiare i brani a Luca Mannutza e Pietro Ciancaglini. La front-line degli High Five e' composta dal trombettista Fabrizio Bosso, vincitore di importanti trofei nella categoria giovane talento Italiano (Django d'Or 2002 e Top Jazz 1999) e dal tenorista Daniele Scannapieco, vincitore del Django d'Or 2003, affermato nel panorama del jazz internazionale grazie alle collaborazioni con Dee Dee Bridgewater e Henri Salvador. Luca Mannutza, Pietro Ciancaglini e Lorenzo Tucci, rispettivamente al pianoforte, contrabbasso e batteria, costituiscono una ritmica solida e compatta, dotata di ottimo interplay, capace di creare geometrie articolate e raffinati accompagnamenti sui quali i due solisti possono esprimere al meglio le loro pirotecniche potenzialita'. Sebbene gli High Five abbiano all’attivo solo due dischi (su Via Veneto Jazz), hanno riscontrato un grandissimo successo nei più importanti festival jazz come Paris Jazz Festival, Umbria Jazz, Brianza Open Jazz, Clusone Jazz Festival e Teano Jazz. Anche la carriera dei singoli musicisti è un’ulteriore conferma del loro valore artistico: Fabrizio Bosso, si muove con grande agilità dal pop (da anni affianca sia in studio che dal vivo le melodie autorali di Sergio Cammariere) alle collaborazioni con artisti come Phil Woods, Enrico Pieranunzi e Franco D’Andrea; Daniele Scannapieco, di formazione classica, ha collaborato con jazzisti come Maria Pia De Vito, Stefano Di Battista, Giovanni Tommaso, Tony Scott e Roberto Gatto; Luca Mannutza ha nel palmares invece collaborazioni con artisti come Paolo Fresu, Maurizio Giammarco, Bebo Ferra e Steve Grossman; tra gli artisti con i quali ha diviso il palco Lorenzo Tucci invece troviamo Giovanni Tommaso, Maurizio Giammarco, Stefano Di Battista, Dado Moroni, Flavio Boltro, Rosario Giuliani e Piero Umiliani; sebbene Pietro Ciancaglini sia il più giovane degli High Five, ha dalla sua importanti incontri con Nicola Stilo, Kenny Wheeler, Lee Konitz e Rita Marcotulli. Insieme o individualmente poi hanno dato vita ad alcune esaltanti performance, in studio e dal vivo, per artisti come lo Schema Sextet e Nicola Conte.

Ed adesso Mario Biondi...

( Tratto dal sito ufficiale di Mario Biondi )