25 marzo, 2008

Dormo Sulla Spiaggia, Qui Arrivano I Clienti.

SANTO DOMINGO (Repubblica Dominicana) — «La notte, quando non piove, dormo con gli altri sulla spiaggia, sotto le palme. Ogni tanto qualche turista ci avvicina nel buio. Che cosa vuole da noi? Rapporti orali, sexo por atrás». Josìa ha occhi verdi e capelli scoloriti dal sole, il sopracciglio tagliato da una cicatrice, «una manganellata della polizia », dice. Josìa vive sulle strade di Boca Chica, si porta indosso tutto ciò che possiede: un paio di pantaloncini da basket infilati sui jeans, una t-shirt lisa, in tasca una moneta da 25 pesos, meno di un dollaro. Josìa parla di sesso anale («por atrás») con l’indifferenza di chi nella vita ha già provato molto. Josìa ha 12 anni.

I Bimbi Sperduti di Santo Domingo dormono sulle sabbie immacolate di un’Isola- che-non-c’è: quella dei resort a 5 stelle e dei viaggi all inclusive, dove il ritmo del merengue scandisce giornate fatte di sole, mare e piña colada. Un’isola che esiste per i 4 milioni di stranieri che ogni anno sbarcano nei suoi aeroporti, ma non per gli 8,9 milioni di abitanti di un Paese che vanta l’11˚ posto nella classifica mondiale della disoccupazione, un Pil pro capite di 8.220 dollari (contro i 28.530 italiani), il 40% della popolazione di età inferiore ai 15 anni. I bambini vittime di sfruttamento sessuale sono almeno 35mila, chiunque può portarseli a letto per un pugno di dollari, dai 10 ai 30 dicono le stime. Per un turista, il prezzo di una cena. Per un dominicano, la paga di una settimana.

Sulla spiaggia di Las Terrenas, nel nord della penisola di Samanà, si sente parlare quasi solo italiano. Giovani coppie con figli, comitive di pensionati, villette immerse nel verde. Nessuno sembra far caso al turista sessantenne che amoreggia con due ragazzine, a mollo nell’acqua trasparente. Abbracci, carezze, baci appassionati. I costumi scollati rivelano seni inesistenti, i fianchi sono appena pronunciati. Non hanno più di 14 anni. A Boca Chica, nel sud del Paese, l’ora dello «struscio » scatta alle 7, quando il buio cala su sdraio e ombrelloni. Davanti ai pub di Calle Duarte sfrecciano i motorini. A bordo, turisti di mezza età che rallentano di fronte alle dodicenni in minigonna ferme sui marciapiedi. Niente bordelli in stile Bangkok: qui il mercato della carne avviene alla luce del sole, senza pudori o sensi di colpa; per il gruppo di trentenni romani alle prese con un cuba libre al bancone del bar, l’adolescente con le treccine che si lascia accarezzare le gambe con sguardo assente è solo un piacevole elemento d’arredo.

Del resto, l’all inclusive è la formula che, da queste parti, va per la maggiore. «I turisti valutano le opportunità: ci sono la barriera corallina, la Zona Coloniál (il centro storico di Santo Domingo, patrimonio dell’umanità, ndr)... e poi, perché no, si può fare sesso con minorenni», commenta amara Maria Elena Asuad, che per l’Unicef segue i progetti di contrasto allo sfruttamento sessuale dei minori nella Repubblica. «Quando si parla di questo problema, il focus è sempre sull’Asia. Ma oggi le rotte si sono spostate». Le nazionalità «sotto accusa»? Sempre quelle, in ogni angolo dell’isola: Italia, Germania, Francia, Canada. Qualche svizzero, pochi americani. Da Puerto Plata a Boca Chica, Punta Cana, Samanà: «Tutti i luoghi dove c’è una spiaggia e un intorno urbano sono a rischio», spiega Camilo Medina, della Fondación Azúcar. Nella sede scalcagnata dell’associazione, a Las Terrenas, gli scaffali sono carichi di fascicoli su casi di violenza a danno di minori; a farla da padroni sono i «turisti della seconda casa, che stanno qui 3-4 mesi, stabiliscono un rapporto di fiducia con la famiglia... Ma denunciarli è quasi impossibile: se la legge (la 136/2003) è buona, le politiche di attuazione sono inefficienti». Perché per un arresto servono le prove. E prima ancora, una denuncia. «Ma guardi che qui le ragazze si sviluppano presto — sbotta Nathalie, una francese sui 35 anni che a Las Terrenas gestisce un’agenzia turistica —, sono loro che si offrono ai turisti...». «Un ex diplomatico italiano —ricorda la Asuad— mi disse: meglio, così gli danno qualche soldo per mangiare, no?». In Calle del Carmen i bambini giocano nei canali di scolo, le strade sono fiumi di fango, le baracche si appoggiano esauste alle recinzioni di ville hollywoodiane. Una ragazzina in tacchi alti e hot pants candidi aspetta nel buio.

A Santo Domingo, le statistiche dicono che la clientela dei «baby prostituti» è in maggioranza nazionale. A Boca Chica, l’associazione Caminantes accoglie i niños de la calle fuggiti da un padre stupratore, una madre prostituta. «Ma qui vediamo uomini camminare per il barrio sventolando mazzette di euro, resort dove le turiste si portano in camera ragazzini di 14-16 anni — racconta la responsabile, Denisse Pichardo —. È inutile: lo straniero che viene qui lo fa per il sesso. Per i responsabili del settore, l’85% dei turisti sono famiglie; ma lo chieda ai dipendenti, cosa capita nelle stanze...». Quanto a quello, basta sfogliare le pagine del Listín Diario: «In un hotel di Boca Chica hanno scoperto un turista che realizzava pellicole porno con minori », ricorda il caporedattore Tomás Aquino Méndez. Dieci anni fa, stesso luogo, un italiano è stato ucciso da un 13enne che imbottiva di droga, filmando gli abusi. «Dopo sei anni di galera è venuto da noi. Completamente impazzito », dice Denisse.

Allo scalo internazionale Las Américas, chi sbarca è accolto da un cartello: «L’uso di minori per prostituzione e pedopornografia è punito con il carcere (fino a 10 anni) e multe (fino a un milione di pesos)». È uno dei risultati del lavoro della Commissione interistituzionale contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori (che riunisce governo e Ong, Unicef e Ilo, associazioni del turismo, polizia...). I fronti aperti sono molti, dalla campagna realizzata con Unicef, Ecpat e cooperazione italiana alle 9 «case di accoglienza » per minori a rischio, alle convenzioni con hotel e guide turistiche. Perché «l’abuso sessuale è un crimine. Ignorarlo pure», ricorda uno spot in tv. Alle 19.30, ai tavolini del Café Las Flores, in piena Zona Coloniál, un americano sui 65 anni, occhialini dorati e barba da Babbo Natale, circonda con un braccio la vita di una ragazzina di 14, forse 15 anni. Il flusso di turisti prosegue oltre, lo sguardo fisso sui negozietti di sigari e souvenir.

Gabriela Jacomella

Nota Della Redazione : Si ringrazia Gabriela per gli ultimi due articoli pubblicati.
Come detto in precedenti post il nostro blog vede nello sfruttamento sessuale di minori e donne e nella povertà le due piaghe che in questo periodo storico pesano piu' di altre sulla coscienza dell'umanita' cosidetta giusta e perbene.

La crisi economica e istituzionale va sempre di pari passo con la crisi morale di un paese. Fino a quando continueremo a chiudere gli occhi su questi problemi l'Italia e l'Europa non potranno che continuare a conoscere un lento ma inesorabile declino.

Un Orrore Di Primato.

È giovane, ha poco meno di 30 anni. È tecnologico, scivola nei meandri della Rete come un pesce dentro l’acqua. È di cultura media, non necessariamente con un reddito alto, e ama visitare un po’ tutto il mondo, dal Kenya alla Colombia, dalla Cambogia all’Ucraina. Ed è, sempre più spesso, italiano.

Il nuovo identikit del «turista sessuale con minori » — definizione giuridicamente asettica, che cela l’orrore di due milioni di piccole vite violentate e spezzate per sempre — è un pugno nello stomaco del nostro Paese. Sono oltre 80.000 i viaggiatori che ogni anno lasciano la Penisola per andare a caccia di sesso proibito, con bambini e adolescenti; non solo pedofili (il 3% del totale), ma soprattutto uomini e donne normali. Lo dicono i dati raccolti dall’Ecpat (End Child Prostitution, pornography And Trafficking in children for sexual purposes), una rete internazionale di Ong presente in 70 Paesi. In Italia, Ecpat è attiva dal 1994 (www.ecpat.it). Nel 1998 le sue azioni di lobbying hanno contribuito alla nascita della legge 269 (poi migliorata dalla 38/06), che combatte lo sfruttamento di prostituzione, pornografia e turismo sessuale a danno dei minori, anche quando il fatto è commesso all’estero; è grazie a questa normativa che nel marzo 2007 il veronese Giorgio Sampec è stato condannato a 14 anni di carcere, e nel settembre scorso, a Trento, un 55enne è finito in manette per aver commesso atti sessuali con ragazzine thailandesi e cambogiane tra i 12 e i 16 anni. Nel 2000, infine, Ecpat ha promosso il «Codice di condotta dell’industria italiana del turismo».

Ma nella primavera 2008, per Ecpat Italia è di nuovo allarme rosso. «Negli ultimi anni— spiega il presidente, l’avvocato Marco Scarpati—l’italiano ha scalato pesantemente i primi posti di questa terribile "classifica": se prima in alcuni Paesi eravamo fra le prime 4-5 nazionalità, oggi siamo i più presenti in Kenya (il 24% dei clienti di prostituti/e minorenni è italiano, contro il 38% di "locali"), Repubblica Dominicana, Colombia...». La soglia di attenzione si alza, e si abbassa l’età del turista sessuale, «che non corrisponde più al cliché del "vecchio ricco e bavoso". La media è intorno ai 27 anni, i low cost permettono di spostarsi di più, il Web consente di gestire tutto da soli e di oltrepassare le "dighe" che avevamo cercato di erigere a difesa di questi ragazzi». Come gli accordi con catene alberghiere e tour operator, che in alcuni Paesi vietano l’ingresso in hotel ai minori non accompagnati da un genitore o un tutore. O le alleanze con i tassisti, sguinzagliati a «controllare» i predatori di bambini. «Ma oggi il turista sessuale sa come trovare un autista clandestino, alberghi "senza stelle" e senza formalità, contatti locali che lo aiutino a "cavarsela" in caso di denuncia...». E i nuovi territori di caccia si spingono in luoghi lontani e quasi dimenticati: in Mongolia, per dire, una segnalazione ad Ecpat Italia «ha rivelato l’esistenza di tour operator che organizzano viaggi a sfondo sessuale, presentandoli come battute di pesca sportiva». Tutto online, sfuggente, inafferrabile; intercettare i flussi è complicato e costoso, il materiale si scambia in siti peer-to-peer che come garanzia per l’ingresso richiedono foto del «candidato » impegnato in situazioni hard con minori.

Dai dossier di Ecpat, nati da indagini sul campo e dossier medici, interviste a beach boys e giovanissime jineteras («i ragazzi in genere sono più grandicelli, dai 13 ai 18, per le bambine la fascia è 11-15 anni»), affiora il ritratto «di un italiano turista del sesso che in Kenya, ad esempio, una volta su 2 non vuole il profilattico. In molti poi filmano gli incontri, anche con il cellulare, e li mettono in Rete». C’è poi il mondo inesplorato del turismo sessuale femminile, «fatto di donne dal reddito e livello culturale alti; le mete? Kenya, Gambia, Senegal, ma anche Cuba, Brasile, Colombia». Da parte sua, Ecpat non sta con le mani in mano: ci sono i progetti di cooperazione e i centri di recupero nei Paesi a rischio (tra gli ultimi nati, quello in Bulgaria, «ci arrivano bambini che hanno avuto fino a 6.000 "clienti" l’anno»), formazione congiunta per poliziotti italiani e stranieri, progetti di campagne sociali («se l’età del turista sessuale è calata in modo così drammatico, questo significa che la prevenzione, qui, va fatta sin dall’adolescenza»). Perché l’Italia, Paese d’origine di tanti predatori del sesso, è anche in prima fila tra chi li combatte: «Come finanziamenti governativi, siamo al primo posto in Europa e sul podio mondiale. Un impegno costante, dal 2000 ad oggi», conferma Scarpati. L’appuntamento, ora, è per il III Congresso mondiale contro lo sfruttamento sessuale dei minori, organizzato da Ecpat, Unicef e Ong per la Convenzione dei diritti dell’Infanzia. Luogo: Rio de Janeiro. Data: dal 25 al 28 novembre prossimi. L’Italia, anche stavolta, ci sarà.

Gabriela Jacomella

Tratto Dal Corriere Della Sera.

18 marzo, 2008

Artist Spotlight : Lucinda Williams Live

Neil Young v/s Jeff Healey

TORNANO I CONCORSI DI RADIO MOONLIGHT

Questa settimana vogliamo fare un tributo a Jeff Healey e per questo abbiamo scelto la bellissima Like An Hurricane quale canzone per il nostro concorso. Avrete la possibilitla' di ascoltarla interpretata prima in versione acustica ( organo e armonica ) da N. Young e poi in versione piu' blues da Jeff. Buon Ascolto e votate inviandoci una mail con la vostra preferenza e i vostri commenti ( che poi pubblicheremo sul nostro blog )

PER ASCOLTARE I DUE BRANI CLICCA QUI O DIGITA

http://www.radiomlr.it/Concorso/index.html

Il concorso terminera' 19 marzo alle ore 24.00 e tra tutti coloro che parteciperanno verra' estratto un vincitore sempre usando come riferimento il primo numero estratto sulla ruota di Milano di Sabato 22 Marzo. Il premio è il nuovo cd di Jeff Healey.

ECCO COME AVETE VOTATO FINO AD ORA

1 - Andrea A. - Neil Young
Commento : Ragazzi, ma è un confronto che non può esistere... con tutto il rispetto, come si confrontare Young con Healey?... sono di due categorie completamente diverse, è come un combattimento tra un peso massimo e un peso leggero: non c'è storia, non ha senso!... :-)

2 - Francesco T - Neil Young
Commento : Con tutto l' amore e il rimpianto per il grande Jeff Healey, di cui ho tutti i dischi e ho assistito ad entrambi i concerti italiani, la versione che preferisco e' quella di Neil Young. Intanto il brano e' suo, e si sente. Poi per quanto il buon Jeff fosse un grandissimo bluesman e chitarrista. Neil Young e' il piu' grande genio musicale vivente. Non c'e' confronto con nessuno!! Saluti carissimi. Francesco

3 - Nicola C - Neil Young
Commento - Un soud nostalgico per Neil Young

4 - Andrea L - Jeff Healey
Commento - IO PREFERISCO LA SECONDA SOPRATUTTO PERCHE' E' PIU' ORECCHIABILE E MI SEMBRA UN PO' PIU' MODERNA.

5 - Lorenzo U. - Jeff Healey
Commento - Lasciando perdere l'esecuzione tecnica (sarà l'alcool) dei due personaggi direi che preferisco di gran lunga quella di Jeff Healey, decisamente più movimentata e roccheggiante... Anche se con un arrangiamento molto classico e a volte un po' scontato. Vocalmente preferisco Neil Young ma l'impostazione è troppo malinconica. Va bene se hai appena bevuto molto!

6 - Giovanni A - Neil Young
Commento : Preferisco la versione di Neil anche se quella di Jeff non è nienete male!!!

7 - Emanuele P : Jeff Healey

8 - Franco B : Neil Young
Commento : La mi scelta cade su Neil Young, il quale non credo abbia bisogno di presentazioni. La sua versione di Like a Hurricane, contrapponendosi al titolo, è più acustica ed intima e la sua voce inimitabile. Bella anche l’altra versione del compianto Jeff Healey, molto diversa nell’interpretazione e più appassionata.

9 - Francesco C : Jeff Healey
Commento : Questa è dura da decidere. La versione di Neil Young è quella autentica, dell'autore dovrebbe quindi essere superiore e però non si può fare a meno di citare la bravura ed il pathos della versione di Jeff Healey che ci ha lasciato con un ottimo ultimo album, possa riposare in pace. Voto per Jeff Healey

10 - Gianluca D : Neil Young

11 - Renato C : Jeff Healey
Commento : Preferisco sicuramente la versione di Jeff Healey; quella di Neil Young, pure bella, ma sentita e risentita troppe volte...

12 - Sergio : Neil Young
Commento : bellissimo pezzo cantato stupendamente dal grande Neil che preferisco naturalmente

13 - Edo : Neil Young
Commento : scelgo Neil Young, perchè la sua versione con l'organo fa venire la pelle d'oca. Non c'è più l'elettricità selvaggia, ma la carica emotiva rimane la stessa... anche i walkabouts hanno fatto una gran versione di questa canzone...

14 - Gianluca : Jeff Healey
Commento : Molto bella la versione di Young, ma forse sin troppo "ieratica"!
Preferisco quella di Jeff Haley.
Complimenti per tutto il vs. lavoro, leggere le vs. mail con aggiornamenti e spunti musicali è diventato un piacere a cui non saprei più rinunciare.

15 - Flavio F : Jeff Healey
Commento : Premetto che è molto difficile scegliere,anche perchè i due artisti sono di caratura e di provenienza musicale molto diversi,non ho perà mai amato Young,quindi voto per la versione di Healeymolto più blues e con una grinta a cui l'ARTISTA ci aveva abituato.
Grazie Jeff.

16 - Maicol P : Jeff Healey
Commento : bellissime entrambe ma per il compianto jeff vince

17 - Raffaele C : Neil Young
Commento : Ciao a tutti, la versione che preferisco è sicuramente quella di Neil Young.
Un caro saluto

18 - Flavio B : Jeff Healey
Commento : Preferisco la versione di Jeff Healey

19 - Carlo : Neil Young
Commento : Ciao, decisamente meglio Neil Young, sarà perchè lo ascolto da diverso tempo

20 - Simone S : Neil Young
Commento : Direi che non c’è dubbio: Neil Young! Senza nulla togliere al grande Jeff ed alla sua memoria!

21 - Enrico P : Jeff Healey......non sò perchè ma oggi mi sento più cattivo(sarà che è lunedi mattina)

22 - Walter T : J E F F H E A L E Y
Commento : J E F F H E A L E Y è come vedere le stelle anche se piove ! ! !

23 - Antonio D. F. : Neil Young
Commento : Jeff Healey è molto bravo ed ho avuto anche modo di ascoltarlo in concerto…ma sono stato e sono troppo innamorato del vecchio californiano/canadese.
Il mio voto è pertanto x NEIL YOUNG
Ciao !

24 - Raffaele M : Jeff Healey

25 - Ranze : Neil Young
Commento : Ciao Nelly,
Io preferisco la prima versione (Neil Young)! La versione di Jeff Healey (per quanto possa capire di musica) e' troppo rock, a tratti assomiglia, nel modo di cantare, a Bruce Springsteen (per quelle poche canzoni che ho ascoltato).

26 - Andrea C : Jeff Healey
Commento : scelgo Jeff Haley: molto più convincente e accattivante. Il sound è migliore e anche la voce è migliore
Andrea

27 - Marco : Neil Young
Commento : Neil Young (o forse Nelly Young).
Commento Della Redazione : Il mio cognome ( Veronelli ) è divenuto in lunghi anni Nelly. E un Nelly Young è un bellissimo complimento visto anche gli ultimi malanni di stagione che rendono in me sempre piu' solida e profonda la consapevolezza che ormai il Young è un agettivo che sta andando nella mansarda dei ricordi. Comunque grazie a Marco.

28 - Alessandra A : Neil Young
Commento : Una versione molto ben arrangiata e personale. Ho sentito un "hurricane" di emozioni arrivare.. :-)
Ciao

29 - Leo : Neil Young
Commento : Decisamente meglio la versione di Neil Young, (forse avevo gia' deciso prima ancora di ascoltare, lo ammetto) voce incerdibile, e' sempre un piacere ascoltarlo.
L'altro, non so chi sia...ehem...ma non e' che abbia apprezzato particolarmente.
Comunque canzone molto molto bella, grazie.

30 - Giacarlo C : jeff healey

31 - I like the version by Neil Young best for his singing makes a stronger impression to me. Musicwise spoken there is little difference: both very skilful and intense, lots of emotion in both versions. Maybe I like Neil Young's version also more because he needs lesser time than Healey to put forward his message.
Both versions are almost equally strong but in my humble opinion Neil Young's version is just a little bit stronger.
Kind regards from Eddy B. , Bemmel, The Netherlands.

32 - Bizio : Jeff Healey
Commento Difficile scegliere!! Neil è stupendo, però Jeff in questo caso ti fa battere il piede anche se non vuoi, quindi voto per Jeff.

E il vincitori è il numero 21
Enrico P dalla provincia di Varese.

( Metodo estrazione : il numero uscito sulla ruota di milano sabato 22 marzo è 85. Avendo risposto in 32, con il metodo della conta ( 32 + 32 + 21 = 85 ) il vincitore del concorso è il numero 21.
Grazie mille e alla prossima.

La Parola Ad Agnese Moro

"Ricordo mio padre mentre mi teneva per mano, quando mi portava di notte un bicchiere d'acqua, quando mi accompagnava al circo, a teatro e a cinema a vedere i film western. Film che lui non riusciva a seguire e dei quali, all'uscita, mi chiedeva di raccontargli la trama...Sono qui per ricordare non solo mio padre Aldo Moro, ma anche i suoi compagni di viaggio: Oreste Leonardi, Raffaele Iozzino, Domenico Ricci, Giulio Rivera e Francesco Zizzi. Non accada mai più che i loro nomi vengano dimenticati".

[Agnese Moro, sociopsicologa, figlia terzogenita dello statista rapito il 16 marzo 1978 e ucciso dopo 55 giorni di sequestro,intervenendo ieri a Viterbo all'incontro "Per non dimenticare Aldo Moro, per conoscere la nostra storia", organizzato dalla Provincia, in collabrazione con l'Archivio Flamigni, l'Archivio di stato e la Cgil di Viterbo. In altre dichiarazioni a diversi mezzi d'informazione Agnese Moro, autrice di un "Un uomo così",un centinaio di pagine ricche di ricordi personali che presentano lo statista in termini non ufficiali e non pubblici, ha detto anche: "Credo dentro di me, di avere, è una parola grossa, comunque di aver un po' perdonato tutti. Però dovrebbero anche loro fare la loro parte. Da parte di chi ha partecipato alla lotta armata dovrebbe nascere un senso di responsabilità nei confronti della collettività e quindi anche sentire la necessità di dire la verità su tutto quello che è successo in quegli anni".]



Fonte : Misna

07 marzo, 2008

Sedon Salvadie vs Lautari

LA SEDON SALVADIE
VS
LAUTARI
TORNANO I CONCORSI DI RADIO MOONLIGHT

Questa settimana si scontrano due culture completamente diverse ossia quella sicula e quella veneta. I rappresentanti sono da una parte Massimo Bubola e La Sedon Salvadie e dall'altra il gruppo prodotto dalla stessa Carmen Consoli i Lautari.

Ciò che accomuna queste due sensibilita' tradizionali è Lu Cielu o Il Cil troppo grande per noi.... Grande quanto la nostra libertà.
Buon Ascolto a tutti.... E votate.

1 -Antonio D F : Voto x I LAUTARI …e brava Carmen

2 - Francesco U : Preferisco decisamente "Il Cil Da L'Irlande" anche se la melodia è forse un po' meno originale (magari sono io che non conoscevo l'altra canzone).

3 - Marco : sono attratto dal premio...lo confesso! per questo voto i Lautari ! si sente il "tocco" di Carmen Consoli...

4 - Fede J : a me piace il cielo d'irlanda... sarò brianzola inside, ma il siculo non mi piace...

5 - Andrea L : io preferisco la prima ( Lautari ) , mi sembra piu' nuova piu' romantica. la seconda e' troppo normale.

6 - Andrea C :Voto x I LAUTARI mi piace decisamente di più.

7 -Fulvio : Preferisco il brano dei Lautari. Grazie

8 -Lefti A : La Sedon Salvadie... molto più originale... molto più bello... molto più... tutto.

9 -VINCENZO M : sedon salvadie
Commento : Massimo Bubola è più completa, è più "musica".

10 - Bisio : Il Cil Da L'Irlande! Senza dubbio!
W l'Irlanda, W il buon vino!

11 - Fabrizio I : sedon salvadie

12 - Edu : Lautari
Commento : Ascoltati e prefersico i Laudari. Sono entrambi generi godibili e che apprezzo molto; le “radici” mi son sempre piaciute, anche nella musica americana, figuriamoci in quella “nostrana” (ed ecco perché apprezzo molto anche De Sfroos…). E’ forse questo il motivo per cui preferisco il pezo dei Laudari, magari anche perché sono poco obiettivo perché so bene che il gruppo collabora con una
Grande cantautrice italiana…la mitica Carmen Consoli !!! (il cui ultimo album è a mio parere un capolavoro, quasi a livello, mi si perdoni l’irriverenza, del mitico e compianto Fabrizio…)

13 - Roberto P : Lautari
Commento : Devo dire sinceramente che ho avuto seri problemi nello scegliere l'uno o l'altro brano ambedue a mio avviso semplicemente "fantastici" ma, considerando che sono Italiano e che amo la Sicilia come la sua cultura, scelgo "Lu Cielu di Sicilia" come mio brano preferito.
Grazie come sempre per l'opportunità di farci conoscere anche la musica folcloristica e non solo !!!

14 - Luigi : Voto Il Cil Da L'Irlande

15 - Luigi G - LA SEDON SALVADIE
Commento : Molto più ritmata e divertente l’altra un po’ da vecchietto nostalgico!!

16 - Max C -Lautari
Commento : Sarà per le origini, sarà per dei suoni che in qualche modo sono al primo ascolto più familiari, insomma... LAUTARI

17 - Marcello C : Lautari
Francamente preferisco Lu Cielo di Sicilia.

18 - Saverio F : La Sedon Salvadie- Il Cil Da L'Irlande

19 - Pietro C : Lautari
Commento : La scelta è veramente difficile. Da una parte cè la stima per un grande autore (Bubola) ed una grande interprete, oggi tornata sugli allori, la Mannoia (oltre che l’eleganza e l’originalità dell’attuale interpretazione),
dall’altra l’affetto per le italiche radici e la possibilità di un raro ascolto in dialetto trinacrico. Un po’ ricorda anche il primo Conte, no?
Però devo dare una preferenza. Scelgo il cielo di Sicilia!

20 - Andrea R : LA SEDON SALVADIE

21 - Francesco B : La Sedon Salvadie
Commento : Credo di avere qualche antenato celtico .... IL CIL DA L'IRLANDE (tra l'atro la copertina del CD omonimo è bellissima)

22 - Andrea M : Lautari - ju non sugnu'n pueta
Commento : dice così il collega che devo lasciare un commento...
povera fiorella mannoia!

23 - Renato C : Lautari
L'emozione mi fa preferire i Lautari.

24 - Francesco S : LA SEDON SALVADIE - IL CIL DA L'IRLANDE.
Commento : Porgo cordiali saluti e complimenti per il sito: uno tra i più seri!!

25 - Enzo P : padano di nascita .......ma preferisco LAUTARI


26 - Franco B : La Sedon Salvadie
Commento : La mia scelta cade per ragioni affettive con il Friuli più che per le capacità intrinseche dei due gruppi su: La Sedon Salvadie Anche se non è il genere di musica che ascolto più di frequente devo dire che la musica “etnica” o “folk” (se vogliamo imprigionarla dentro una definizione) riesce ad esprimere attraverso le note e le parole e le forme melodiche la forza culturale dei popoli, forza che spesso è una rabbia interiore. L’Italia pienamente dimostra in tutta la sua lunghezza l’enorme quantità di materiale musicale e di musicisti validi e riconosciuti non solo in campo Jazz. In definitiva due brani diversi non solo geograficamente ma anche nella loro struttura e due belle voci.




Fuori Termine Utile Per Il Concorso ma comunque comunichiamo il suo voto :
- Salvatore G. - Lu Cielu di Sicilia



Il vincitore verrà estratto con il metodo della conta.
Il numero utilizzato come rifermento per la conta stessa sara' il primo numero estratto sulla ruota di milano di sabato 8 Marzo
Ricordiamo a tutti che il concorso terminera' alle ore 24.00 di Mercoledi 5 Marzo .

Non sono neanche passate 24 ore...

Non sono passate 24 ore dal nostro precedente post sullo sfruttamento sessuale dei bambini che oggi cosa appare su repubblica ...

ROMA - Un turista italiano è stato arrestato in Cambogia con l'accusa di abuso sessuale su sei bambini. Lo rende noto l'Ecpat-Italia (Onlus affiliata alla End Child Prostitution Pornography and Trafficking) che riferisce informazioni ricevute da Ecpat International e dalla polizia locale. L'uomo ha 43 anni, ed è stato arrestato a Sihanoukville, martedì notte mentre era in compagnia di un gruppo di bambini. L'uomo di cui non si conosce la città di provenienza, è in attesa di un processo; è accusato di aver molestato quattro bambine e due bambini, tra gli otto e i tredici anni.

Sinanoukville, dove è stato arrestato l'italiano - riferisce Ecpat - è la più importante città cambogiana sul mare: dieci anni fa c'era una mezza dozzina di guest houses. Oggi, fra alberghi di lusso e pensioni, i posti letto sono centuplicati, e centuplicati sono i bambini sfruttati. Lo sviluppo economico viene pagato anche con le vite dei bambini, che perdono la loro libertà e diventano schiavi. Proprio a Sihanoukville aprirà presto un centro finanziato da Ecpat Italia e dalla Ong italiana CIFA per la prevenzione dello sfruttamento sessuale da parte di turisti. "Se le accuse dovessero essere confermate - afferma Marco Scarpati, presidente di Ecpat-Italia - ci troveremmo ancora una volta di fronte ad un caso di turismo sessuale a danno di minori, in quella Cambogia in cui da anni lavoriamo con dei progetti per tenere i bambini lontani dal mercato del sesso. Purtroppo sempre le solite scene. Un turista straniero che con due soldi compra su una spiaggia un bambino".


Secondo stime di Ecpat, i bambini schiavi del mercato del sesso in Cambogia sono circa 20.000. Rapiti o comprati dalle mafie alle famiglie spesso inconsapevoli, sono poi rivenduti ad altre organizzazioni criminali per farli prostituire in strada o nei bordelli. Ecpat-Italia ha attualmente due progetti di prevenzione in Cambogia."Proprio qualche mese fa abbiamo portato i bambini che sosteniamo a distanza, in gita al mare a Sihanoukville - afferma Scarpati - offrire loro la possibilità di andare a scuola, di avere una vita dignitosa per loro e le proprie famiglie e garantire le cure mediche, è la strada maestra per tenere i bambini lontani dal mercato del sesso".

06 marzo, 2008

Steve Earle Presenta Il Suo Nuovo Album



Si vuole ringraziare per questo video You Tube

05 marzo, 2008

04 marzo, 2008

Pubblicita' e Progresso By Nicola C.

Tra il XVI e il XIX secolo la trata degli schiavi dall'africa ( una delle piu' atroci crudelta' umane ) ha causato 11,5 milioni di vittime

In un decennio nel sud est asiatico il traffico delle donne a scopo di prostituzione ha fatto 33 milioni di vittime.

Altre piccole cifre :

L'industria della prostituzione infantile sfrutta:

400.000 bambini in India
100.000 nelle Filippine
200/300.000 in Thailandia
100.000 a Taiwan
200/300.000 negli Stati Uniti
200/500.000 nella Repubblica Popolare cinese
500/2.000.000 in Brasile

In media un bambino che si prostituisce vende i "suoi" servizi sessuali a 2.000 uomini.

Un esempio su tutti.

In Thailandia 2.000.000 di persone vivono o gravitano attorno alla prostituzione e di questi 800.000 sono minorenni e di questi 200/300 mila bambini.

In un contesto piu' globalizzato si stima che il profitto derivante dallo sfruttamento della prostituzione si aggira tra i 5 e i 7 miliardi di dollari e il numero delle persone coinvolte si aggira sui 4 milioni.

Ogni anno 500.000 nuove persone vengono inserite nel traffico della prostituzione nella sola Europa.

Attenzione : Da queste cifre non si considerano quelle donne che decidono di prostituirsi in modo libero.

A qualcuno interessa ?

Fonte : Civilta' Cattolica.

03 marzo, 2008

La finta epidemia gonfiata e l'epidemia dimenticata...

Questa mattina ho trovato due articoli che parlavano di salute. Solitamente non li leggo ma questa volta ho trovato qualcosa su cui riflettere. Da una parte siamo davanti ad una vera e propria epidemia reale, con migliaia di morti e orfani ma che siamo sicuri non ci toccherà. Dall'altra si parla di tre epidemie che hanno riempito le pagine dei giornali ( in Italia devono aver causato penso la morte di una decina di anatre.... ). Insomma, qualcosa su cui riflettere penso ci sia....

FEBBRAIO 2006, ONU - Ogni minuto un bambino di età inferiore ai 15 anni muore di sindrome di immunodeficienza acquisita (sida/aids) e oltre 15 milioni hanno perso uno o entrambi i genitori: è l’infanzia il volto meno noto dell’epidemia che colpisce gran parte della nazioni povere, in particolare quelle africane. A loro, quelli uccisi dalla malattia o i milioni resi orfani dalla sindrome, è stata dedicata una conferenza con la partecipazione di 150 esperti medici e operatori sociali, organizzata dall’Onu e dal governo inglese. Secondo le proiezioni dell’Unaids, competente organismo dell’Onu, presentate alla conferenza, il numero degli orfani africani rischia di aumentare a 18 milioni nel 2010, con una crescita del 10% l’anno. “La conseguenza – ha detto Peter Piot, capo dell’Unaids - è un impatto a lungo termine sul tessuto sociale ed economico delle nazioni colpite, paragonabile a quello del surriscaldamento del clima”.

MARZO 2007, SUD-SUD: Una ‘banca del latte materno’ a Capoverde per le madri sieropositive allo scopo di scongiurare il pericolo di trasmissione del virus da mamma a neonato: la sua creazione, per iniziativa del Brasile, è stata annunciata da Arthur Correia, segretario esecutivo del Comitato per la lotta alla sindrome di immunodeficienza acquisita (sida/aids), ricordando che l’iniziativa fa parte di un progetto di collaborazione chiamato ‘Laços Sul- Sul’ (Legami Sud-Sud), in base al quale l’arcipelago africano lusofono già riceve aiuto dai brasiliani con l’invio di farmaci anti-retrovirali e assistenza specializzata alle gestanti sieropositive. Obiettivo del programma è fare in modo che entro il 2010 tutte le donne di Capoverde in gravidanza facciano il test per diagnosticare la malattia e seguano le cure indicate. In occasione della recente ‘Giornata della Donna di Capoverde’, il Comitato ha diffuso nuovi dati dai quali emerge che la parte femminile della popolazione si rivolge maggiormente ai centri clinici e presenta comportamenti a rischio minori rispetto agli uomini del paese.
Fonte : Misna

Aviaria, Sars, Bse: previsioni errate
Un altro inverno è passato, il terzo da quando l'Organizzazione Mondiale della Sanità lanciò l'allarme di un nuovo rischio epidemico legato a un virus di origine aviaria, l'H5N1. Sembrava che da un momento all'altro la febbre dei polli, diabolica per i volatili, potesse fare «almeno un milione di morti » disse l'Oms, contagiando l'uomo con la stessa aggressività della micidiale Spagnola, la peggiore pandemia della storia. Dal 2003 ad oggi, per fortuna, nulla è successo di tutto questo. L'aviaria colpisce l'uomo ma poi si ferma. Il rischio endemico (veloce contagio uomo-uomo) non è dimostrato e l'emergenza, soprattutto da noi, si è rivelata quasi esclusivamente veterinaria. E' successo almeno altre due volte negli ultimi 10 anni di veder passare probabili catastrofi epidemiche terminate con bilanci molto modesti sul piano delle perdite umane. Ricordiamo la Sars negli ultimi mesi del 2002. Anche lì l'Oms lanciò (era il marzo 2003) un allarme: «Non si sa quando ma la pandemia ci sarà». E invece è sparita. E ancor prima la Bse, il morbo della mucca pazza, arrivato nel 2001 in Italia. In via di estinzione. Cominciamo dall'H5N1. Qualcuno predisse milioni di morti. I governi occidentali fecero a gara per accaparrarsi scorte di antivirali e assicurarsi la precedenza nell'acquisto di vaccini.
La tabella aggiornata dell'Oms rispecchia una realtà ben diversa. Dal novembre del 2003, la presunta big influenza ha contagiato 369 persone uccidendone 234. La maggior parte in Vietnam, Indonesia, Egitto, Thailandia e Cina. Si è fermata all'Azerbaijan e alla Turchia, dunque alle porte dell'Europa, non è riuscita a fare breccia nei Paesi dove condizioni igieniche e qualità dei sistemi sanitari sono migliori. La trasmissione interumana, che avrebbe potuto dare il via all'ondata contagiosa, non è mai stata dimostrata. Il virologo Fernando Dianzani ritiene che molto difficilmente l'H5N1 potrà scatenare la nuova pandemia perché non possiede le caratteristiche per saltare da uomo a uomo: «La prudenza era doverosa ma ora possiamo dire che abbiamo esagerato nell'annunciare la catastrofe. Predire l'arrivo di una pandemia da H5N1 è un'illazione che non si basa su dati concreti. Fino a questo momento il virus aviario non si è ricombinato con quello umano, non ha cioè scambiato pezzi di genoma, evento che avrebbe determinato un reale pericolo». E allora, a cosa attribuire l'enfasi con cui le autorità scientifiche internazionali, Oms in testa, hanno lanciato e rilanciato allarmi? Ha le idee chiare Maria Rita Gismondo, microbiologa dell'ospedale Sacco: «Dietro fenomeni come questi si celano grossi appetiti industriali. C'è chi ha interessi diversi dalla tutela della salute. Pensiamo a quelli commerciali. Bisognerà poi riconsiderare le modalità di diffondere informazioni. Coinvolgere la popolazione fin da subito significa seminare panico». Andrebbe bocciata anche l'Oms? La microbiologa insiste: «E' un'istituzione politicizzata: quando c'è di mezzo la salute non bisognerebbe muoversi in base a opportunità e pressioni industriali».
E che fine ha fatto la Sars che ha atterrito il mondo tra novembre 2002 e fine luglio 2003? Moderatamente colpiti sono stati soltanto il Sudest asiatico e il Canada, unico Paese occidentale coinvolto: 8.100 casi, 774 morti causati da un virus della polmonite venuto dal mondo animale. Lei sì, incuteva paura per la velocità nel propagarsi attraverso il respiro. E in Italia la paura fu ingigantita dalla morte del virologo italiano Carlo Urbani, che era stato lo scopritore del virus della Sars e che proprio venendone a contatto perse la vita il 29 marzo 2003. Ma oggi non ce n'è più traccia: «Il virus è tornato nel suo habitat naturale perché ha perso le caratteristiche aggressive. In quella situazione la barriera sanitaria dei Paesi occidentali ha funzionato. L'epidemia non ha toccato l'Europa», dice Dianzani. Infine la Bse, «mucca pazza», che ha sterminato gli allevamenti bovini d'Europa e tenuto lontane dalle nostre tavole la prelibata bistecca con l'osso. Si scoprì che l'agente infettivo, il prione, poteva colpire l'uomo con la cosiddetta variante della Creutzfeldt Jakob, malattia degenerativa neurologica. I tecnici predissero migliaia di morti. Il registro mondiale aggiornato a febbraio riporta 163 casi (più tre da trasfusione). «Abbiamo sbagliato, è vero — ammette Maurizio Pocchiari, Istituto Superiore di Sanità —. Ma siamo stati condizionati dalla scarsità delle conoscenze. Però una volta capito, abbiamo aggiustato il tiro. L'emergenza è finita. Anche se qualche dato non torna». In quanto alla Bse bovina, in Italia non c'è più. L'altro anno si sono ammalate 2 vacche. Quest'anno nessuna. «I controlli veterinari sono stati efficaci», dice Maria Caramelli, responsabile del centro riferimento per la Bse all'istituto zooprofilattico di Torino.

Fonte : Corriere

Ciao Jeff, Rimarrai sempre tra i nostri eroi preferiti.

TORONTO - Jeff Healey non c'è l'ha fatta a sconfiggere il retinoblastoma, il tumore con il quale aveva dovuto convivere fin quasi dalla nascita e che già gli aveva preso la vista. Il chitarrista canadese, 41 anni, è morto domenica sera a Toronto per le conseguenze di un cancro ai polmoni diagnosticatogli alla fine del 2006. Healey era sposato e aveva due figli.
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CIECO - Cieco dall'età di un anno, Healey iniziò a suonare la chitarra a soli 3 anni, sviluppando da subito la sua particolarissima postura, con lo strumento appoggiato sulle gambe perché non sapeva come imbracciarla. Il suo album più noto è il primo, See the Light del 1988. In seguito Healey assunse sonorità più jazzistiche. Il 22 aprile uscirà il suo primo disco dopo otto anni, Mess of Blues.

Fonte Corriere

Due note :

La prima è che la vita, comunque ci sia donata, è bellissima quando si ha la voglia e lo spirito di viverla. Esempi come quello di Jeff ne sono la testimonianza.
Healey muore a 41 anni dopo una malattia "atroce". Oggi Jeff potrebbe non nascere grazie al progresso scientifico. La vita di Jeff, cosi' come quella di Gallieno e di Petrucciani prima dimostrano che c'è un limite oltre il quale la libertà degli individui deve cedere il passo a qualcosa di piu' grande.

Seconda Nota : Il cd menzionato nella rassegna è gia' disponibile al pubblico europeo grazie alla Ruf Records. E' stato editato proprio settimana scorsa.

Grazie ancora Jeff per la testimonianza della tua vita che vale di piu' di mille parole vuote dei nostri politicanti.

Dal sito ufficiale della sua etichetta :

Following a lengthy struggle with cancer,Healey passes away on the eve of the release of a new blues rock album Jeff Healey, arguably one of the most distinctive guitar players of our time, died today (Sunday March 2) in St. Joseph's Hospital, Toronto. He was 41, and leaves his wife, Cristie, daughter Rachel (13) and son Derek (three), as well as his father and step-mother, Bud and Rose Healey, and sisters Laura and Linda.Funeral and memorial arrangements are pending.Robbed of his sight as a baby due to a rare form of cancer, retino blastoma, and he started to play guitar when he was three, holding the instrument unconventionally across his lap. He formed his first band at 17, but soon formed a trio which was named the Jeff Healey Band.After his appearance in the movie Road House, he was signed to Arista records, and in 1988 released the Grammy-nominated album See the Light, which included a major hit single, Angel Eyes. He earned a Juno Award in 1990 as Entertainer of the Year.Two more albums emerged on Arista, with lessening success as the '90s passed. Various "best-of" and live packages were released, and he recorded two more rock albums, before turning to his real love, classic American jazz from the '20s, '30s and '40s.By then, however, Healey was an internationally-known star who had played with dozens of musicians, including B.B. King and Stevie Ray Vaughan, and recorded with George Harrison. Mark Knopfler and the late blues legend, Jimmy Rogers.A family man with a three-year-old son and a 13-year-old daughter he preferred to stay close to home. "I've traveled widely before — been there and done that," he told friends, determined to avoid the lengthy, exhausting tours that marked his life in his twenties and early thirties.A long-running CBC Radio series saw him in the role of disc jockey — My Kinda Jazz was a staple for a while, but in recent years he had hosted a programme with a similar name on Jazz-FM in Toronto. A highlight of his broadcasts was always the use of rare — and rarely heard — music from his 30,000-plus collection of 78-rpm records.As his rock career wound down as the millennium came, he recorded a series of three album of early jazz, playing trumpet as well as acoustic guitar in a band he called Jeff Healey's Jazz Wizards. The most recent was It's Tight Like That, recorded live at Hugh's Room in Toronto in 2005, with British jazz legend Chris Barber as guest star.At the time of his death he was about to see the release of his first rock/blues album in eight years, Mess of Blues, which is being released in Europe on March 20, and in Canada and the U.S. on April 22. The album was the result of a joint agreement between the German label, Ruf Records, and Stony Plain, the independent Edmonton-based label that has released his three jazz CDs.Mess of Blues was recorded in studios in Toronto, with two cuts recorded at the Jeff Healey's Roadhouse in Toronto and two at a concert in London England. The backup group on the upcoming CD — the Healey's House Band — played with him regularly at the downtown Roadhouse, and at a previous club bearing his name in the Queen-Bathurst area.Early last year, Healey underwent surgery to remove cancerous tissue from his legs, and later from both lungs; aggressive radiation treatments and chemotherapy, however, failed to halt the spread of the disease.Despite his battle with cancer, he undertook frequent tours across Canada with both his blues-based band and his jazz group; he was set for a major tour in Germany and the U.K. and was to be a guest on the BBC's famed Jools Holland Show in April.Remembered by his musicians — and his audiences — for his wry sense of humour as well as his musical playfulness, Healey was a unique musician who bridged different genres with ease and assurance.