28 settembre, 2009

Lettera Aperta a Woody Allen



Scrivere una lettera ad uno dei piu' grandi registi ( e oserei dire menti ) del nostro tempo non è facile ed è per questo che la scrivo in Italiano, cosi' avrò la certezza che uno dei piu' grandi registi ( e menti ) del nostro tempo non la leggera' mai evitandone gli insulti.

Però prima di iniziare a battere sui tasti della tastiera occorre togliere alcuni dubbi.

Per prima cosa mi piacciono i tuoi film, Woody, dalle sceneggiature fino all'uso della telecamera.

Seconda cosa amo il tuo modo di fare cinema. Attraverso l'ironia e la leggerezza si può intravedere il tuo essere, la visione che hai della vita, l' esperienza che ci racconti attraverso la telecamera che da mezzo di finzione diventa strumento di rappresentazione del tuo essere piu' vero.


Infine anch'io amo la musica e la fotografia, proprio come TE

Però non è di questo che vorrei parlare con te , Woody. Non mi interessa neanche approfondire se siamo frutto del caso o di un "arredatore gay" ne tantomeno scoprire l'essenza dell'amore tra uomo o donna, di come lo percepiamo e viviamo, di come influenzi le nostre scelte quotidiane, di quanto possa portarci alla vita per poi distruggerci per farci ancora rinascere... in un ciclo infinito, purchè funzioni.

Non sono in grado di poter parlare di tutto questo perchè non ne so abbastanza.

Vorrei invece scriverti per la tua battuta, quando vai a trovare la medium in ospedale, sull'incontro tra George e Clarence.

Davanti al pensiero che la nostra vita è un mistero non scrutabile ma che nulla di ciò che esiste sarebbe tale se ognuno di noi non avesse partecipato all'arredo totale tu contrapponi il fatto che si tifi per George per il bene che ha fatto. Se George avesse dimenticato una sigaretta accesa prima di addormentarsi causando un incendio dove fossero morti bambini e anziani, sarebbe ancora cosi' preziosa per noi la sua vita ?

La mia risposta è Si, lo sarebbe.

Se riguardo il film sin dall'inizio mi piace soffermarmi sulle scene che antecedono il ponte per capire come "La Vita è meravigliosa" non sia il solito film banale sulla bonta' umana ma una drammatica riflessione sul mistero di esistere.

Il punto centrale del film è che George vuole buttarsi dal ponte perchè ha fatto del male ( magari inconsapevole ), ma pur sempre del male alle persone che amava. George non accettava il male nella sua vita, voleva essere solo bene, compiere buone azioni, aiutare il prossimo. Ma la vita è piu' grande di lui, il male esiste e prima o poi noi tutti ne siamo toccati. George non lo voleva e quando gli è capitato non lo ha accettato sicuro che piuttosto che far del male è meglio non esistere. George è convinto che è meglio morire piuttosto che essere causa di male per gli altri.

L'incontro con Clarence non fa altro che ricordagli l'unicita' della sua vita, di come, nonostante il male, senza di lui quanto bene non avrebbe avuto modo di esistere?

La vita non è "meravigliosa" perchè tutta facile facile e a lieto fine ( basta guardarsi intorno per capire l'assurdita' di questa affermazione ); Clarence ha semplicemente ricordato a George che nonostante la sua piccolezza lui era unico per tutte le persone che ha incontrato e con cui ha vissuto ; che il mondo non sarebbe mai stato uguale senza di lui.

Ed allora ecco che la vita è "meravigliosa" nonostante i nostri limiti perchè è meraviglioso Vivere con e per gli altri accettando anche la parte piu' brutta di noi ( sbagli, debolezze e quant'altro ) per far uscire quella piu ' bella e vera. Se non siamo in grado di accettare ( e naturalmente combattere ) il male che scaturisce da noi allora non potremo mai fare neanche del bene.

E allora la vita è Meravigliosa non purchè funzioni ma purchè la si viva. Che è quello che alla fine ha fatto, nonostante le sue manie, il tuo personaggio.

Ciao Woody, sei uno dei miei registi preferiti perchè vero e perchè so che quando parlo ai tuoi film parlo con qualcosa di genuino per quanto molto diverso da me.
Alla prossima.

Ps : Che nessuno si azzardi a tradurre in Inglese questa lettera.