E, si, siamo emozionati. Questa sera, fortuna, tempo e polizia locale permettendo conosceremo Mario Biondi e potremo fargli un bel po' di domande sul "suo" fenomeno musicale. Per ora ci limitiamo a proporvi il suo fantastico sound e ad elogiare le manifestazioni come quella di Villa Arconati che in tutta italia aiutano a promuovere la musica che noi amiamo e supportiamo. C’è da rimanere colpiti dalla profondità e dal fervore della sua voce, che ricorda i grandi della musica soul e del rhythm and blues. Molti penseranno si tratti di un cantante nero. Invece Mario è bianco e siciliano di Catania. Dopo la prima collaborazione tra la Schema, Mario Biondi e il produttore Alessandro Magnanini, che nel 2004 danno vita alla pubblicazione a nome di Was-A-Bee del singolo “This Is What You Are / On A Clear Day”, “Handful of Soul” è un album che spazia tra sonorità pop jazz e soul. Il risultato è un disco molto accattivante, che passa da suadenti melodie vocali a brani ritmicamente più inclini al ballo.
MARIO E I BRANI
Non è stato semplice scegliere un repertorio consono alla sua voce, che non lo snaturasse, che ne potesse mettere in evidenza la profonda timbrica, ma che allo stesso tempo potesse comunque rappresentare le scelte artistiche e la linea di condotta musicale della Schema. L’amore per il Rhythm & Blues ed il Soul, stili musicali che Mario apprezza particolarmente, gli fanno amare alcuni artisti rappresentativi dell’universo della black music, passato ed attuale, come gli Earth Wind & Fire, Luther Vandross, Lou Rawls, Aretha Franklin, Erykah Badu, Will Downing. Quando il produttore Luciano Cantone e Mario valutarono insieme il repertorio da eseguire, Mario dubitava di riuscire ad eseguire stilisticamente alcuni standard del repertorio classico americano come “Slow Hot Wind” e “On A Clear Day”, oppure “A Handful Of Soul”, ma ne rimase successivamente sorpreso. Questo ispirò lui e gli altri autori alla stesura dell’inedito “Gig”, di chiara matrice americana alla Cole Porter. In questi anni Mario collabora con Alessandro Magnanini (Was-A-Bee), musicista poliedrico ed eccellente arrangiatore. Con Alessandro, Mario scrive due autentiche perle “No Mercy For Me” e “This Is What You Are”. Quest’ultimo, pubblicato su singolo e licenziato per varie compilation, riscuote parecchio successo. In U.K. il singolo è nella top heavy rotation del programma di Norman Jay in onda sulla Bbc Radio. In Italia viene massicciamente programmato da RMC e successivamente diventa la colonna sonora dell’omonimo spot Tv. Altro brano inedito è “Never Die”, scritto da Marco Bianchi, prodotto sulla scia di “This is What You Are”. Un evidente omaggio al rock-blues, al soul-blues ed al rhythm’n’blues è quello espresso da “I Can’t Keep From Crying Sometime” di Al Kooper, un ¾ sulla scia di Deindre Wilson Tabac, “I’m Her Daddy” di Bill Withers e “No Trouble on The Mountain” di L.C Cook. Interessante la versione di “O Child Runs Free” una bossa moderna in perfetto stile Schema, come anche la samba “Rio De Janeiro Blue”.
HIGH FIVE QUINTET
Quando Luciano Cantone propone a Fabrizio Bosso di arrangiare ed eseguire i brani di questo album il trombettista ne rimane entusiasta, a tal punto da coinvolgere il suo gruppo e di far arrangiare i brani a Luca Mannutza e Pietro Ciancaglini. La front-line degli High Five e' composta dal trombettista Fabrizio Bosso, vincitore di importanti trofei nella categoria giovane talento Italiano (Django d'Or 2002 e Top Jazz 1999) e dal tenorista Daniele Scannapieco, vincitore del Django d'Or 2003, affermato nel panorama del jazz internazionale grazie alle collaborazioni con Dee Dee Bridgewater e Henri Salvador. Luca Mannutza, Pietro Ciancaglini e Lorenzo Tucci, rispettivamente al pianoforte, contrabbasso e batteria, costituiscono una ritmica solida e compatta, dotata di ottimo interplay, capace di creare geometrie articolate e raffinati accompagnamenti sui quali i due solisti possono esprimere al meglio le loro pirotecniche potenzialita'. Sebbene gli High Five abbiano all’attivo solo due dischi (su Via Veneto Jazz), hanno riscontrato un grandissimo successo nei più importanti festival jazz come Paris Jazz Festival, Umbria Jazz, Brianza Open Jazz, Clusone Jazz Festival e Teano Jazz. Anche la carriera dei singoli musicisti è un’ulteriore conferma del loro valore artistico: Fabrizio Bosso, si muove con grande agilità dal pop (da anni affianca sia in studio che dal vivo le melodie autorali di Sergio Cammariere) alle collaborazioni con artisti come Phil Woods, Enrico Pieranunzi e Franco D’Andrea; Daniele Scannapieco, di formazione classica, ha collaborato con jazzisti come Maria Pia De Vito, Stefano Di Battista, Giovanni Tommaso, Tony Scott e Roberto Gatto; Luca Mannutza ha nel palmares invece collaborazioni con artisti come Paolo Fresu, Maurizio Giammarco, Bebo Ferra e Steve Grossman; tra gli artisti con i quali ha diviso il palco Lorenzo Tucci invece troviamo Giovanni Tommaso, Maurizio Giammarco, Stefano Di Battista, Dado Moroni, Flavio Boltro, Rosario Giuliani e Piero Umiliani; sebbene Pietro Ciancaglini sia il più giovane degli High Five, ha dalla sua importanti incontri con Nicola Stilo, Kenny Wheeler, Lee Konitz e Rita Marcotulli. Insieme o individualmente poi hanno dato vita ad alcune esaltanti performance, in studio e dal vivo, per artisti come lo Schema Sextet e Nicola Conte.
Ed adesso Mario Biondi...
( Tratto dal sito ufficiale di Mario Biondi )