Hanno tentato di farlo fuori in tutti modi. A colpi di compact disc, minidisc, laserdisc e, ultimo, il download di musica digitale da Internet. Niente da fare, a 61 anni esatti dalla sua introduzione avvenuta nel 1948, il vinile resiste. Piccola enclave dell'industria discografica, addirittura sta conoscendo una seconda giovinezza. Perché, come ha detto Bob Dylan «i dischi moderni sono atroci. Oggi non puoi fare un disco che suoni come quelli che ascoltavo e amo ancora». Dischi in vinile, ovviamente.
Il vinile, nel suo piccolo, è diventato anche un fenomeno di moda. Scontato che l'acquirente di vinile sia il 40-50enne legato ai miti dell'adolescenza, il fenomeno ora interessa anche i giovanissimi che acquistano l'Lp feticcio, per poi ascoltarlo su mp3 dopo averlo scaricato da Internet (BLOG – vinile)
Nonostante gli audiofili fedeli al vinile costituiscano oggi una piccola minoranza, una nicchia di mercato operante con altissima tecnologia è ancora attiva, basti pensare che, solo in Italia, attualmente sono presenti sui cataloghi diversi modelli dal costo di varie migliaia di euro.
Il vinile è, inoltre, ancora molto usato dai disc jockey e molte etichette, sia italiane che straniere, distribuiscono musica su vinile appositamente per dj.
Mentre gli amanti della musica classica hanno apprezzato il passaggio al digitale, molti amanti del genere rock invece continuano ad ascoltare musica su vinile. In questo settore, tuttavia, la produzione si è digitalizzata. Per questo motivo gli amanti del rock e del vinile ascoltano soprattutto dischi rilasciati alcuni decenni fa. Soprattutto nella scena underground, però, la tendenza a stampare anche -se non solo- i dischi in vinile, è rimasta. (da Wikipedia,)
Secondo i dati di vendita Usa nel 2008: crollano i cd, crescono i download e i vinili stabiliscono il loro record dal 1991. Si è registrato un vero e proprio boom dei vinili (+89%). Il trend è significativo, simo in piena era digitale eppure negli ultimi diciassette anni non si sono mai venduti così tanti vinili come oggi. Questo ritorno di fiamma per il vero formato simbolo del rock'n'roll, dato per spacciato durante gli anni '90, vorrà pur dire qualcosa.
Molto probabilmente l'ascolto più attento, ragionato, di qualità, legato a un'idea di unicità del supporto fisico e di alta definizione audio che trova nel vinile molte più soddisfazioni che nel cd ha dato un nuovo sbocco all'ascolto di musica al giorno d'oggi. Anche soddisfazioni d'acquisto: nello scegliere solo determinati album (magari già scaricati e assaggiati tramite Internet), di determinati artisti, costruendo discoteche magari non enciclopediche, bensì selezionate, dal valore inversamente proporzionale alla loro grandezza. Inoltre, uno degli aspetti più interessanti della faccenda è che il boom del vinile sembra essere trainato dalle nuove generazioni e non solo dai vecchi collezionisti.
Può darsi che la rinascita del vecchio disco nero sia soltanto il frutto di una moda, un ultimo guizzo prima dell'estinzione. Ma può anche darsi che rappresenti invece l'alba di una nuova stagione a doppia velocità, in cui vinile e MP3 non si escludono a vicenda, ma diventano complementari. Le due facce di un'esperienza musicale contemporanea, allo stesso tempo vintage e all'avanguardia, che risponde tanto alle nostre necessità di selezione (il vinile) che di abbondanza (l'MP3).
(articolo di Luca Castelli)
12 gennaio, 2010
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