Il mea culpa della Chiesa Anglicana per lo schiavismo comincerà dalle strade di Londra il prossimo 24 marzo con una marcia che sarà guidata dalle due cariche ecclesiastiche più alte, l'arcivescovo di Canterbury Rowan Williams e quello di York John Sentamu. Con questo evento, in cui migliaia di persone caricheranno una croce gigantesca per diverse miglia, i due leader intendono esprimere il pentimento per la complicità della Chiesa di Inghilterra nella tratta degli schiavi. Il walk of witness, così è stata chiamata la processione, coinciderà con il bicentenario dell'abolizione della schiavitù e rappresenta l'ultima fase del pentimento della Chiesa Anglicana dal febbraio dell'anno scorso, quando il Sinodo Generale votò per scusarsi per il suo coinvolgimento nello schiavismo. Da allora parole di rimorso sono state espresse anche dal mondo della politica: solo tre mesi fa il primo ministro britannico Tony Blair confessò il suo più «profondo dispiacere» per il ruolo della Gran Bretagna nella tratta degli schiavi transatlantica mentre John Prescott, vicepremier, ha confermato qualche giorno fa che guiderà le commemorazioni nazionali durante il bicentenario. Un sentimento generale di mea culpa ha visto coinvolte anche organizzazioni per la tutela del patrimonio artistico e culturale tra cui l'English Heritage e il National Trust le quali hanno espresso rammarico per il fatto che alcune proprietà che possiedono furono comprate con soldi prodotti dalla schiavitù.Williams e Sematu sperano di radunare sulle strade di Londra più di ottomila persone nella marcia del 24 marzo che seguirà due itinerari: il primo comincerà in Kennington Park nel sud della capitale, con una messa all'aria aperta; mentre il secondo, guidato dagli arcivescovi, partirà da Whitehall con un momento di raccoglimento e riflessione perché, ha spiegato Sematu che è originario dell'Uganda e conta schiavi tra i suoi antenati, «questa marcia deve segnare l'inizio del processo di guarigione». Da Whitehall p roseguiranno verso i Victoria Tower Gardens dove verranno recitate preghiere e poi per Lambeth Bridge: da questo punto i "pellegrini" rispetteranno il silenzio. L'itinerario che attraversa il Tamigi è simbolico della traversata atlantica di oltre dieci milioni di africani verso le Americhe tra il quindicesimo e l'inizio del diciannovesimo secolo.I partecipanti saranno inoltre invitati a firmare una petizione che chiede al governo di agire contro ogni forma di schiavitù moderna come per esempio il commercio sessuale dall'Europa dell'Est o quello di bambini dall'Africa. Secondo un rapporto recente di Save The Children, un ente di carità che si occupa della tutela dei minori, cinquanta bambini portati in Gran Bretagna a scopo di schiavitù sono scomparsi e altri ottanta, originari dell'Africa, Cina, Sud Asia ed Europa dell'Est sono stati ritrovati dalle autorità locali a Manchester, Newcastle e Birmingham.Qualche giorno fa uno degli organizzatori della marcia ha paragonato lo schiavismo all'Olocausto. «Viviamo ancora - ha spiegato Rose Hudson-Wilkin, presidente del Comitato Anglicano per le minoranze etniche - con l'eredità dello schiavismo. Il messaggio dei neri in questo paese è molto chiaro: anche noi, sostengono, abbiamo avuto il nostro Olocausto, milioni di noi sono stati uccisi ed è giusto che questo venga riconosciuto».
Tratto Da Avvenire
01 marzo, 2007
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