31 maggio, 2006

Oltre Ad Un Vero Eroe E' Anche ( Almeno Lo Spero ) Un Amico

La cosa a cui tengo di più tra tutto ciò che possiedo, e cioè quasi nulla, è il mio cappello. Me l'ha regalato lo zio Vlad per il mio decimo compleanno, dicendomi che apparteneva ad un uomo molto saggio e fortunato e che un giorno anch'io avrei avuto tanta saggezza e fortuna se l'avessi tenuto sempre con me. Sarà pure vero, ma per ora se ne sta lì rovesciato per terra , ospitando tre o quattro monetine che quasi si confondono coi suoi ricami grigi e dorati. Il solito fiume di gambe, pantaloni e scarpe di tutti i tipi scorre via inarrestabile. Non è mica facile stare immobili con le braccia incrociate sul petto, in ginocchio su questo pavimento lucido e freddo, ma secondo mio padre è la posizione migliore per spingere la gente a darmi qualcosa. Mi ripete anche di alzare lo sguardo solo quando vedo una moneta entrare nel cappello. Allora devo sorridere e ringraziare, anche se il più delle volte, di chi mi ha fatto la carità riesco a vedere soltanto la schiena.
Comunque, meglio stare qui che andare a fare il giro in metropolitana, dove mio padre suona il violino e i miei fratelli più piccoli passano col bicchiere mentre tutti fanno finta di leggere o si voltano dall'altra parte. Il giro dura più o meno un'ora e, se è andata bene, qualche volta andiamo a mangiare nel ristorante degli hamburger. Se anch'io sono stato abbastanza fortunato, verso sera mio padre mi lascia suonare il suo violino. E' il mio grande desiderio: diventare molto più bravo di lui, fino a che qualcuno mi darà dei soldi solo per sentirmi suonare e non perché sto inginocchiato per terra. Non mi dispiace questo posto, il vento gelido ci arriva poco, non ci sono cattivi odori e dietro quelle grosse colonne si vede la piazza della gigantesca casa di pietra, con la sua foresta di statue e le teste dei draghi che la difendono dagli spiriti maligni. Un giorno ci sono entrato da solo, mi ricordo la penombra e gli immensi vetri colorati, poi mi è venuto incontro un signore con la giacca e gli occhi scuri, mi sono spaventato e sono scappato via.
Ehi, è arrivata una moneta di quelle grandi, che valgono parecchio. A darmela è stato un vecchio, dalle mani callose e l'espressione un po' da matto, che mi ricorda il mio bisnonno morto due anni fa. Questo profumo invece, ma sì, è proprio lei, la stessa principessa che è passata ieri lasciandomi due monete. Mi riscalda ricordare quegli occhi e quel sorriso, mentre il rumore dei suoi tacchi alti si dissolve in lontananza. Ora è arrivato un mozzicone acceso, che ha sfiorato il mio cappello. Vedo un gruppo di scarpe colorate fermo di fronte a me e sento le risate cattive che si moltiplicano. Non devo alzare la testa, a costo di stringere le braccia fino a graffiarmi, tanto tra poco saranno spariti anche loro, come gli incubi che si fanno di notte. A proposito di sogni, ne ho uno , bellissimo, che viene a trovarmi tutti i giorni dopo il suono delle campane di mezzogiorno. Chiudo gli occhi e vedo un uomo vestito di bianco uscire dalla grande casa di pietra con un bastone d’'oro. Lo picchia tre volte per terra, tutti si fermano di colpo e cadono in ginocchio. Allora io mi rialzo in piedi e corro, corro libero come il vento.





di Marco Frosi ( Secondo Classificato Del Concorso ViviMilano Insessantarighe. Un'ora da raccontare )

26 maggio, 2006

20TH Anniversary Chesky Records


Che cosa rende cosi' speciale la realta' Chesky ?
A detta di chi sente la differenza una cosa tanto semplice quanto immediata :
Il fatto di essere riusciti a riprodurre il suono piu' puro e naturale che oggi
si possa ascoltare su un impianto hi fi

Come è possibile ?
A detta degli amici chesky questo processo è molto facile :

"NO OVERDUBS
NO COMPRESSORS IN THE SIGNAL PATH
NO MULTITRACKING
NO LARGE MIXING CONSOLES
OUR RECORDING CHAIN IS CUSTOM BUILT WITH AUDIOPHILE - GRADE ELECTRONICS"


Cosa Significa questa per l'ascoltatore ?
Che chi sente la musica la sente come in un ambiente naturale, come deve essere sentita in un concerto dal vivo di fronte al palco con i massimi dettagli
e la massima chiarezza.
Si potrebbe obiettare : Signor Veronelli, noi la stimiamo ma per favore non ci racconti Balle...
Avvisandovi che quello che sentirete sulla radio è compresso a 32 k quindi con una qualita' molto bassa, riporto di seguito cosa potrà godersi chi avrà la fortuna di avere tra le mani questo doppio cd :

" Chesky preserves live sound with high - end recordings" - Bilboard

"For the best recordings to show off your system's musicality, look no futher than Chesky Records " Robb Report Home Entertainment

" Clean, Clear, Lucid, Sperctacular" The Absolute Sound

"Chesky has maintained a remarkable batting average in the quality of its realeases" Stereophile

"Here's a label That's plugged into music... with audio quality that is always very good, often magnificent" UHF MAGAZINE

"Great Music, Great Performances. Bravo Chesky!" International Audio/Video Review

"Dedicated to the highest standards of capturing and reproducing music " The Audiophile voice

"Chesky is a hero in the audiophile world because of his company's dedication to superb sonic" Mic

NOW YOU CAN HEAR THE DIFFERENT
Producer : Devid Chesky
Executive Producer - Norman Chesky
Original Sound Engineers :
Kenneth G. Wilkinson - Bob Katz, Barry Wolifson, Nocholas Prout
HIGH RESOLUTION TECNOLOGY RECORDED AT 96/24 STEREO

23 maggio, 2006

Chi L'ha Sentito ?

Come detto questo blog è dedicato a far conoscere persone nuove, a proporle e a farle pian piano entrare nei nostri orizzonti musicali. Ma non disdegnamo ogni tanto, spero per voi che non ne abbiate male, di proporre dei veri mostri sacri che già fanno parte della cultura musicale italiana ( Rava ) ed Europea ( Mister X ).
Divertiamoci allora a mettera alla prova i nostri orizzonti nella speranza che ogni scusa sia buona per ascoltare dell'ottima musica !! Cercate di indovinare il nome del pianista che suona.

Per darvi una mano ogni giorno inseriremo un piccolo indizio :

1- Il 4 ottobre del 1969 al Festival Jazz Di Bologna esegue , sulla melodia di My Back Pages, tre ritornelli di variazioni e poi, al momento di concludere, ne improvvisa un altro, e poi un altro ancora , e poi ancora raccogliendo una vera e propria ovazione dal parte del pubblico.

2 - La Frase "cult" :" La cosa piu' importante in un mio concerto solistico è la prima nota, o le prime quattro note. Se hanno sufficiente tensione , il resto del concerto viene da solo, quasi naturalmente

3 - Spesso suona in Trio come "grande" epigono ( senza mai dimenticare di aggiungere qualcosa di suo che rende unico anche l'evergreen ), ma è soprattutto quando suona in solitudine che da il meglio di se stesso tant'è che un suo disco solo è tuttoggi uno dei dischi jazz piu' venduti al mondo...

4 - Poichè alcuni di voi sono ormai arrivati alla soluzione, diamo l'ultimo suggerimento. La fama mondiale arriva tra il 1970 - 72 grazie alla collaborazione con il gruppo di Miles Davis. Ma è nel 1975 che nasce la leggenda vera e propria....

19 maggio, 2006

I nostri non eroi


Sono i partiti che non mi hanno proposto un numero di donne sufficienti per arrivare a otto''. Lo ha detto il presidente del Consiglio Romano Prodi entrando al Senato a proposito del numero piuttosto esiguo di donne nel suo governo
Firmato
Romano Prodi


E' vero che ha una macchina Suv?
«Sì, ma è in vendita e comunque resto contrario al suo uso in città».
Firmato
Cento ( Verdi )un vero oppositore ai Suv quando la fiat non li produceva ancora.


«Dimissioni? No, niente di tutto questo». «Girando in questi giorni per l'Italia ho sentito tanto affetto per la Nazionale»,
Firmato
Marcello Lippi, un uomo senza vergogna.

15 maggio, 2006

JANIS SIEGEL


On March 28, 2006, vocalist Janis Siegel releases A Thousand Beautiful Things. The ninth solo album from this founding member of The Manhattan Transfer combines Siegel’s impressive skills with a terrific selection of modern material and a band that features some of the hottest Latino musicians currently working in New York City, including rising star Edmar Casteneda on Colombian harp and pianist/arranger Edsel Gomez. Produced by Brian Bacchus, Siegel’s fourth Telarc release is a savory stew of pop, jazz and Latin influences.
Those who know Siegel only from her association with The Manhattan Transfer might well have their proverbial doors blown off by her latest Telarc release. On A Thousand Beautiful Things, the nine-time Grammy winner (and seventeen-time Grammy nominee) spotlights the work of today’s top singers and songwriters, including Björk, Nellie McKay, Stevie Wonder, Suzanne Vega, Annie Lennox, Fred Hersch, Norma Winstone, Paul Simon, Raul Midon, Danilo Perez, Lizz Wright, and Sam Phillips.

“It’s not quite a pop record, it’s not quite a jazz record, even though there’s plenty of improvisation on it,” Siegel says. “As much as I love singing standards, it’s not the only thing I love doing, and eventually I came to the idea of just doing some songs that I love—songs that I think are timely and relevant—in a Latin rhythmic context.”

Known as one of greatest harmony singers of her generation, Siegel puts on a virtuoso display of vocal talents throughout this smart collection of twelve tracks. She transforms Björk’s “Hidden Place” into something magical, while her reworking of Raul Midon’s “Make It Better” has one foot firmly planted in the Latin jazz tradition and the other in more modern territory.

Siegel pulls off a daring arrangement of Stevie Wonder’s “I Can’t Help It,” (a tune made popular by Michael Jackson on his 1979 album, Off the Wall), then tackles Suzanne Vega’s sexy “Caramel” and the Annie Lennox-penned title cut, “A Thousand Beautiful Things.” Her take on the Fred Hersch/Norma Winstone tune “Valentine” displays a sensitivity rarely found in pop music today.

Siegel’s exquisite harmonies on her remake of Paul Simon’s “Love” are constantly engaging, and her interpretations of Alice Russell’s “Sweet Is The Air,” Sam Phillips’ “Reflecting Light” and Erin Moran’s “Did You See The Moon Tonight?” sparkle with feeling and electricity. A touching, a cappella version of the Danilo Perez/Lizz Wright tune “…Till Then” is dedicated to the memory of the singer’s father, Edward Siegel.

Siegel’s great band is anchored by the exceptional pianist/arranger Edsel Gomez, who grooves mightily on Nellie McKay’s “The Suitcase Song.” An added treat here is the presence of Las Siegelitas (Silvia Ramirez, Silvia Rodriques, Silvia Maria Romero and Silvia Rosario) singing background vocals. Bassist John Benitez, drummer Steve Hass and percussionist Luisito Quintero fill out the flowing rhythmic undercurrent while solo standouts Edmar Casteneda on Columbian harp and Brian Lynch on trumpet and flugelhorn add fire to this finely-tuned unit. Special guest Marlon Saunders, who works with Siegel in Bobby McFerrin’s Voicestra, delivers backup vocals on six tracks.

Siegel, a lifelong New Yorker, grew up against the vibrant backdrop of the best in Latin music and honed her skills alongside the beautiful immigrant experience that makes New York City so special. Best known for her work with The Manhattan Transfer—one of the most popular vocal ensembles in contemporary music—Siegel has also built a successful solo career, beginning with 1982’s Experiment in White, continuing with 1987’s GRAMMY-nominated At Home, two intimate collaborations with pianist Fred Hersch (Short Stories and Slow Hot Wind), and 1999’s The Tender Trap.

Siegel signed with Telarc and released I Wish You Love (CD-83551) and Friday Night Special (CD-83566), both produced by Joel Dorn. Sketches of Broadway, Siegel’s 2004 release, featured stylish readings of eleven Broadway show tunes by Harold Arlen and Johnny Mercer, Kurt Weill, Irving Berlin, Alan Jay Lerner and Frederick Loewe, Richard Rodgers and Oscar Hammerstein II, Stephen Sondheim and others.


“‘A Thousand Beautiful Things,’ ‘Love’ and ‘Make It Better’ are the songs with the most pervasive statements of optimism about the world,” says Siegel. “They say once again for the millionth time that love is all there is, that it is enduring and that it’s the most important thing. The Annie Lennox tune in particular—and that’s why I gave the title to the album—is just a really positive statement about looking at the glass as half full rather than half empty. And that every day you wake up, it’s a good idea to write the list in your mind of a thousand beautiful things.”

An album with a sense of discovery, A Thousand Beautiful Things is yet another essential release by the innovative and compelling Janis Siegel.

Review


“Transferring her talents to Latin music, Ms. Siegel may have delivered her strongest solo recording yet. Featuring the likes of Edsel Gomez as pianist and arranger, A Thousand Beautiful Things spotlights Siegel’s strong and resilient voice in a myriad of clever settings…This lady is still making waves.” -- All About Jazz - LA


“Siegel's strong, supple voice and her consummate taste allow her to bring something new and often subtly complex to every song, without indulging in unnecessary weirdness...Strongly recommended to jazz and pop fans alike.” -- All Music Guide


“Luxuriating in a scintillating Latin groove, the seasoned Manhattan Transferee puts her singularly intelligent stamp on well-chosen selections from Bjork, Nellie McKay, Raul Midon, Stevie Wonder and Annie Lennox.” -- JazzTimes


“Alluring Afro-Cuban rhythms pulse through every track of A Thousand Beautiful Things (Telarc, B+) by Janis Siegel, the strongest voice from Manhattan Transfer. Covers include Bjork's ‘Hidden Place,’ Suzanne Vega's ‘Caramel’ and the Annie Lennox-authored title track.” -- Philadelphia Daily News


“Thoroughly enjoyable.” -- SoulTracks


“The key word from the title of this latest release by singer Janis Siegel is beautiful. She interprets this lovely program of mainstream songs in such a way that we’re able to sit back and reflect on the beauty that each one holds. Her message is sincere. Hers isn’t some groove shop exercise where she entertains us with vocal acrobatics and whiz-bang instrumental technique. No, Siegel performs with genuine sincerity and delivers a message that reaches home, communicating with her audience and leaving a beautiful glow with each phrase.” -- AllAboutJazz.com


“The Manhattan Transfer songbird on her own is every bit as bright, brassy, and seamless as when the hip-as-can-be quartet claimed her.” -- Village Voice

IL VOSTRO GIUDIZIO
TOTALE VOTANTI 33
Ottimo 24%
Buono 39%
Discreto 24%
Indifferente 3% 1
E' il mio genere ma non mi piace 0%
Non è il mio genere 9%

09 maggio, 2006

Dedicato A Tutte Le Persone Speciali

PARADISE ROAD


Come with me down Paradise Road
This way please, I’ll carry your load
This you must believe
Come with me to Paradise Skies
Look outside, open your eyes
This you must believe
There are better days before us
And a burning bridge behind us
There’s fire smoking, the sky is blazing
There’s a woman waiting, weeping
And a young man nearly beaten
All for love
Paradise is almost closing down

08 maggio, 2006

Eric Reed - Here


Se stai cercando uno swing ben strutturato, profumato, raffinato ma anche audace da parte di un pianista con una tecnica al di sopra della media e con un suono fragorosamente gradevole ti verranno in mente una decina di pianisti contemporanei. E’ arrivato il momento di aggiungere alla lista Eric Reed e il suo nuovo lavoro in trio Here.
Reed è piu’ di un semplice pianista : egli è un filosofo musicale che non solosuona musica, ma la ama, la pensa, trasforma in suono ciò che è dentro il suo spirito rendendo in qualche modo l’immateriale un poco meno astratto.
Nato a Philadelphia Eric si nutre di musica grazie al padre, ministro di una chiesa Battista e cantante di un gruppo Gospel. Ma ancor giovanissimo viene “addescato” dal grande Jazz di James Ramsey Lewis e Dave Brubeck.
Riassumiamo in poche righe la sua infanzia di bambino prodigio : Eric gioca con una pianola a due anni, a cinque viene indotto dal prade a prendere lezioni di Piano e a sette già ha capito quale sarà la “sua” musica. Ciò non fece molto contenti i suoi insegnati della Philadelphia’s Settlement Music School che non riuscivano a capire perché quel bimbo che era in grado di ripetere esattamente qualsiasi accordo un secondo dopo averlo ascoltato, non riusciva a leggere gli spartititi musicali. Dirà Eric : Non avevo tempo per Bach, ero troppo impegnato a capire Horace Silver.
La svolta arriva a undici anni quando i suoi si trasferiscono a Los Angeles dove il suo nuovo insegnante di musica capisce che Eric è destinato allo Swing e a soli tredici anni inizia ad ascoltare e suonare Ahmad Jamal, Eroll Garner, Oscar Peterson, Mccoy Tyner. Il percorso ormai è completato.
Finito il tempo della teoria Eric inizia ad entrare nel circuito jazz sia come compositore, sia come interprete, sia come parte di ensemble. La notorietà arriva ( neanche a dirlo ) con il sestetto di Wynton Marsalis --- grande talent scout --- ma non mancano le collaborazioni con la Lincoln Center Jazz Orchestra che gli consentiranno di farsi conoscere al grande pubblico grazie ad una serie di apparizioni televisive. Sporadiche, ma non prive di significato, sono anche le sue collaborazioni con la band di Freddie Hubbard e Joe Henderson.
Dal 2005 Eric forma un proprio quartetto con cui scuote le fumose ( si può ancora dire ??) notti dei jazz club americani grazie alla collaborazione di Willie Jones III ( Drums ) Gerald Cannon ( Bassist ) Stacy Dillar ( Tenor and Soparno Sax ).
Per creativita’ e talento particolarmente fruttuosa risulta essere la sua collaborzione con Gerald che porta quella ventata di improvvisazione e ispirazione che un po’ difettava nelll’educazione accademica avuta dal nostro.
Da queste collaborazioni e dopo molte notti passate on the road nasce Here, l’ultimo lavoro in trio di Eric Reed. Here riflette il mio stato d’animo attuale, come intendo io ora il mio fare musica. Eric crede molto in questo disco e lo considera insieme a “Its All right To Swing “, “ the Swing and I” e “ Pure Imaginations “ il suo miglior lavoro.

PERSONAL QUOTE: “The gift of music is one of the most powerful tools that can be used to minister to people. As God has blessed me with such a gift, I can only hope to bless Him in return and to bless others by reaching their hearts and souls.”
Cosa ne pensate voi ?
Buon Ascolto


QUESTO E' STATO IL VOSTRO GIUDIZIO
PERSONE CHE HANNO PARTECIPATO AL VOTO 24


Ottimo 25%
Buono 42%
Discreto 4%
Indifferente 4%
E' il mio genere ma non mi piace 0%
Non è il mio genere 25%



Come detto è importante che si partecipi a queste votazioni. In primo luogo per capire meglio i vostri gusti, assicurando che tutte le fascie saranno in ogni caso "soddisfatte". Infatti ci siamo resi conto che i cd Jazz, in particolare i Trio Jazz sono quelli piu' apprezzati ma questo non ci farà dimenticare anche chi di voi ama la World Music o i cantautori.
Grazie per la collaborazione e continuate a votare numerosi. Con i vostri voti potete aiutare nelle scelte anche molti che non hanno possibilita' di ascoltare i cd on line.

L' AMERICA

Lo dovevamo odiare, quel paese. Usava cosi'. Bisognava odiare tutti i paesi capitalisti, ma l'America piu' degli altri. In America vivevano i nemici, i borghesi che succhiavano il sangue della classe operaia. L'imperialismo americano aveva in serbo per noi la bomba atomica. In America gli operai facevano la fame e morivano, e davanti all'ambasciata sovietica in USA scorreva una fila ininterrotta di gente che desiderava cambiare cittadinanza. Cosi' ci cidevano, e noi ci credevamo

Io amavo l'America, l'amavo da che avevo nove anni. Perchè quando avevo nove anni mi raccontarono che in America non ci sono disabili. Laggiù li ammazzano. Tutti quanti. Se in una famiglia nasce un bambino handicappato, il medico gli fa un'iniezione letale.

" Adesso lo capite, bambini, quanto siete stati fortunati a nascere nel nostro paese ? In Unione Sovietica non li ammazziamo i bambini handicappati. Qui vi istruiscono,vi curano e vi nutrono gratis. E allora dovete studiare con impegno per avere una vostra professione "

Io non voglio essere nutrito gratis, nè potrò mai avere una mia professione. Voglio l'iniezione, io, l'iniezione letale. Voglio andare in America.

Racconto Tratto dal libro Nero Su Bianco di Ruben Gallego, ed. Adelphi.

NOSTRO COMMENTO

E' il secondo brano che riportiamo di questo fantastico libro. Si tratta delle memorie di un bambino cerebroleso dalla nascita senza braccia e senza gambe. Questo bambino figlio "illegittimo" di una dissidente comunista spagnola rifugiatasi in Russia e di uno studente Venezuelano viene sottratto alla nascita dalla madre e messo in diversi orfanotrofi dell'ex Unione Sovietica. Nonostante la sua grande intelligenza ( con questo libro ha vinto il Booker Prize Russo ) Ruben era considerato senza futuro, e senza speranza in primis da coloro che avrebbero dovuto aiutarlo ossia maestri e dottori. Dove la regola era il fare e il servire a qualcosa che utilità poteva avere un uomo senza braccia e senza gambe, che cosa avrebbe potuto fare ? Ruben sente di essere inutile, un peso per la maggior parte delle altre persone che non lo amano e arriva piano piano ad odiare la vita : la sconfitta di tutta una società, un bambino che odia la propria vita.
Oggi Ruben è uno scrittore con moglie e figli ( una specie di Petrucciani della letteratura ) , ma è anche un eroe che noi consigliamo di leggere per ciò che scrive e per come lo scrive.

02 maggio, 2006

LadySmith Black Mambazo

In Esclusiva su Radio Moonlight Guarda il nuovo video Dei LadySmith Black Mambazo, un inno all'Africa e alla libertà che non potrà non coinvolgerti





For more than thirty years, Ladysmith Black Mambazo have married the intricate rhythms and harmonies of their native South African musical traditions to the sounds and sentiments of Christian gospel music. The result is a musical and spiritual alchemy that has touched a worldwide audience representing every corner of the religious, cultural and ethnic landscape.

Assembled in the early 1960s in South Africa by Joseph Shabalala - then a young farmboy turned factory worker - the group took the name Ladysmith Black Mambazo - Ladysmith being the name of Shabalala's rural hometown; Black being a reference to oxen, the strongest of all farm animals; and Mambazo being the Zulu word for axe, a symbol of the group's ability to chop down any singing rival who might challenge them. Their collective voices were so tight and their harmonies so polished that they were eventually banned from competitions - although they were welcome to participate strictly as entertainers.

Shabalala says his conversion to Christianity in the '60s helped define the group's musical identity. The path that the axe was chopping suddenly had a direction: "To bring this gospel of loving one another all over the world," he says. However, he's quick to point out that the message is not specific to any one religious orientation. "Without hearing the lyrics, this music gets into the blood, because it comes from the blood," he says. "It evokes enthusiasm and excitement, regardless of what you follow spiritually."

A radio broadcast in 1970 opened the door to their first record contract - the beginning of an ambitious discography that currently includes more than forty recordings. Their philosophy in the studio was - and continues to be - just as much about preservation of musical heritage as it is about entertainment. The group borrows heavily from a traditional music called isicathamiya (is-cot-a-ME-Ya), which developed in the mines of South Africa, where black workers were taken by rail to work far away from their homes and their families. Poorly housed and paid worse, the mine workers would entertain themselves after a six-day week by singing songs into the wee hours on Sunday morning. When the miners returned to the homelands, this musical tradition returned with them.

In the mid-1980s, Paul Simon visited South Africa and incorporated Black Mambazo's rich tenor/alto/bass harmonies into his Graceland album - a landmark 1986 recording that was considered seminal in introducing world music to mainstream audiences. A year later, Simon produced Black Mambazo's first U.S. release, Shaka Zulu, which won a Grammy in 1987 for Best Traditional Folk Album. Since then, the group has scored six more Grammy nominations, most recently for their 1999 album, Live from Royal Albert Hall.

In addition to their work with Simon, Black Mambazo has recorded with numerous artists from around the world, including Stevie Wonder, Dolly Parton, The Wynans, Julia Fordham, George Clinton, The Corrs and Ben Harper. Their film work includes a featured appearance in Michael Jackson's Moonwalker video and Spike Lee's Do It A Cappella. Black Mambazo provided soundtrack material for Sean Connery's summer blockbuster The League of Extraordinary Gentlemen, Disney's The Lion King, Part II as well as Eddie Murphy's Coming To America, Marlon Brando's A Dry White Season, and James Earl Jones' Cry The Beloved Country. A recent film documentary titled On Tip Toe: Gentle Steps to Freedom, the story of Ladysmith Black Mambazo, was nominated for an Academy Award. The group is well known for its LifeSavers candy commercials. Their performance with Paul Simon on Sesame Street is legendary; their appearance is one of the top three requested Sesame Street segments in history.

Black Mambazo has been invited to perform at many special occasions. By special invitation from South African President Nelson Mandela, they performed for the Queen of England and the Royal Family at the Royal Albert Hall in London. The group has also performed at two Nobel Peace Prize Ceremonies, a concert for the Pope in Rome, the South African Presidential inaugurations, the 1996 Summer Olympics, a Muhammad Ali television special, music award shows from around the world, and many other special events. In the summer of 2002, Black Mambazo was again asked to represent their nation in London at a celebration for Queen Elizabeth's 50th Anniversary as Monarch. They shared the stage with Paul McCartney, Rod Stewart, Eric Clapton, Joe Cocker and Phil Collins.

Amid the extensive worldwide touring, the ambitious recording schedule and the numerous accomplishments and accolades, tragedy struck the group in 2002 when Nellie Shabalala, Joseph's wife of thirty years, was murdered by a masked gunman outside their church in South Africa. To date, the identity of the assailant has not been determined and no conviction has been made.

"At the time that this happened, I tried to take my mind deep into the spirit, because I know the truth is there," Shabalala recalls. "In my flesh, I might be angry, I might cry, I might suspect somebody. But when I took my mind into the spirit, the spirit told me to be calm and not to worry. Bad things happen, and the only thing to do is raise your spirit higher."

Out of this dark chapter came Raise Your Spirit Higher - Wenyukela, Black Mambazo's brilliant debut recording on Heads Up International, released in 2004 to coincide with the 10-year anniversary of the end of apartheid. The album, which held the number one spot on the Billboard World Music chart for several months, and received national sales acclaim on Billboard's Gospel and Top Independent Album charts, was Shabalala's message of hope and unity to a troubled world. 2004 brought additional tragedy when Ben Shabalala, brother of Joseph Shabalala, and member of Black Mambazo during Paul Simon's Graceland recording and tour was shot and killed for unknown reasons on June 16th in a suburb of Durban, South Africa.

"When the world looks at you and finds the tears in your eyes," he says, "but you smile in spite of the tears, then they discover that, 'Oh, he's right when he says you must be strong, because many things have happened to him, and he still carries on with the spirit of the music.'"

No Boundaries, a new classical crossover recording with The English Chamber Orchestra, is scheduled for release in January 2005.

IL VOSTRO PARERE
Su un totale di quindici persone questi sono stati i vostri giudizi

Ottimo 33%
Buono 13%
Discreto 13%
Indifferente 0%
E' il mio genere ma non mi piace 0%
Non è il mio genere 40%

Ancora una volta grazie per aver partecipato al sondaggio che ci permette di capire i vostri gusti, ma allo stesso tempo ci fa impegnare ancor di piu' nel tentare di far capire stili musicali differenti.

L' Eroe

Sono un eroe. E' facile essere un eroe. Se non hai le braccia o le gambe, o sei un eroe o sei morto. Se non hai i genitori fa' affidamento su braccia e gambe. E sii un eroe. Se non hai ne le braccia ne le gambe e hai anche pensato bene di restare solo al mondo, è fatta. Sei condannato a essere un eroe sino alla fine dei tuoi giorni. O a crepare. Io sono un eroe. Non ho altra scelta

Tratto dal libro di Ruben Gallego - Bianco su Nero edizioni Adelphi