Una decisione “incomprensibile”, che rende più difficile il confronto tra governi e culture sul tema decisivo dei diritti umani: il senegalese Doudou Diene, relatore Onu sul razzismo tra il 2002 e il 2008, definisce in questi termini il boicottaggio di “Durban II” deciso da Israele, Stati Uniti, Canada, Australia, Nuova Zelanda e cinque paesi europei. In un’intervista pubblicata dall’agenzia di stampa ‘Infosud’, Diene sottolinea infatti che il documento finale (approvato per acclamazione martedì da 182 paesi) è il frutto di un’intesa a cui avevano aderito prima dell’inizio della conferenza anche alcuni dei paesi che hanno poi partecipato al boicottaggio. “Le ragioni invocate per non partecipare alla Conferenza – aggiunge Diene - mancano dunque di credibilità. Dispiace in modo particolare la decisione di Washington, perché coinvolge un paese, gli Stati Uniti, che ha una delle esperienze storiche più forti in tema di razzismo e che ha conseguito progressi straordinari nel combatterlo, ultimo in ordine di tempo l’elezione alla presidenza di Barack Obama”. Secondo Diene, i lavori di Ginevra hanno un grande valore. “A partire da posizioni differenti – sottolinea l’ex-relatore Onu sul razzismo – i vari paesi cercano di adottare strumenti internazionali che impegnino il mondo intero. Questo processo è ovviamente doloroso, difficile e controverso, ma permette di costruire una comunità internazionale sulla base di principi comuni”.
Fonte Misna
23 aprile, 2009
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