22 maggio, 2009

Bergonzoni

E' difficile sentir parlare, nel campo della comicita', di eroi al giorno d'oggi. Abbiamo tanti, anzi forse troppi martiri o presunti tali, tanti opinionisti, tantissimi satiri ma pochi eroi del palcoscenico e ancor di piu' pochissimi comici. Tra questi io annovero Bergonzoni. L'ho incontrato una sola volta piu' di dieci anni fa in occasione di una piccola intervista ( abbiamo dovuto fare un'inserto speciale per non perdere nessuna delle parole del suo discorso ). Oggi propongo a tutti voi questa intervista tratta dal corriere della sera consigliando a tutti di vedere almeno una volta nella vista questo comico che fa della sua fantasia la propria vita.

LONDRA - Gli si chiede «how are you» e lui risponde «comme ci, comme ça». Altro che inglese, Bergonzoni esordisce con un «Good Morning» ma siamo all'ora del tè inoltrata. Ospite della Oxford University Italian Society, società che unisce tutti coloro, italiani e non, che studiano la nostra cultura, Alessandro Bergonzoni sarà di scena giovedì sera al Magdalene college con uno spettacolo versione campus. Fresco vincitore del premioUbu, il riconoscimento più importante del teatro italiano, l'attore, il comico, il fantasista, lo scrittore spiega, incontrando docenti e studenti che conoscono bene i suoi libri, i motivi che lo hanno portato a Londra sul palcoscenico di una delle università più prestigiose del mondo.

Bergonzoni cosa ci è andato a fare a Londra?

«Proviamo a raccontare che non esiste solo un certo tipo di comicità o di teatro ma espatriamo anche la surrealtà, la fantasia e l'immaginazione di noi italiani. Credo che loro (gli inglesi) si strabuzzeranno e cioè riusciranno a guardarci in maniera strabica. Sono qui per raccontare l'Italia che tutti credono che non esista. L'Italia della fantasia. Ci credono solo dei satirici, dei parodistici, ci fanno solo domande su Berlusconi, ci chiedono soltanto come si vive con la mafia. Ecco, io invece, credo che si possa raccontare anche un'altra Italia, quella di chi fa l'artista o lo scrittore senza parlare dell'attualità o del presente».

Ma tu sei un italiano atipico. Che idea pensi si faranno di noi dopo averti visto e sentito.

«Si faranno l'idea che se gli italiani sono ciò che io dico e ciò che io penso fanno bene a restare qui. Se pensano che non c'è patria e che non esistono confini come un doganiere ai confini della realtà, mi vedranno come una piccola sbarra che si alza e si abbassa come se fosse un passaggio a livello. La domanda è: quale livello? Quello della fantasia».

Bergonzoni chi lo doveva dire lei in cattedra ad Oxford...


«Io sono nell'università dove è stato scritto "Alice nel paese delle meraviglie" quindi nel posto più importante del mondo per me perché, ora non so chi l'ha scritto se Lewis Carroll o Carl Lewis il corridore, è uno dei romanzi più importanti nella mia vita. Quindi devo dire che gli inglesi se ne intendono molto di cose impossibili».

In che cosa dovremmo somigliare di più agli inglesi e in che cosa non dovremmo assolutamente somigliare?

«Dovremmo somigliare di più agli inglesi nel concetto europeo, nel concetto di metropoli e nel concetto di "fuori dai confini". Ci sono delle regioni dell'Europa dove non si vive soltanto in quella regione ma si vive in una parte del mondo. Questo dovremmo impararlo noi che siamo troppo italiani. Poi da un altro punto di vista si potrebbe dimenticare dell'Inghilterra questo grande bisogno di amare le regine. Noi dovremmo imparare a non amare re e regine. Il nostro re siamo noi stessi, il nostro interno, la nostra anima».


Tratto dal corriere della sera

Ulteriore nostra nota : Nonostante Bergonzoni sia stato bravo a farlo passare tra le riche è incredibile che chi lo ha intervistato anziche' chiedere che ruolo ha nella sua vita la fantasia gli abbia chiesto " in che cosa dobbiamo noi di piu' assomigliare agli inglesi ?!?!?!".

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