15 gennaio, 2008

Bambini, Madame, Riti Woodo e noi.

Ancora una volta ci preme segnalare un articolo del Corriere della sera e da Repubblica sull'intreccio tra schiavitu', criminalita', prostituzione e noi.

Volevo segnalarvi solo quel noi. Si perchè se queste ragazze sono schiave è perchè noi le "compriamo" alimentando questo mercato. Mi chiedo come sia possibile che in una società avanzata e libera si possa uscir di casa con macchinoni e sediolini dei bambini nei sedili posteriori per andare a cercare queste povere ragazze e donar loro una nuova violenza, una violenza di cui tutti noi dovremmo un po' soffrire. La rinascita d'Italia deve incominciare prima di tutto da qui.

DAL CORRIERE DELLA SERA

ROMA - I clan nigeriani si mostrano in decisa e inarrestabile ascesa nel panorama criminale italiano, come le ultime rilevazioni del Viminale - nell'ultimo «Rapporto sulla criminalità in Italia» - hanno evidenziato. Le investigazioni nel campo del traffico di stupefacenti e dello sfruttamento della prostituzione «confermano l'esistenza in Italia di un reticolo criminale organizzato proveniente dall'Africa centrale e sottolineano i caratteri mafiosi di alcune compagini nigeriane che, rimodulando le forme di associazionismo tipiche della madrepatria, risultano organizzate gerarchicamente e operative su scala intercontinentale, disposte a supportarsi vicendevolmente e capaci di gestire interessi economici sempre più qualificati».

PRESENZA TENTACOLARE - I clan si mostrano attivi praticamente su tutto il territorio nazionale: in Piemonte, (soprattutto a Torino), Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Campania, nonché Puglia, Sicilia e Sardegna. Attività tipiche sono «il traffico di droga e lo sfruttamento dei propri connazionali, con pratiche intimidatorie basate sulla violenza e sul potere di assoggettamento» soprattutto ai danni di giovani donne, avviate alla prostituzione e schiavizzate.

RITI VOODOO - Il ricorso ai riti voodoo, che riducono le prostitute in uno stato di sostanziale schiavitù, unito al meccanismo della costrizione da debito (ogni ragazza verserebbe all'associazione criminale che ne ha favorito l'ingresso illegale sul territorio nazionale una cifra variabile tra gli 80.000 ai 100.000 euro), «consente alle organizzazioni criminali nigeriane di mantenere le proprie vittime in uno stato di totale soggezione». Un altro fattore di crescita delle bande criminali nigeriane è «la generale applicazione del sistema che permette alle donne costrette a prostituirsi di investire una quota dei guadagni nell'acquisto e nello sfruttamento di altre connazionali».

MODELLO GESTIONALE - Un meccanismo, viene sottolineato nel documento, che permette un ingente aumento dei profitti, facilita l'assolvimento dei loro debiti con l'organizzazione ed il conseguente affrancamento. Questo modello gestionale, «ancora più impermeabile, efficace e competitivo, attraverso una partecipazione più diretta e coinvolgente di tutti gli attori illegali, vittime e carnefici, crea un circuito perverso di reciproco coinvolgimento che espande il mercato e limita eventuali defezioni».

ACCORDO TRA MAFIE - Notevoli i legami con la criminalità italiana, che negli ultimi tempi hanno dato vita a fenomeni di cooperazione, «ovvero in accordi di mutua assistenza che prevedono, come nel caso dei rapporti tra la criminalità nigeriana e la camorra napoletana, il pagamento di una sorta di affitto per l'utilizzo dei luoghi nei quali esercitare le loro attività». Nel Napoletano e nel Casertano si segnala infatti «l'esistenza di un circuito di piccole strutture alberghiere che, intestate a soggetti prestanome di clan malavitosi, vengono messe a disposizione delle 'madamè in cambio di parte dei profitti del meretricio. Viene poi registrata «l'azione sinergica o comunque di non belligeranza da parte delle organizzazioni criminali nigeriane ed albanesi nel campo dello sfruttamento della prostituzione, particolarmente nel Triveneto e in Campania.


L'ARTICOLO DI REPUBBLIA

ROMA - Una vasta operazione internazionale contro la criminalità nigeriana, condotta da polizia, carabinieri e guardia di finanza, è stata compiuta all'alba di oggi: decine gli arresti eseguiti, con le accuse di associazione per delinquere di stampo mafioso, traffico di esseri umani e traffico di droga. In tutto, nell'ambito dell'inchiesta - nome in codice, "operazione Viola" - sono state emesse 66 le ordinanze di custodia cautelare, dal gip del tribunale di Napoli, nei confronti di cittadini nigeriani: quindici sono state eseguite all'estero, in particolare in Olanda, paese in cui l'organizzazione era secondo l'accusa particolarmente attiva. Impegnata soprattutto a far entrare minori dalla Nigeria, poi avviati alla prostituzione e allo spaccio della droga. Già nell'ottobre scorso si era conclusa una prima fase dell'operazione, con 23 arresti in Olanda, Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, Belgio, Stati Uniti e Nigeria. Alle 11 prevista una conferenza stampa presso la sede della Dna, presente anche il procuratore nazionale Antimafia Pietro Grasso. Secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa AdnKronos, l'inchiesta ha consentito di accertare gravi irregolarità in alcune pratiche di adozione. Donne nigeriane residenti in Italia prelevavano bambini in tenera età dagli orfanotrofi del loro paese d'origine, per avviarli ai traffici illegali. In particolare, per quel che riguarda l'Italia, gli investigatori hanno scoperto il tentativo - uno dei quali andato a buon fine - di sequestrare due bambini da un orfanotrofio nigeriano, per poi portarli in Veneto.

1 commento:

Anonimo ha detto...

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