22 maggio, 2007

Bentornata Musica.....con Manu DiBango

“ Il leone d’Africa”. L’appellativo si adatta perfettamente a uno dei musicisti africani più carismatici in assoluto: Manu Dibango. E “Lion of Africa” è il titolo di un CD + DVD che documenta il bellissimo concerto tenuto dal leggendario sassofonista camerunese il 16 ottobre 2004 al Barbican Centre di Londra, occasione da una parte per ricordare degnamente un altro gigante della musica africana, il nigeriano Fela Kuti, dall’altra per festeggiare il settantunesimo compleanno dello stesso Dibango, accompagnato nella circostanza dalla sua poderosa Maraboutik Big Band. Una serata davvero speciale, dunque, resa significativa anche dalla presenza di alcuni ospiti di riguardo: il cantante senegalese Baaba Maal, la vocalist camerunese Coco Mbassi e il sassofonista di origine giamaicana Courtney Pine. Medesima è la scaletta del CD e del DVD: cavalli di battaglia di Manu Dibango come Wambele, Soma Loba (uno dei due brani impreziositi dalla magnifica voce di Baaba Maal), Big Blow (con sugli scudi il rovente sax tenore di Courtney Pine) e l’immancabile Soul Makossa; una versione della gershwiniana Summertime profumata di Africa e Sud America; due pagine jazzistiche come Midnight Sun di Lionel Hampton e l’ellingtoniana Morning Glory. Ed ancora, Cherie dello stesso Baaba Maal, la delicatissima Dube di Coco Mbassi e, quale trascinante finale, Aye Africa. Manu Dibango si ascolta (e si vede) soprattutto al sax soprano e alla marimba; il contralto lo imbraccia solo nella parte conclusiva del concerto. Il DVD comprende alcuni extra: una bella galleria fotografica e soprattutto una lunga intervista, nell’arco della quale Manu Dibango racconta le tappe della sua carriera, ovvero il modo in cui è arrivato ad essere riconosciuto ovunque come “il leone d’Africa”.Manu Dibango è uno degli ambasciatori nel mondo della moderna musica africana: per le sue felici intuizioni musicali è stato persino definito “il Miles Davis della World Music”. Sassofonista, pianista, cantante, compositore, Manu Dibango è nato il 12 dicembre 1933 a Douala, in Camerun. Fin da ragazzino ha frequentato gli ambienti musicali della sua città e nel 1949 si è trasferito in Francia, per studiare a St. Calais prima, a Reims e Parigi poi: durante questo suo primo soggiorno europeo fa la conoscenza del jazz, ascoltando alla radio Louis Armstrong, Duke Ellington, Lester Young e Charlie Parker. Nel 1960 è tornato in Africa, in Zaire, dove si è unito al gruppo African Jazz, nelle cui file è rimasto cinque anni. Nel 1972, quindi, è arrivato per Manu Dibango il grande momento del successo internazionale, grazie a Soul Makossa, vibrante commistione tra soul, funk e musica camerunese: per la prima volta un artista africano varca le soglie delle classifiche americane. Mosso da una continua ricerca musicale, Dibango allargherà in seguito i propri confini espressivi collaborando con Fela Kuti, con il trombettista Don Cherry, uno dei precursori della world music, con il bassista e produttore Bill Laswell e con Herbie Hancock. Tra i numerosi dischi incisi da Manu Dibango durante la sua lunga carriera, spicca anche Wakafrica (1994), nel quale figurano, tra gli altri brani, la ripresa di Soul Makossa (ospite Youssou N’Dour) e una splendida versione di Biko di Peter Gabriel. Manu Dibango ha scritto un’autobiografia dal titolo “Tre chili di caffè - Vita del padre della World Music”.



Per saperne di piu' :
MANU DIBANGO
Who knows ? If he had not been born under the star sign of Sagittarius, he might never have had the
temperament of a nomad and the taste for adventure.. Having been sent to Europe at the age of 15, he
would have come back an academic success.
As it was, he was affected by musical grace in the very first years in the protestant temple. Little Manu
on the road between Paris and Brussels, thanks to the masters he discovers (Armstrong, Ellington,
Young, Parker…), wandering in places where jazz rips the nights apart voluptuously, a musician’s soul
was being formed.
Then the famous singer Kabasele arrived in Brussels from Zaïre (Democratic State of Congo), and
proposes he join their group “African Jazz” to play Congolese music ; Manu takes up the challenge. He
features in around forty records, then goes on tour near Kinshasa. This was to be a decisive step.
An idea was gradually taking shape during his life as a well-known musician : to invent a patchwork
made up of rich and spirited conversations between jazz and African styles of music. Being of an eclectic
mind, listening to the sounds of his era – in 1972 Soul Makossa was the first “French” hit to conquer
the States – Manu takes secret pleasure in breaking the musical chapels, building bridges between
continents and throwing passageways between tradition and the sounds of future.
The first in France to clear the land where the African wave was well established ; he produced albums
and went on tour endlessly with warm, passionate enthusiasm and committed himself to humanitarian
causes, giving a hand to young talents along the way. He used his time to create musical scores for
African music and ever to write his own autobiography.
Time to call it a day ? Definitely not ! Manu is more than 70, but he’s not yet ready to put down his
saxophone..
( Per questo post si vuole ringraziare R. Valentino )

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