21 febbraio, 2008

A Qualcuno Interessa La Crisi Della Musica ( 3za Parte )

Ogni giorno cerco di leggere tre giornali tra cui il Corriere che ultimamente dedica molto spazio al presidente dellla Fimi Enzo Mazza.

Da questo insieme di articoli che vi stiamo proponendo su questo blog, due dei quali sono proprio interviste al nostro non eroe, stiamo cercando di capire insieme cosa si intenda per musica per lor Signori.

Se per costoro musica sono tutta quella serie artisti che ogni anno si esibiscono a Sanremo, be' che quel tipo di musica fosse finito ( o verra' distribuita su braccialetti, cellulari o quant'altro con magari un breve stacco pubblicitario tra una canzone e l'altra ) lo sapevamo da ancor prima dell'avvento del digitale.

Ma cosa accadra' a quelle centinaia, anzi migliaia di artisti che si esibiscono nei jazz club o nei locali blues, gruppi e cantanti genuini che hanno tanto da dire quanto talento....
E' finita per loro ?
Be, se il cd di Davide Van De Sfross è arrivato quarto in classifica senza una lira di promozione al signor Mazza saranno venuti i brividi di freddo..... A pensare alla quantita' di denaro sprecato dal suo organismo e dagli uffici marketing delle grandi major...

Comunque per onor di cronaca riportiamo le sue ultime ( come sempre ) illuminanti parole :

MILANO – Non è un muro contro muro, ma poco ci manca. Da una parte la crisi del cd e del mercato discografico che attende da anni una legge sulla musica che riconosca il disco come prodotto culturale (con conseguente riduzione dell'Iva), per far sì che la grande industria riduca i prezzi del cd al pubblico a fronte di una recessione economica generale; dall'altra il pubblico, specialmente quello più giovane, che consuma la musica attraverso strumenti nuovi e diversificati.

UN MERCATO «LIQUIDO» – Per approfondire bene tutti gli aspetti del fenomeno, abbiamo incontrato Enzo Mazza, presidente della Fimi, (Federazione industira musicale italiana), l'organo che tutela e promuove le attività connesse all'industria discografica. «La musica è diventata "liquida" – spiega Mazza -: si espande, si diversifica, si adatta alle nuove esigenze di mercato, conservando il proprio valore artistico ma assumendo una nuova "corporeità", digitale, che le permette di essere prodotta, comunicata e consumata in modo più immediato e coinvolgente».

TAGLI DEL 30% - Ma la maggiore facilità di diffusione e di copiatura rende la vita difficile alle aziende che operano nel settore, soprattutto perché i nuovi canali sono quelli in cui maggiormente prospera l'illegalità. «Se le case discografiche tradizionali dal 2000 ad oggi hanno tagliato il personale del 30%, non è solo per colpa della pirateria tradizionale, ovvero il cd contraffatto – sottolinea ancora Mazza – Quella continua ad avere la sua diffusione, ma ha avuto un notevole calo, mentre è aumentata la circolazione di musica illegale. In linea con i tempi».

ETICHETTE DIGITALI – Anche il mercato ufficiale, comunque, guarda sempre di più alla rete. « In Italia – dice Mazza - uno degli esempi pilota è H2O una delle prime case discografiche digitali creata da Sony e Bmg che riassume tutti i concetti in un colpo solo: scovare nuovi talenti e distribuire la musica solo attraverso internet e la telefonia, senza la vendita diretta al pubblico». I talenti si possono dunque cercare anche in rete e anche le case discografiche si interfacciano la nuova linea. «Sia le piccole etichette che le grandi major hanno bisogno di far crescere nuovi artisti in modo innovativo - sottolinea il presidente della Fimi – e hanno compreso che si deve sperimentare attraverso nuove forme di vendita e promozione. Le pubblicazioni avverranno per singolo brano o al massimo con "cluster" di due/tre canzoni. In questo modo si può permettere agli artisti emergenti di crescere organicamente e di consolidare l'esperienza costruendo una personale "fan base"».
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IL BOOM SARA' NEL 2012 – Quale scenario attende dunque il settore discografico? «La crisi del modello tradizionale del fare e diffondere musica – risponde Mazza - si scontra con le esigenze del nuovo mercato. Da una parte il mercato del cd che resiste, in quanto il supporto presenterà sempre delle evoluzioni e dei formati ad alta definizione, dall'altra il mercato digitale prenderà il sopravvento. Si prevede che nel 2012 ci sarà il 23% di diffusione in più».

Ringraziamo come sempre il Corriere da cui questo articolo è tratto.
Alla prossima intervista illuminante e profonda come le precedenti.

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