18 marzo, 2008

La Parola Ad Agnese Moro

"Ricordo mio padre mentre mi teneva per mano, quando mi portava di notte un bicchiere d'acqua, quando mi accompagnava al circo, a teatro e a cinema a vedere i film western. Film che lui non riusciva a seguire e dei quali, all'uscita, mi chiedeva di raccontargli la trama...Sono qui per ricordare non solo mio padre Aldo Moro, ma anche i suoi compagni di viaggio: Oreste Leonardi, Raffaele Iozzino, Domenico Ricci, Giulio Rivera e Francesco Zizzi. Non accada mai più che i loro nomi vengano dimenticati".

[Agnese Moro, sociopsicologa, figlia terzogenita dello statista rapito il 16 marzo 1978 e ucciso dopo 55 giorni di sequestro,intervenendo ieri a Viterbo all'incontro "Per non dimenticare Aldo Moro, per conoscere la nostra storia", organizzato dalla Provincia, in collabrazione con l'Archivio Flamigni, l'Archivio di stato e la Cgil di Viterbo. In altre dichiarazioni a diversi mezzi d'informazione Agnese Moro, autrice di un "Un uomo così",un centinaio di pagine ricche di ricordi personali che presentano lo statista in termini non ufficiali e non pubblici, ha detto anche: "Credo dentro di me, di avere, è una parola grossa, comunque di aver un po' perdonato tutti. Però dovrebbero anche loro fare la loro parte. Da parte di chi ha partecipato alla lotta armata dovrebbe nascere un senso di responsabilità nei confronti della collettività e quindi anche sentire la necessità di dire la verità su tutto quello che è successo in quegli anni".]



Fonte : Misna

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